Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzante?

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
ThunderGuy
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da ThunderGuy » sabato 6 giugno 2015, 11:55

sì, Keanu, l'interferone si usa per trattare condizioni autoimmuni - Sclerosi, Paraparesi Spastica etc.. - ma anche mielodisplasie / mastocitosi e cose di questo genere. Ha funzione antivirale ed immunomodulante.

buon weekend



alfaa
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da alfaa » sabato 6 giugno 2015, 18:33

Dora in che senso spararla grossa?

Ho letto e a grandi linee ho capito che ci si augura che questa cosa serva per l'eradicazione e la cosa molto positiva è che si trova già in fase 3. Ma (a meno che non abbia tradotto io bene) non ho letto nessuna affermazione alla Ensoli di cura certa,cioè leggere "UN GIORNO( quale giorno? nel 2027 magari? ) potrebbe (potrebbe appunto) curare l'hiv " mi sembra una affermazione abbastanza comune cauta e generica tra i ricercatori che studiano queste cose. Non mi viene da pensare dopo aver letto questa ricerca che tra pochissimo ci sarà certamente una cura.
Forse mi sfugge qualche passaggio ?



alfaa
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da alfaa » sabato 6 giugno 2015, 18:45

Keanu ha scritto:Bah! Da un lato penso che un ricercatore non dovrebbe lanciarsi in certe dichiarazioni quando non ha ancora nessuna certezza, e sappiamo tutti che quando si parla di HIV l'inganno è sempre dietro l'angolo. Forse Montaner ha scovato qualcosa di buono, perché con quest'atteggiamento lungimirante senza i numeri alla mano come dici tu Dora, rischia di perdere credibilità come scienziato. Dall'altro non vorrei che fosse il solito "cartello pubblicitario" di sé nel mondo della ricerca o la solita richiesta di $ per finanziare la solita Tat-tata!Preferisco l'atteggiamento cauto e umile di Savarino.
Una domanda.L'interferone-A in questione è lo stesso adoperato per la sclerosi multipla?

I numeri alla mano però io deduco li abbia se questa ricerca è addirittura in fase 3 e ha fatto questa( in ogni caso cauta ) affermazione. Non so se sono stati pubblicati però



Dora
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da Dora » sabato 6 giugno 2015, 21:03

Keanu ha scritto:Una domanda.L'interferone-A in questione è lo stesso adoperato per la sclerosi multipla?
Gli interferoni costituiscono una famiglia. Mi pare che per la sclerosi multipla si usi l'interferone-beta, mentre qui parliamo di -alfa (lo stesso usato contro l'HCV). Sono entrambi di tipo I.
alfaa ha scritto:Dora in che senso spararla grossa?

Ho letto e a grandi linee ho capito che ci si augura che questa cosa serva per l'eradicazione e la cosa molto positiva è che si trova già in fase 3. Ma (a meno che non abbia tradotto io bene) non ho letto nessuna affermazione alla Ensoli di cura certa,cioè leggere "UN GIORNO( quale giorno? nel 2027 magari? ) potrebbe (potrebbe appunto) curare l'hiv " mi sembra una affermazione abbastanza comune cauta e generica tra i ricercatori che studiano queste cose. Non mi viene da pensare dopo aver letto questa ricerca che tra pochissimo ci sarà certamente una cura.
Forse mi sfugge qualche passaggio ?
Alfaa, per te è normale che un ricercatore annunci a un giornale locale di avere ottenuto dei buoni risultati di un trial molto atteso e riccamente finanziato e di essere già passato alla fase III senza avere prima parlato di quei risultati in qualche congresso importante e/o pubblicato un articolo?
Fra l'altro, non c'è nessun trial suo su interferone-α2b in fase III iscritto in ClinicalTrials.gov - ce n'è uno in corso di fase II e ce n'è uno di fase II, che sta ancora reclutando i partecipanti e che sembra un doppione del precedente, solo con qualche variazione.

A me pare proprio che sia un comportamento irrituale. Non dico che non abbia dei risultati interessanti, non lo posso sapere. Aspetto di vedere che cosa racconterà fra un mese e mezzo a Vancouver. Come ho detto.



Dora
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da Dora » domenica 26 luglio 2015, 8:00

Ecco perché Luis Montaner a giugno, durante l'intervista a una TV locale di Filadelfia, l'ha sparata grossa.

Ho potuto vedere l'abstract che Montaner e il suo gruppo di lavoro al Wistar Institute hanno presentato a IAS 2015: lo trovate sotto, insieme al link al poster, che fornisce qualche informazione in più.

Quel che vediamo da quanto Montaner ha portato a Vancouver è che ha completato solo la parte preliminare del suo progetto di ricerca, cioè il trial NCT00594880, in cui si doveva capire quale fra due diversi dosaggi di interferone peghilato α2a (pegIFN-α2a, Pegasys di Genentech) fosse meglio usare - se 90 o 180 μg/settimana - per ottenere una diminuzione di DNA provirale integrato in persone con viremia soppressa dalla ART.
Poi però ci dice che pegIFN-α2b (Pegintron, Merck) è molto meglio, perché penetra meglio nei tessuti, quindi presumibilmente ha effetti maggiori sui reservoir.
Deve avere cambiato quindi il protocollo senza dircelo, perché poi cita sempre l'α2b. E anche delle differenze osservate fra i due diversi dosaggi del farmaco non ci dice nulla, solo che "20 settimane di trattamento con 180 μg/settimana di pegIFN-α2a hanno comportato una riduzione significativa (da 7.83 ± 4.08 a 2.92 ± 1.19 × 10^4 copie/CD4+) di HIV DNA integrato."

Una cosa un po' strana, ma vabbè.

I risultati presentati riguardano, in primo luogo, la sicurezza, la tollerabilità e gli affetti avversi del trattamento. Potevamo aspettarci rivelazioni sconvolgenti da un farmaco che è già stato testato da centinaia e migliaia di persone con coinfezione HIV/HCV? No. E infatti non ce ne sono. Vedere il poster per i dettagli.

Solo nel punto 2) del RESULTS SUMMARY ci dice che durante una interruzione analitica della ART di 4 settimane si è visto un aumento della viremia sopra la soglia di rilevabilità dei test nella metà dei partecipanti (9 su 18), con una VL mediana di 904 copie/mL e un range 163-101.040. Quando hanno ripreso la ART, in tutti la viremia è tornata irrilevabile.
È tanto, questo aumento mediano della viremia alla sospensione della ART? È poco? È di più che se i pazienti non avessero preso l'interferone? È stata fatta un'analisi filogenetica di quel virus per sapere da dove viene?

Se speravamo di sapere qualcosa di più di quello che - secondo la sua ipotesi di lavoro - dovrebbe portare all'eradicazione dell'HIV, dovremo aspettare le prossime esternazioni di Montaner alla stampa.

Ma quello che davvero preme a Montaner farci sapere nell'abstract e nel poster sono gli obiettivi futuri, le future ipotesi di lavoro.

Montaner ha infatti aperto un nuovo trial pilota di fase II - NCT01935089 - (l'ha fatto nel 2013, ma non stiamo a sottilizzare) e qui ci descrive che cosa intende fare e perché. Nel parlarci del futuro che ancora non conosce Montaner ci dà un'enorme quantità di dettagli. Proprio quelli che mancano sul passato, su quanto ha già fatto e ottenuto.
È bello pianificare il futuro con tanta attenzione, ma anche sapere qualcosa di più sulle basi concrete su cui il futuro sperato deve reggersi tanto triviale non mi pare. Un'occasione mancata, dunque.

"L'obiettivo a lungo termine della ricerca è valutare l'effetto di Peg-IFN-α-2b come immunoterapia contro il reservoir di HIV per potenziare strategie di eradicazione contro HIV.
Gli obiettivi a breve termine di questo progetto sono: a) determinare se Peg-IFN-α-2b riesce a ridurre i livelli di HIV-1 DNA provirale nelle PBMC e nel GALT di persone che hanno raggiunto una stabile ricostituzione immunitaria grazie alla ART, e b) determinare se una riattivazione dell'espressione di HIV-1 (mediante un breve periodo di interruzione della ART) è necessaria per ottenere questo effetto."

E dunque l'obiettivo primario del nuovo trial sarà, per la milionesima volta, la valutazione di praticabilità, sicurezza ed efficacia di un trattamento della durata di 20 settimane con 1 μg/kg/settimana di Peg-IFN-α-2b in pazienti con viremia soppressa dalla ART e ricostituzione immunitaria per ridurre i livelli di HIV DNA nei CD4 del sangue periferico.

Gli obiettivi secondari saranno

  • - la valutazione dei livelli di HIV DNA integrato e totale nelle PBMC e nel tessuto linfatico intestinale prima e dopo l'immunoterapia;
    - l'accertamento degli effetti dell'immunoterapia con Peg-IFN-α sulla replicazione di HIV mediante la misurazione della viremia residua;
    - la valutazione delle risposte anti-HIV cellulo-mediate;
    - l'accertamento se i cambiamenti nell'HIV DNA integrato si associno con livelli specifici di attivazione in qualche passaggio della cascata di segnalazione dell'interferone di tipo 1.


L'ipotesi clinica è che 20 settimane di Peg-IFN-α-2b in presenza di riattivazione dell'HIV a seguito di interruzione della ART comportino l'attivazione di meccanismi anti-HIV intrinseci e/o immuno-mediati, che porteranno a una diminuzione dei livelli del reservoir virale.

Onestamente, non mi pare che Montaner abbia già in mano l'eradicazione o che la veda anche da lontano. Tenendo conto che i suoi tempi sono stati finora lentissimi, mi auguro che i molti milioni di dollari che ha ricevuto per questa sperimentazione lo spingano a darsi una mossa (e che i suoi finanziatori gli suggeriscano di evitare di parlare con la stampa finché non può sbattere sul tavolo dei risultati concreti).

L'ultimo squarcio di futuro ce lo regala spiegandoci che sta reclutando pazienti anche per un nuovo studio clinico, cui è stato dato il bene augurante nome di "BEAT HIV" (NCT02227277). L'obiettivo di questa sperimentazione è capire se 20 settimane di 1 μg/kg/settimana di Peg-IFN-α-2b, in associazione o meno con sospensioni aperte della ART porteranno a significative riduzioni del reservoir di HIV latente rispetto alla stessa somministrazione di Peg-IFN-α-2b, ma senza interruzione della ART.

Questi sono gli schemi dei due studi clinici:

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Per i dettagli sugli identici criteri di inclusione ed esclusione, sulle tecniche di misurazione del reservoir, sui marker virologici e immunologici indagati, vi rimando al poster.





Fonti:



Dora
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Re: Interferone-A per cura funzionale e perfino sterilizzant

Messaggio da Dora » giovedì 21 aprile 2016, 8:30

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IFNα14, UN NUOVO CANDIDATO PER L'ERADICAZIONE DI HIV - Louis Montaner sta usando l'interferone sbagliato?


Mentre la storia infinita dei trial sull'interferone in funzione di eradicazione di HIV gestiti da Luis Montaner si arricchisce di un nuovo trial di fase II, che è rimasto fermo per un paio d'anni ed ora è finalmente in corso (NCT01935089 - Pilot Peg-Interferon-a2b in Decreasing Viral DNA in HIV), esce sul Journal of Virology un articolo scritto da ricercatori di diverse università tedesche coordinati da Ulf Dittmer (Università di Duisburg-Essen) e Kim Hasenkrug (1Laboratory of Persistent Viral Diseases, Rocky Mountain Laboratories, NIAID, NIH), che mette fortemente in dubbio che la scelta dell'inferferone alfa-2 (a o b che sia) sia quella corretta.

Questi ricercatori, che fin dall’abstract ricordano come, fra i 12 sottotipi conosciuti di IFNα, l’IFNα2 sperimentato da Montaner non abbia dimostrato di saper ridurre in modo consistente la viremia quando testato direttamente nei pazienti e non sia il sottotipo più efficace neppure in vitro, hanno messo a confronto l’IFNα2 con l’IFNα14 in un modello di topi umanizzati per osservarne l’efficacia sia come profilassi post esposizione, sia come trattamento dell’infezione acuta.

Quel che hanno osservato è che l’IFNα2 faceva ben poco, mentre l’IFNα14 riusciva a sopprimere in modo significativo sia la replicazione di HIV, sia il DNA provirale del reservoir, con migliore preservazione dei CD4 in genere e dei CD4 della memoria centrale in particolare, e tempo di rebound un poco più lungo quando veniva sospesa la terapia. Bisognerà vedere se combinando l’IFNα14 con la ART i risultati saranno ancora migliori.

Inoltre, l’inefficacia della terapia con IFNα2 si è associata a iperattivazione immunitaria, mentre l’azione dell’IFNα14 ne ha comportato la diminuzione e ha anche avuto l’effetto di indurre l’aumento di fattori di restrizione come l’APOBEC3G che causano ipermutazioni nel virus che lo rendono meno adatto a replicarsi.

Fino ad oggi, le terapie basate sull’attività antivirale degli interferoni si sono concentrate quasi esclusivamente sull’IFNα2 e in effetti questo ha dimostrato di funzionare abbastanza bene contro l’HBV e l’HCV. Ma, secondo gli autori dell’articolo, i deludenti risultati contro l’HIV dovrebbero indurre a sperimentare altri sottotipi di IFNα, in combinazione con una ART standard, come strategia di cura.

L’ IFNα14 sembra un buon candidato.





FONTE:



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