Inizio riportando i vecchi post, cui farò seguire un aggiornamento grazie al quale si comincia a capire perché l'uso del CMV come vettore potrebbe essere una buona strada per costruire un vaccino, sia esso preventivo o terapeutico, anche tenendo a mente che, se si vuole eradicare, si deve prima risolvere il *problema di Siliciano-Shen*.
Dora ha scritto:Poichè in questo thread si parla di macachi e di modelli animali e di attuali o potenziali cure funzionali, ho pensato di segnalare qui una ricerca di Louis Picker presentata all'AIDS Vaccine 2012, che si è appena concluso a Boston, perché la sinergia fra la ricerca sui vaccini e quella su sostanze che risveglino il virus dalla latenza è una delle opzioni che si ritiene possano portare a una cura (vedere per esempio Siliciano, che ritiene che un vaccino terapeutico possa stimolare le reazioni citolitiche dei CD8 sulla via di un’eradicazione azzoppata dalla sua ultima ricerca).
Racconto molto brevemente, basandomi su un post scritto ieri da Richard Jefferys nel blog che cura per TAG.
Premessa.
Picker lavora presso l’Oregon Health and Science University’s Vaccine and Gene Therapy Institute (VGTI) e sta usando il citomegalovirus come vettore per costruire un vaccino e immunizzare dei macachi rhesus contro l’SIVmac239, che è un virus patogenico e molto virulento. In un lavoro pubblicato l’anno scorso, aveva dimostrato che 12 macachi su 24 avevano mostrato un controllo molto prolungato della replicazione virale (dopo un picco iniziale fino a 10 milione di copie, avevano avuto per parecchio tempo solo dei blip occasionali al di sopra della soglia di rilevabilità). Questo aveva spinto i ricercatori a parlare di progressiva “pulizia” dell’infezione negli animali immunizzati.
L’uso del CMV come vettore non era però una cosuccia tranquilla, perché nelle persone con deficienze immunitarie questo virus contribuisce all’attivazione, quindi all’infiammazione e ad una senescenza accelerata.
Veniamo a oggi.
Nella sua (bellissima) relazione, Picker porta [ad AIDS Vaccine 2012] nuovi dati sulla ricerca e sembra che questi confermino che la ricerca funziona.
Dopo lunghi periodi di follow-up (da 485 a più di 1160 giorni dopo che gli animali vaccinati erano stati infettati), a tre scimmie è stata praticata l’eutanasia e sono state analizzate per cercare prove dell’infezione. Tutte e tre avevano avuto livelli irrilevabili di SIVmac239, con sporadici blip nei tempi immediatamentre successivi all’inoculazione del virus. Al momento dell’autopsia non si erano avuti blip da 1,5 a 2 anni.
In nessun animale si è trovato virus capace di replicazione e la PCR ha rilevato DNA e RNA virale in un limitatissimo numero di tessuti, a livelli di fondo estremamente bassi (comparabili ai risultati della PCR ottenuti dagli animali di controllo mai esposti all’SIVmac239).
Stando così le cose, pare che questi siano qualcosa di più dei macachi di Lourdes. Picker, infatti, ci parla dei "macachi di Portland":
Picker ha sottolineato che risultati del genere è la prima volta che si ottengono e costituiscono una sfida all’idea generalmente accolta, secondo cui le infezioni lentivirali non possono essere eradicate.
Ha poi parlato delle implicazioni per la ricerca di una cura, perché sta partendo uno studio che dovrà valutare il CMV usato come vettore in un vaccino terapeutico in macachi rhesus cronicamente infetti da SIVmac239 e trattati con terapia antiretrovirale.
Parallelamente, il laboratorio di Picker, in collaborazione con il Vaccine & Gene Therapy Institute della Florida, sta impostando un vettore CMV da sperimentarsi in trial clinici su esseri umani.
Fonti:
- - La lezione di Picker a Boston: Persistence pays off: Stringent control and potential clearance of SIV infection by persistent vaccine-induced effector memory T cells;
- L’articolo di Picker su Nature dell’anno scorso: Profound early control of highly pathogenic SIV by an effector memory T-cell vaccine;
- Il post di Richard Jefferys sull’intervento di Picker a AIDS Vaccine 2012: Webcasts & Abstracts from the AIDS Vaccine 2012 Conference;
- Un precedente chiarissimo post di Jefferys, da cui si capisce bene in che cosa consista questa ricerca sul CMV usato come vettore per un vaccino: CMV Vaccine Vector: Robust Control of SIV, Uncertain Safety.
Dora ha scritto:È esattamente per questo che hanno usato il citomegalovirus: perché è un vettore persistente.skydrake ha scritto:Non so se dico cavolate, ma non potrebbero usare vettore un po' meno problematico del CMV?
Gli herpes virus hanno il pregio-difetto di cronicizzare e quindi dopo non si tolgono più.
Dall'articolo dell’anno scorso di Hansen - Picker su Nature, Profound early control of highly pathogenic SIV by an effector memory T-cell vaccine:
- Conventional prime-boost vaccine regimens with non-persistent vectors lead to lymphoid tissue-based memory T-cell responses (‘central memory’ or TCM), which deliver peak effector responses only after TCM cells have undergone antigen-stimulated expansion, differentiation and trafficking6—too late to effectively control pathogens with the rapid replication and spread kinetics and highly developed immune evasion capabilities of the AIDS-causing lentiviruses.
As T-cell effector responses are likely to be much more effective against the smaller, localized and less diverse viral populations present in the first hours and days of mucosally acquired HIV/SIV infection, we proposed that a vaccine able to ‘pre-position’ differentiated effector cells (TEM) at such early replication sites would demonstrate improved efficacy.
Such TEM responses are the hallmark of persistent agents, prompting our development of SIV vectors based on the persistent beta-herpesvirus RhCMV. As recently reported (...), RhCMV/SIV vectors can establish and indefinitely maintain high-frequency SIV-specific, TEM-biased, CD4+ and CD8+ T-cell responses in diverse tissue sites of RhCMV+ rhesus macaques, and in a small efficacy study were associated with early control of intrarectally administered SIVmac239.
(...) In summary, the 16 long-term RhCMV/SIV-vector-vaccinated controllers described in this and our previous study unequivocally demonstrate a previously undescribed form of immune-mediated control of highly pathogenic SIV in which mucosally acquired infection is arrested before irreversible establishment of disseminated, progressive infection. Although stringently controlled, residual SIV infection is still present for weeks to months in most of these controllers, but wanes over time until eventually it is barely detectable by the most sensitive molecular virological and immunological criteria.
The available data strongly indicate that this unique control is related to the high frequency CD8+, and possibly CD4+, TEM-biased, SIV-specific T-cell responses that are elicited and indefinitely maintained by the persistent RhCMV/SIV vectors, are situated in both mucosal portals of entry and potential sites of distant viral spread, and can protect without anamnestic expansion (...).
The ability of RhCMV/SIV vectors to indefinitely maintain SIV-specific TEM responses in these sites, independent of the level of SIV replication, provides for continuous surveillance for SIV-infected cells, preventing relapse and, perhaps, ultimately clearing residual infection. Thus, CMV vectors provide a powerful new approach for HIV/AIDS vaccine development that could be used alone or in combination with complementary vaccine strategies that exploit different HIV immune vulnerabilities.
Dora ha scritto:Tre slides iniziali della lezione di Picker a AIDS Vaccine 2012 (Persistence pays off: Stringent control and potential clearance of SIV infection by persistent vaccine-induced effector memory T cells), che descrivono sinteticamente perché ha senso usare il citomegalovirus come vettore per indurre risposte durevoli da parte dei linfociti T memoria effettori:
Leon ha scritto:Quest'approfondimento/precisazione, del quale ti ringrazio molto, è forse persino più interessante e importante del resoconto precedente sugli sviluppi del lavoro di Picker. Ed è importante perché sposta addirittura di DUE mosse tutto il discorso dei vaccini.Dora ha scritto:Dall'articolo dell’anno scorso di Hansen - Picker su Nature, Profound early control of highly pathogenic SIV by an effector memory T-cell vaccine:
[...]
La prima mossa, o salto che vogliamo chiamarla, è la più "rivoluzionaria" e "storica" (non saprei bene come definirla). Anche se ho paura a usare la parola "tutti", perché non ne so abbastanza, credo che appunto tutti i vaccini attualmente a disposizione (dall'antivaiolosa capostipite fino agli ultimissimi) si avvalgano, in definitiva, degli effetti delle relative risposte immunitarie umorali (anche se il "braccio cellulare" del sistema immunitario, per non scavalcabili questioni di precedenza, viene "scomodato" comunque). Un esempio tipico: per vedere se una vaccinazione tipo la anti-HAV o la anti-HBV (che sono tra i vaccini più recenti e, almeno nel caso della B, anche efficaci che abbiamo) ha fatto effetto, o se lo sta conservando, viene effettuata semplicemente una titolazione degli anticorpi (rispettivamente contro l'HAV o l'HBV, nel caso in esempio) e, se la quantità di questi anticorpi è al di sopra di certi livelli, il soggetto viene considerato (a ragione) "protetto".
Nel caso dell'HIV (e parenti), temo (anzi spero) che ci si sia ormai convinti che la risposta immunitaria umorale non è efficace: tutti i malati la sviluppano, eppure nessuno guarisce e anche i pochissimi che riescono a tenere più a meno a bada l'infezione con le sole proprie forze lo fanno già prima che tale risposta abbia avuto tempo di svilupparsi (tutto il relativo "macchinario", che porta alfine alla produzione di anticorpi da parte dei linfociti B, è molto lento). Anzi, persino i "superanticorpi neutralizzanti" che periodicamente balzano alla ribalta, e che sui virus da laboratorio fanno miracoli (capaci tutti!), vengono ricavati da pazienti che, nella pratica, vanno come tutti gli altri.
Non conosco tutti i motivi di questa invulnerabilità dell'HIV (e parenti) da parte della risposta anticorpale, ma sicuramente vi rientrano fattori quali il "mascheramento" degli antigeni dell'involucro virale con degli zuccheri, l'estrema variabilità e mutevolezza di questi stessi antigeni, la "porta di entrata" dell'HIV (e parenti - non lo ripeto più) e la sua rapidità nell'installarsi (proprio "integrandosi" geneticamente) in modo irreversibile nei centri nevralgici dell'intero sistema immunitario.
La seconda mossa di Picker consiste, dopo averla spostata dalle risposte immunitarie umorali a quelle cellulari (linfociti T), nell'affinare ulteriormente la mira. E lo fa procurandosi un'arma di precisione - che lui ha individuato in questo citomegalovirus dei macachi utilizzato come vettore - capace di mirare dritta a un tipo particolarissimo di linfociti T, e cioè agli "effector memory" (EM), i quali, a quanto pare, sono in grado di sferrare in ogni momento, anche grazie allo stimolo persistente prodotto appunto dal detto vettore, un'immediata e potentissima controffensiva contro il virus (SIV, in questo caso), fermandolo prima che si impossessi delle leve di comando.
Ciò detto, tutto bello, tutto tranquillo, tutto facile? Purtroppo no, e non solo perché i macachi non sono uomini, il SIVmac non è l'HIV e tutta la solita questione dei "modelli", ma anche perché il citomegalovirus non è affatto un esserino pacifico, bensì, specie sui tempi lunghi, una fior di carogna (come del resto, chi più chi meno, tutti gli herpes). Ma il problema più grosso, nel caso dei sieropositivi (che è il nostro), è che di fare una frittata con delle uova siam capaci tutti (si fa per dire), mentre non si è mai visto nessuno fare delle uova con una frittata, e noi, disgraziatamente, la frittata l'abbiamo già fatta. Fuor di metafora: gli effetti di questo vaccino di Picker in versione terapeutica, e non preventiva, com'è stato sperimentato finora, mi sembrano tutti, ma proprio TUTTI, da vedere.