Australian study turns HIV against itself

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Puzzle
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Australian study turns HIV against itself

Messaggio da Puzzle » giovedì 17 gennaio 2013, 9:15

SYDNEY — An Australian scientist said Wednesday he had discovered a way to turn the HIV virus against itself in human cells in the laboratory, in an important advance in the quest for an AIDS cure.

David Harrich from the Queensland Institute of Medical Research said he modified a protein in HIV that normally helps the virus spread, into a "potent" inhibitor.

The protein was introduced to immune cells targeted by the human immunodeficiency virus (HIV), where it slowed the reproduction of the virus after infection.

The experiments were conducted in a lab dish, and thorough testing on lab animals is needed before any human trials can begin.

"I have never seen anything like it. The modified protein works every time," said Harrich.

Harrich's team, whose study is published in the journal Human Gene Therapy, said the modified protein dubbed Nullbasic inhibited virus replication about eight- to ten-fold in some cells.

"If this research continues down its strong path, and bear in mind there are many hurdles to clear, we're looking at a cure for AIDS," the researcher said.

Commenting on the study, Frank Wegmann, an Oxford University HIV vaccine researcher, told AFP a Nullbasic-based drug was "quite far from application".

Creating a drug would be challenging, he said, as it would require introducing "designed" information into the genes of people to be treated.

"The immune cells of the blood are the primary cells which are infected by HIV and if you want to have a cure with this new protein, you need to... get every immune cell to make this protein," he explained.

This would require gene therapy -- a complicated, rare, potentially dangerous and very expensive option.

"They (the Australian researchers) have partly addressed that question. They have partly tested that (gene therapy), but not really in patients or in infected people, only in the lab."

Harrich said Nullbasic held promise for curbing the spread of the virus as well as for treating people who already have AIDS, and described it as "fighting fire with fire".

"The virus might infect a cell but it wouldn't spread," he said.

"You would still be infected with HIV, it's not a cure for the virus, but the virus would stay latent, it wouldn't wake up, so it wouldn't develop into AIDS.

"With a treatment like this, you would maintain a healthy immune system."

An HIV-infected person is said to have AIDS when their count of CD4 immune system cells drops below 200 per microlitre of blood or they develop any one of 22 opportunistic infections like cancer or tuberculosis as a result.

Most people infected with HIV, if left untreated, would develop AIDS about 10 to 15 years later, according to the UN. Antiretroviral treatments can prolong this window period.

The new Nullbasic therapy, if proven, could see the spread of HIV halted indefinitely, bringing an end to the deadly condition, said Harrich.

Using a treatment based on a single protein could spell an end to onerous multiple drug regimes for HIV patients, meaning a better quality of life and lower costs.

Animal trials are due to start this year.

Even if all goes according to plan, said Wegmann, a Nullbasic-based treatment was probably about 10 years off.

"There are many other potential strategies towards a cure, but so far nothing works and it's not clear whether anything will ever work," he said.

"One really has to wait for results of animal studies and clinical trials to really judge this."

http://www.google.com/hostednews/afp/ar ... 2996b0.821

http://online.liebertpub.com/doi/abs/10 ... istoryKey=&

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23298160



Dora
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da Dora » giovedì 17 gennaio 2013, 9:52

Lo stato della ricerca:
Puzzle ha scritto:The experiments were conducted in a lab dish, and thorough testing on lab animals is needed before any human trials can begin.
a Nullbasic-based drug was "quite far from application".
Creating a drug would be challenging, he said, as it would require introducing "designed" information into the genes of people to be treated.
Nullbasic held promise for curbing the spread of the virus as well as for treating people who already have AIDS, and described it as "fighting fire with fire".
In una intervista a una radio australiana, Harrich specifica che cosa intende per "combattere il fuoco con il fuoco":
  • DAVID HARRICH: I consider that this is fighting fire with fire because what we've actually done is taken a normal virus protein that the virus requires to grow, and we've changed this protein so that instead of assisting the virus, it actually impedes virus replication and it does it quite strongly.

    STEPHANIE SMAIL: Associate Professor Harrich says the modified protein can't cure HIV. But he says it has protected human cells from AIDS in the laboratory.

    DAVID HARRICH: This therapy is potentially a cure for AIDS. So it's not a cure for HIV infection, but it potentially could end the disease because the immune system that protects you from opportunistic infections that normally is the cause of AIDS - is actually the opportunistic infection, not the HIV, because your immune system becomes run-down.
    So this protein present in immune cells would help to maintain a healthy immune system so that patients would be able to handle normal infections.

Se tutto procede come ci si aspetta, la fase preclinica, cioè la sperimentazione su animali, potrebbe iniziare quest'anno. Il che conferma quanto detto dal dottor Wegmann, secondo cui per avere un trattamento basato su questa proteina ci vorranno una decina d'anni.
Abbiamo quindi un po' di tempo per studiarci questa Nullbasic protein, anche solo per capire come tradurne il nome (al momento, non sono disponibili definizioni che facilitino il compito ed evitino confusione con Null Basic - si accettano suggerimenti!).
Si può partire da un articolo dello stesso Harrich, uscito su PLoS ONE tre anni fa: Potent Inhibition of HIV-1 Replication by a Tat Mutant.



Dora
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da Dora » mercoledì 30 gennaio 2013, 8:46

A volte mi sembra – qui dentro – di avere un ruolo assai gramo: quello di raffreddare gli entusiasmi, di evidenziare le criticità delle ricerche e le miserie dei ricercatori, l’incongruenza fra quello che stanno facendo, quello che pubblicano e il modo in cui comunicano al mondo il loro lavoro. Io vengo sempre colta dal disgusto davanti a certe palesi prese in giro dell’opinione pubblica e dei malati, perché è vero che la stampa generalista ha bisogno per sopravvivere di sparare notizie sempre più grosse e poco si cura dell’effetto che fanno. Ed è vero che gli scienziati, da quando devono contribuire alla ricerca di finanziamenti, si sono trasformati in piazzisti di sé stessi. Ma quel che va di mezzo, in questo gioco perverso, è la verità del loro lavoro e l’onestà nei confronti di persone che aspettano buone notizie. Io desidero che non si creino false speranze, ma il confine fra speranza e disillusione è così sottile che non di rado mi pare di togliere speranze e non dare nulla in cambio. Immagino che questo non contribuisca ad aumentare la mia popolarità.

Ammetto che mi piaceva di più quando la parte della critica se l’assumeva Leon ed io potevo cercare di mostrare la parte piena del bicchiere. Era un ruolo un po’ ingenuo e talvolta quella divisione dei compiti era così artificiosa da dar l’impressione di essere impostata solo per inventarsi una discussione, ma mi faceva sentire più a mio agio.

‘Stanotte, però, Richard Jefferys, che è una persona che stimo molto, ha scritto un post dedicato alla ricerca di cui parliamo in questo thread e, poiché questo mi conferma che preferisco guardarmi allo specchio senza abbassare gli occhi piuttosto che essere popolare, ho deciso di tradurlo.



Australian AIDS Cure Claim Leads to a Maelstrom of Hype and Misinformation

Il 16 gennaio, uno scienziato di nome David Harrich e l’Istituto per cui lavora, il Queensland Institute for Medical Research (QIMR) di Brisbane, in Australia, hanno rilasciato un comunicato stampa in cui evocavano la parola cura nel tentativo di pubblicizzare un articolo scientifico che descrive i risultati di uno studio in vitro (in una capsula di Petri), risultati che al più hanno un significato incerto. Questo comunicato ha generato un vortice di copertura mediatica ingannevole, che ha continuato a girare per settimane.

Mi sembra che diversi fattori abbiano contribuito a far guadagnare visibilità a questa storia. Il lavoro di Harrich implica l’uso di una versione modificata di una proteina dell’HIV (la Tat), che può inibire la replicazione del virus; questa è stata presentata come una strategia che “rivolta l’HIV contro sé stesso”. Anche se questo suona potenzialmente eccitante e nuovo (e chiaramente era attraente per i media), l’articolo di Harrich spiega che, risalendo indietro alla fine degli anni ’80, diverse altre proteine dell’HIV sono state alterate in modo da inibire la replicazione virale. Questo tipo di inibizione implica un fenomeno ben descritto, in cui una proteina modificata (descritta come una proteina negativa dominante) può inibire la funzione di una controparte che non è stata modificata.
Quel che – a detta di Harrich – fa la sua proteina Tat modificata, chiamata Nullabasic, è che sembra essere capace di inibire alcune differenti fasi del ciclo di vita dell’HIV.

Questa affermazione deve ancora essere confermata da altri ricercatori; inoltre – ed è più importante – inibire la replicazione dell’HIV non è la sfida principale cui rispondere se si vuole arrivare a una cura: come nota anche Harrich nel suo articolo, c’è una gamma di proteine capaci di impedire all’HIV di entrare nelle cellule target (una strategia che presenta molti vantaggi rispetto a quella di Harrich, che tenta di bloccare la replicazione dopo che il virus è entrato nella cellula).
Il problema principale nella ricerca di una cura è trasportare questi inibitori fino alle cellule e lo studio di Harrich non contribuisce affatto a risolverlo.
Oltre all’idea di far rivoltare l’HIV contro sé stesso, la stampa ha citato in modo irresponsabile e ingiustificato altri particolari presi dal comunicato stampa:
  • Se questa ricerca continuerà sulla sua strada, e tenete a mente che ci sono molti ostacoli da eliminare, stiamo osservando la cura dell’AIDS.
L’uso della parola se e quella specie di avvertimento al centro della frase non compensano la pretesa allucinante alla fine. Come qualsiasi altra malattia umana, l’AIDS non può essere curata in una provetta di laboratorio ed è impossibile sapere se si è davanti a una cura basandosi su dei risultati in vitro.
  • Si sarebbe ancora infettati con l’HIV, non è una cura per il virus. Ma il virus starebbe latente, non si sveglierebbe, quindi non si evolverebbe in AIDS. Con un trattamento come questo, il sistema immunitario resterebbe sano.
Forse in modo non intenzionale, questa citazione ricorda un equivoco sulla patogenesi dell’HIV, che fu smascherato già all’inizio degli anni ’90. Nel modello originario sbagliato si pensava che l’HIV fosse latente durante la fase asintomatica dell’infezione prima che in qualche modo si risvegliasse e causasse l’AIDS. Ma è stato poi dimostrato che l’HIV si replica per tutto il corso dell’infezione, causando una attivazione persistente del sistema immunitario, che porta a un graduale logoramento del sistema immunitario stesso, finendo poi per diventare AIDS.

Molti media non hanno segnalato questo errore e si sono limitati a ripetere l’affermazione che la proteina di Harrich potrebbe impedire l’evoluzione in AIDS.

I risultati in vitro di Harrich non dimostrano neppure che la Nullabasic fa sì che l’HIV “rimanga latente” nelle cellule infette: riportano, piuttosto, una riduzione approssimativamente da 8 a 10 volte della replicazione virale.

Nel caso tutto questo suoni come un atteggiamento negativo e pessimistico, la buona notizia è che ci sono diversi approcci di terapia genica già in fase clinica, compresi degli approcci che aspirano a proteggere completamente le cellule vulnerabili dall’infezione (e traggono ispirazione dal ben documentato caso di una persona curata dall’HIV, che ha comportato il trapianto di cellule prive del co-recettore CCR5). Queste sperimentazioni stanno cercando di dare una risposta al difficile problema del trasporto di vari inibitori dell’HIV fino alle cellule più vulnerabili, e quindi sono di molte miglia più avanti rispetto alla ricerca di Harrich.

Bisogna aggiungere che la sovraesposizione mediatica generata dal comunicato stampa del QIMR non significa necessariamente che lo sviluppo del Nullabasic da parte di Harrich sia senza valore; l’apparente capacità di questa proteina di bloccare tre diverse fasi del ciclo vitale dell’HIV potrebbe portare nuova luce sul modo in cui la proteina Tat contribuisce a diversi aspetti della replicazione virale e ciò, a sua volta, potrebbe suggerire nuovi obiettivi per gli inibitori.
L’articolo di Harrich è molto più prudente rispetto al comunicato stampa nel sottolineare queste potenzialità e conclude dicendo che “le non usuali proprietà del Nullabasic lo rendono un candidato antivirale. Quanto meno, l’analisi del suo meccanismo nell’inibire l’HIV-1 potrebbe far progredire la scoperta di nuove strategie antivirali”. Oltre alla pubblicazione su Human Gene Therapy (che è stata resa accessibile gratuitamente dalla rivista), mi sembra che ci siano solo due altri articoli che descrivono il Nullabasic, entrambi open-access su PLoS ONE (uno del 2009 e l’altro del 2012).

Per provare a trarre qualche insegnamento per quando si interpreta la copertura mediatica degli articoli scientifici, c’è da notare come molte delle notizie iniziali si siano limitate a riportare citazioni dal comunicato stampa del QIMR senza includere commenti da parte di scienziati indipendenti – questa è una bandierina rossa di cui tener conto.

Alla fine, i media hanno iniziato a citare altre fonti, come Frank Wegmann dell’Università di Oxford, che ha sollevato una critica fondamentale dicendo che un inibitore dell’HIV non ha nessun valore se non può essere trasportato fino alle cellule vulnerabili.

Molte altre storie riportate in seguito hanno sottolineato l’assenza di studi su animali e il fatto che, anche nello scenario più ottimistico, ci vorranno ancora molti anni prima di arrivare alla sperimentazione su esseri umani.

Forse l’aspetto che disturba di più in questa particolare debacle è che le affermazioni irresponsabili di Harrich e del QIMR hanno avuto un enorme successo nel generare pubblicità. Dobbiamo sperare che questo successo non tenti altri scienziati ad indulgere in campagne pubblicitarie ingannevoli sulla “cura” nella speranza di attrarre finanziamenti per le loro ricerche.



uffa2
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da uffa2 » mercoledì 30 gennaio 2013, 11:26

la deriva mediatica della ricerca scientifica è purtroppo dilagante... :(


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da Dora » mercoledì 30 gennaio 2013, 12:45

uffa2 ha scritto:la deriva mediatica della ricerca scientifica è purtroppo dilagante... :(
Una volta su due quando leggo un comunicato stampa e nove volte su dieci quando leggo un giornale che parla di ricerca la mia reazione è questa:

Immagine



cesar78
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da cesar78 » mercoledì 30 gennaio 2013, 15:16

Dora ha scritto:A volte mi sembra – qui dentro – di avere un ruolo assai gramo: quello di raffreddare gli entusiasmi, di evidenziare le criticità delle ricerche e le miserie dei ricercatori, l’incongruenza fra quello che stanno facendo, quello che pubblicano e il modo in cui comunicano al mondo il loro lavoro.


è proprio questo che ci piace!!! :D



Dora
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da Dora » venerdì 3 aprile 2015, 16:17

Metà gennaio 2013:
Dora ha scritto:Se tutto procede come ci si aspetta, la fase preclinica, cioè la sperimentazione su animali, potrebbe iniziare quest'anno. Il che conferma quanto detto dal dottor Wegmann, secondo cui per avere un trattamento basato su questa proteina ci vorranno una decina d'anni.
Abbiamo quindi un po' di tempo per studiarci questa Nullbasic protein, anche solo per capire come tradurne il nome (al momento, non sono disponibili definizioni che facilitino il compito ed evitino confusione con Null Basic - si accettano suggerimenti!).
Si può partire da un articolo dello stesso Harrich, uscito su PLoS ONE tre anni fa: Potent Inhibition of HIV-1 Replication by a Tat Mutant.
Fine gennaio 2013:
Dora ha scritto:A volte mi sembra – qui dentro – di avere un ruolo assai gramo: quello di raffreddare gli entusiasmi, di evidenziare le criticità delle ricerche e le miserie dei ricercatori, l’incongruenza fra quello che stanno facendo, quello che pubblicano e il modo in cui comunicano al mondo il loro lavoro. Io vengo sempre colta dal disgusto davanti a certe palesi prese in giro dell’opinione pubblica e dei malati, perché è vero che la stampa generalista ha bisogno per sopravvivere di sparare notizie sempre più grosse e poco si cura dell’effetto che fanno. Ed è vero che gli scienziati, da quando devono contribuire alla ricerca di finanziamenti, si sono trasformati in piazzisti di sé stessi. Ma quel che va di mezzo, in questo gioco perverso, è la verità del loro lavoro e l’onestà nei confronti di persone che aspettano buone notizie. Io desidero che non si creino false speranze, ma il confine fra speranza e disillusione è così sottile che non di rado mi pare di togliere speranze e non dare nulla in cambio. Immagino che questo non contribuisca ad aumentare la mia popolarità.

Ammetto che mi piaceva di più quando la parte della critica se l’assumeva Leon ed io potevo cercare di mostrare la parte piena del bicchiere. Era un ruolo un po’ ingenuo e talvolta quella divisione dei compiti era così artificiosa da dar l’impressione di essere impostata solo per inventarsi una discussione, ma mi faceva sentire più a mio agio.

‘Stanotte, però, Richard Jefferys, che è una persona che stimo molto, ha scritto un post dedicato alla ricerca di cui parliamo in questo thread e, poiché questo mi conferma che preferisco guardarmi allo specchio senza abbassare gli occhi piuttosto che essere popolare, ho deciso di tradurlo. [...]
Sono passati più di due anni e delle tante fanfaronate lette nel gennaio 2013 che cosa rimane? Molto poco, anzi quasi nulla - siamo ancora sempre agli studi sui modelli cellulari.
David Harrich, che stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa era pronto due anni fa a iniziare la sperimentazione su animali e già si vedeva con la *cura dell'AIDS* in tasca, oggi pubblica un articolo sul Journal of Virology sulla sua Nullbasic, mutante della proteina Tat: A mutant Tat protein inhibits HIV-1 reverse transcription by targeting the reverse transcription complex.
Qui ci racconta che la Nullbasic inibisce in vitro diverse fasi del ciclo di replicazione dell'HIV, anche se il meccanismo preciso con cui lo fa continua a non essere noto.
E ancora ci propina le medesime dichiarazioni di due anni fa:
  • Il prossimo passo di questo progetto sarà quello di testare efficacia e sicurezza di Nullbasic in laboratorio, su cellule dei pazienti e su piccoli animali. Finora, nella nostra ricerca non si sono visti segni di alcuna tossicità associata a Nullbasic - quindi i pazienti potrebbero avere il loro virus soppresso in modo permanente con pochi o nulli effetti collaterali.

Morale della favola? Se sulla stampa generalista qualcuno con una ricerca in fase pre-pre-pre-clinica vi dice di avere una cura, mettete mano alla pistola (in senso metaforico, s'intende).
Se nel gennaio di due anni fa avessimo già avuto attivo il nostro Osservatorio Stampa, il professor Harrich vi avrebbe avuto un posto d'onore accanto al professor Caruso.



uffa2
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Re: Australian study turns HIV against itself

Messaggio da uffa2 » venerdì 3 aprile 2015, 17:08

L'Australia è un grande Paese, c'è tanto spazio per allevare le bufale...


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