ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reservoir?

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Dora
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ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reservoir?

Messaggio da Dora » giovedì 16 agosto 2012, 14:51

Mi sono resa conto che non abbiamo nessun thread dedicato alla ART in fase acuta.
Riprendo dunque un messaggio scritto un paio di settimane or sono in un altro thread, traducendo le parti che là erano in inglese.

Appena possibile, seguiranno altri approfondimenti.

Dora ha scritto:
nordsud ha scritto:Se non ricordo male in Francia ci sono delle persone che sono senza viremia da anni dopo l'interruzione della haart che avevano iniziato non in fase acuta. Mi sbaglio ?
Sì, sì. Anzi, se ricordo bene, eri stato proprio tu a parlarci dello studio di Hocqueloux (appena riavremo l'archivio, potremo rivedere quel lungo thread, con tutte le discussioni che facemmo allora e anche tutte le smentite da parte di Chun, con quei suoi disgraziatissimi pazienti. Rammenti?).

Si tratta della coorte VISCONTI e questi sono i link:
***************

[Aggiunta del 6 agosto 2012]

A smorzare non poco gli entusiasmi, questo commento ai risultati della coorte VISCONTI scritto da David Margolis per Natap mi ha fatto tornare in mente tante delle osservazioni che facemmo riguardo al lavoro di Hocqueloux un paio d'anni fa:
  • Charline Bacchus [...] ha presentato i dati della coorte francese VISCONTI. I pazienti dei “Virological and Immunological Studies in CONtrollers after Treatment Interruption (VISCONTI)” hanno iniziato la ART entro 10 mesi dall’inizio dell’infezione (in media 40 giorni) e poi, dopo alcuni anni di terapia soppressiva, hanno interrotto la ART e mostrato un controllo della viremia. Bacchus ha riferito di 12 pazienti, un sottogruppo della coorte, che hanno controllato l’HIV con RNA <50 c/ml dopo interruzione della ART, per una mediana di 76 [IQR: 67.5-84.5] mesi dopo 3 [IQR: 1.7-5.9] anni di terapia.

    Ci sono stati grande interesse e grande eccitazione attorno alla coorte VISCONTI. Personalmente, io ritengo che ciò sia dovuto a una speranza irrealistica che arrivare a una cura funzionale sia più semplice di quanto appaia. La ragione per cui questi pazienti sono riusciti a controllare la viremia dopo aver interrotto la ART non è chiara. Infatti, la coorte ha ribaltato tutte le aspettative. Si era stabilito che gli elite controller hanno un basso picco della viremia durante la fase acuta (AHI – acute HIV infection), ma così non è stato per i controller post-ART della coorte Visconti. L’HLA B35 era sovra-rappresentato nella coorte Visconti, mentre non lo erano – come ci si sarebbe potuti aspettare – gli alleli protettivi HLA B27 o B57.

    Nelle altre coorti dove si erano studiati i controller, questi presentavano alti valori di interferone gamma misurati con Enzyme-linked immunosorbent spot (ELISPOT) in risposta agli antigeni anti-HIV, cosa che non si è verificata nella coorte Visconti. L’attivazione delle cellule misurata da CD38+ DR+ era alta nei controller, mentre era bassa nel gruppo della Visconti. Bacchus e Saéz-Cirión hanno ipotizzato che almeno 12 mesi di ART data in fase acuta possano controllare la viremia per almeno 2 anni nel 5-15% dei pazienti.

    Secondo me, molti di questi pazienti sono stati trattati in una fase precoce, ma non acuta dell’infezione. E, in base alla nostra esperienza a Chapel Hill, è raro trovare elite controller come sono stati trovati nella Visconti dopo la ART data in fase acuta, ma forse il 5% è raro.
    Da quel che ho capito, la coorte Visconti è stata composta con pazienti che presentavano sintomi di infezione acuta (una minoranza fra tutti quelli in fase acuta), che si sono presentati dai medici in Francia richiedendo la ART e sono stati arruolati.
    Sono entrati nella coorte circa 750 pazienti e i controller sono stati solo 14. Direi che resta ancora da dimostrare che si tratta di un nuovo fenomeno, qual è la reale durata del controllo [della viremia] sul lungo periodo e che sia la ART ad aumentare la frequenza degli elite controller, piuttosto che un’osservazione casuale.

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[Aggiunta del 16 agosto 2012]

La relazione di Richard Jefferys sulla coorte VISCONTI: i dubbi aumentano sempre di più.

La coorte VISCONTI
  • Fra i dati che hanno ricevuto maggior pubblicità presentati al simposio della IAS, sono stati quelli di una coorte francese (chiamata VISCONTI), composta da 14 persone messe in terapia entro 10 settimane dall’inizio dell’infezione e che, dopo una media di circa 3 anni di ART, hanno interrotto i trattamenti e sono riuscite a mantenere un controllo della viremia a meno di 50 copie/mL per un lungo periodo di tempo (una mediana di 6,6 anni, con un range di 4-9,5 anni).
    Questo studio è stato al centro di una relazione generale di Asier Saéz-Cirión e della presentazione di un abstract da parte della sua collega Christine [in realtà Charline] Bacchus (quest’ultima è stata ripetuta durante AIDS 2012 e per breve tempo è stata reso disponibile un video, che purtroppo pare che ora sia stato rimosso).
    I risultati preliminari erano già stati pubblicati e presentati: in una lettera ad AIDS nel 2010, in cui si descrivevano i dati di 5 membri della coorte su un totale di 32, che riuscivano a controllare la viremia dopo aver sospeso la ART da una mediana di 6,25 anni – definiti “post-treatment controllers (PTC)”.
    Al CROI 2011 un poster segnalava che il numero dei PTC era salito a 10 (durata mediana del controllo: 6 anni) e, in particolare, 5 di queste persone mostravano anche una diminuzione nel tempo dei reservoir dell’HIV (misurati dai livelli di HIV DNA).

    Asier Saéz-Cirión ha aggiornato questi risultati con l’informazione che ci sono ora 14 PTC. Il numero delle persone che hanno avuto una diminuzione dei livelli di HIV DNA è diminuito da 5 a 4, rispetto al report del CROI dell’anno scorso. Saéz-Cirión ha messo in evidenza una serie di caratteristiche insolite di questa coorte, che distingue questi pazienti dagli elite controller. La cosa più importante è che sono privi di quei geni HLA favorevoli, associati sovente agli elite, l’HLA B*57 e il B*27. Anzi, circa la metà dei PTC ha l’HLA B*35, che nelle infezioni da HIV non trattate è associato a un rischio notevolmente aumentato di rapida progressione della malattia.
    Inoltre, le risposte dei CD8 HIV-specifici sono di dimensioni minori rispetto a quelle che si vedono tipicamente negli elite controller, così come sono bassi anche i livelli di attivazione immunitaria e di HIV DNA. I dati sulle risposte dei CD4 HIV-specifici non sono ancora disponibili.

    Saéz-Cirión ha tentato di stabilire con quale frequenza si verifichi il fenomeno del “post-treatment control” dopo il trattamento durante l’infezione acuta. Da una analisi preliminare del Database degli Ospedali francesi, sono stati individuate 765 persone che hanno iniziato la ART entro 6 mesi dall’infezione e l’hanno proseguita per almeno un anno. un sottogruppo di 74 che hanno interrotto la ART: il 15,7% di questi hanno mantenuto viremie irrilevabili per un minimo di 2 anni. Saéz-Cirión ha citato anche uno studio di Cécile Goujard e colleghi, che è stato pubblicato poco dopo il congresso nella rivista Antiviral Therapy; in questo caso, su 164 partecipanti, l’8,5% ha mantenuto viremie al di sotto della rilevabilità per due anni dopo l’interruzione, e il 7,2% per tre anni.
    Di contro, Saéz-Cirión ha fatto notare che una analisi di 34.317 persone HIV+ in Francia ha individuato soltanto 81 elite controller, stabilendo che la proporzione stimata di persone presumibilmente in grado di controllare la viremia in assenza di ART si attesta sullo 0,24%.

    La durata del controllo della viremia nella coorte VISCONTI la rende evidentemente diversa dalle altre, ed è comprensibile che la si studi come un possibile modello di “cura funzionale”, in cui l’HIV è soppresso senza trattamenti, pur senza essere eradicato.
    Tuttavia, ci sono molte domande che attendono risposta e delle apparenti contraddizioni con altri studi, che devono essere affrontate e risolte.
    Saéz-Cirión notato che tutti i 14 pazienti tranne uno hanno avuto una infezione primaria sintomatica e avevano alte viremie e bassi CD4 nel momento in cui hanno iniziato la ART. Nelle sue parole: la loro infezione primaria pareva “più severa” rispetto a quanto accade di solito.
    Tuttavia, nello studio della Goujard che lui ha citato, i fattori associati al divenire “post-treatment controller” erano opposti: alti CD4 e basse viremie (oltre al sesso femminile).
    Una analisi indipendente della frequenza dei PTC – che gli autori riconoscono essere nata sulla scia dei dati della VISCONTI – è stata pubblicata online il 23 luglio negli Archives of Internal Medicine. Sono state identificate 259 persone tratte dalla coorte multi-nazionale CASCADE per aver ricevuto la ART entro 3 mesi dal momento dell’infezione. In questa analisi, la probabilità di mantenere lo status di PTC a 24 mesi dall’interruzione della ART è stata del 5,5%, e le caratteristiche di queste 11 persone non differivano da quelle del resto della popolazione studiata.

    A Saéz-Cirión è stato chiesto durante il simposio dei livelli dei marker infiammatori e di ogni altro evento clinico dei PTC della coorte VISCONTI. Ha risposto che le analisi sono ancora in corso.
    Per quanto riguarda i numeri dei CD4, Saéz-Cirión ha sostenuto che solo uno dei 14 pazienti sta mostrando un declino nel corso del tempo.

    La ragione della apparente sovra-rappresentazione dell’HLA B*35 non è ancora chiara e, quando è stato interrogato su questo, Saéz-Cirión ha ipotizzato che il possesso di questo allele potrebbe spiegare l’alta prevalenza di sintomi nella coorte, che è quello che ha spinto i pazienti a iniziare presto la ART.
    Tuttavia, da studi pubblicati [già da un decennio] non pare esserci una associazione fra HLA B*35 e sintomi dell’infezione primaria.
    A complicare ulteriormente la questione, c’è il fatto che esistono dei sottogruppi di HLA B*35 chiamati Px e Py, e solo delle persone che possiedono l’HLA B*35 Px si sa che hanno sperimentato una rapida progressione della malattia: la distribuzione di Px vs Py nella coorte VISCONTI non è ancora nota.
Ultima modifica di Dora il venerdì 17 agosto 2012, 10:43, modificato 1 volta in totale.



Leon
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Leon » giovedì 16 agosto 2012, 18:54

Io non so se tutta questa storia sia vera o no, e fin dall'inizio l'ho presa molto con le pinze. Tuttavia, è un ben curioso modo di "ragionare" quello di negare a priori un eventuale fenomeno solo perché non rientra, o addirittura contrasta, con le conoscenze che si hanno (o si crede di avere) in un dato momento. E, non a caso, lo vediamo applicato alla perfezione dall'esimio professor Margolis, che d'ora in poi chiamerò "il testina dell'AIDS" (e che, oltre che uno scemo, è anche un gran cazzaro/imbroglione - non dimentichiamocelo).

E' il modo di pensare dei limitati, dei dogmatici (con possibile aggiunta di fanatismo) e degli inconcludenti, che non arrivano da nessuna parte. Un esempio luminoso è costituito dai (sempre meno) famosi "dissidenti", "dissenzienti", o come cavolo si chiamano, di cui non parlo mai perché non mi sono mai interessati né mi interessano, e il cui modello di ragionamento si reggeva SEMPRE sulla "logica" del "com'è possibile che un virus di soli nove geni ... ?" con, al posto dei puntini, la qualunque CHE ERA LI' DA VEDERE!

Dove ha condotto, in ormai quasi trent'anni, quest'uso puramente e sterilmente retorico/scettico del "com'è possibile"? AL NULLA, perché questa gente non è affatto "alternativa", visto che di alternative non ne ha mai offerte né ne offre: è gente inutile, come purtroppo ne esiste moltissima anche nell'ambito dell'"ortodossia", con la rimarchevole differenza che mentre gli alternativi, a parte i proventi che ricavano da qualche "paziente" aspirante suicida, non costano nulla, mantenere certi ortodossi, con le loro scoperte inutili e le loro sperimentazioni fallite in partenza, comporta un grande spreco di fondi.

Tornando a bomba, come comportarsi, trovandosi nella situazione giusta, cioè nei primi 6 mesi dall'infezione? A mio parere, visto che non costa sostanzialmente nulla, questa carta del farsi curare subito è senz'altro da giocare; se poi si riveleranno tutte balle, si rimarrà delusi e niente di più.



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » venerdì 17 agosto 2012, 6:54

Leon ha scritto:Io non so se tutta questa storia sia vera o no, e fin dall'inizio l'ho presa molto con le pinze. Tuttavia, è un ben curioso modo di "ragionare" quello di negare a priori un eventuale fenomeno solo perché non rientra, o addirittura contrasta, con le conoscenze che si hanno (o si crede di avere) in un dato momento. E, non a caso, lo vediamo applicato alla perfezione dall'esimio professor Margolis, che d'ora in poi chiamerò "il testina dell'AIDS" (e che, oltre che uno scemo, è anche un gran cazzaro/imbroglione - non dimentichiamocelo).
Margolis deve essere una di quelle persone che, durante le cene informali, passano il tempo a spettegolare e tagliare i panni addosso a tutti. Un comportamento odioso, che ho ritrovato in una percentuale allarmante di docenti universitari.
A parte questo e a parte la naturale antipatia del personaggio e le sue stesse ambiguità scientifiche, le sue acidate non mi sembrano mai campate per aria e in questo caso meno ancora del solito. Inoltre, a suo merito va il fatto che quello che molti dicono in privato, lui lo dice in pubblico.

Questi francesi [e meno male che çaçaçaça se ne è rimasto in silenzio] si sono presentati a Washington con il codazzo di giornalisti che parlavano di cura funzionale, ma hanno portato dei dati ancora una volta parziali; la Bacchus ha risposto in modo assai balbettante alle domande che le sono state rivolte dopo la presentazione orale (sarà per questo che il video dopo un paio di giorni è sparito? - peccato davvero che non mi sia venuto in mente di scaricarlo); e soprattutto i dati raccolti da quella che tu stesso avevi ai tempi definito la crème de la crème selezionata da uno studio OSSERVAZIONALE RETROSPETTIVO sono in totale contrasto con quelli di altri studi.
Perché a loro dovremmo fare degli sconti che ad altri non siamo disposti a fare?

In sostanza, non mi pare che Margolis abbia un atteggiamento antiscientifico, ma credo che semplicemente esprima delle più che legittime perplessità, che fra l'altro sono rincarate dal post di Richard e sono pure molto simili a quelle che abbiamo espresso noi quando abbiamo letto la lettera di Hocqueloux a AIDS.

Come al solito, bisogna aspettare che tutte queste anticipazioni si trasformino in un articolo, con qualche ordinata e completa tabellina di dati e qualche ipotesi che spieghi una percentuale così spropositata di PTC rispetto a quella normalmente rinvenuta in altri studi (15% rispetto allo 0,5!!).

Resta il fatto che quei 14 pazienti – sia pure per ragioni che sono ancora misteriose – dimostrano di avere sviluppato una risposta immunitaria che controlla per un periodo prolungato la viremia in assenza di ART. Per loro, un risultato fantastico. Per il resto del mondo, un aneddoto.



Leon
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Leon » venerdì 17 agosto 2012, 7:46

Dora, in poche parole: secondo me siamo in uno di quei casi in cui, almeno in prima istanza e visti tutti i "buchi" esistenti nelle varie comunicazioni, BISOGNA INNANZITUTTO ACCERTARE SE IL FENOMENO ESISTE O NO (dove nel "no" comprendo anche artefatti statistici più o meno involontari).

A parte questo, realizzo adesso che anche noi, NEL NOSTRO PICCOLO, un gruppetto di trattati in fase precoce (entro 6 mesi dall'infezione) ce l'abbiamo. Uno del gruppetto è Davidino (che ricordo molto nettamente perché è stato il primo a scrivere addirittura dall'ospedale, dove era ricoverato per la sindrome acuta), ma sicuramente non è l'unico, perché ricordo un altro (ma non il suo nick :( ) che, sempre in fase acuta, era stato (sperimentalmente) trattato per un certo tempo anche con il Celsentri (oltre alla classica triplice che non so più da che cosa fosse composta, ma mi pare Truvada+Prezista/r), e mi sembra che ci sia qualcun altro ancora (CD4lover??? Non ricordo bene i suoi tempi).

Mi piacerebbe sapere: a queste persone, da parte dei loro infettivologi, è stato ventilato qualcosa del tipo interruzione dei farmaci dopo un certo tempo? :?: :?: :?:



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » venerdì 17 agosto 2012, 8:07

Leon ha scritto:Dora, in poche parole: secondo me siamo in uno di quei casi in cui, almeno in prima istanza e visti tutti i "buchi" esistenti nelle varie comunicazioni, BISOGNA INNANZITUTTO ACCERTARE SE IL FENOMENO ESISTE O NO
Non ti starai per caso prenotando per una allegra cena d'inizio anno accademico a Chapel Hill?!
Finirà che mi darai ragione: il pargolo pare una iena, ma spesso le sue critiche sono sensate.

a queste persone, da parte dei loro infettivologi, è stato ventilato qualcosa del tipo interruzione dei farmaci dopo un certo tempo? :?: :?: :?:
Sarebbe davvero interessante.
Perché non apriamo un thread in una sezione più frequentata di questa, direi in "Forum HIV e AIDS", in cui chiediamo a chi è entrato in terapia durante la fase acuta o addirittura la sieroconversione (Davidino al primo test era risultato negativo e solo dopo un mese di ospedale ha rifatto il test, questa volta positivo :cry: ) di raccontarci come gli è stata presentata la cosa dagli infettivologi?
Un titolo che attiri l'attenzione, del tipo:

IMPORTANTE! APPELLO A CHI È ENTRATO IN TERAPIA IN FASE ACUTA

... e poi nel messaggio spieghiamo quel che vogliamo sapere, preparando magari anche una serie di domande, in modo da rendere ben chiare le nostre curiosità.



skydrake
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ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reservoir?

Messaggio da skydrake » venerdì 17 agosto 2012, 20:07

e mi sembra che ci sia qualcun altro ancora (CD4lover??? Non ricordo bene i suoi tempi)
Si, CD4lover rientra benissimo nei tempi, ma ti farebbe saltare ogni statistica: dopo più di un anno di antiretrovirali non è ancora riuscito ad azzerare completamente la viremia.



Leon
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Leon » sabato 18 agosto 2012, 8:26

skydrake ha scritto:
e mi sembra che ci sia qualcun altro ancora (CD4lover??? Non ricordo bene i suoi tempi)
Si, CD4lover rientra benissimo nei tempi, ma ti farebbe saltare ogni statistica: dopo più di un anno di antiretrovirali non è ancora riuscito ad azzerare completamente la viremia.
Orpo, è vero! :o

Comunque sia, ciò che conta per far numero (pur con la grossa riserva del suo gruppo più unico che raro, che non so quanto possa influire/pesare) è solo che sia stato trattato come quelli della coorte Visconti, che - ricordo - prevede l'INIZIO DELLA HAART ENTRO 10 SETTIMANE (circa 2 mesi e 10 giorni) DAL CONTAGIO. Sicuro che sia il suo caso?



Leon
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Leon » sabato 18 agosto 2012, 8:38

Dora ha scritto:Perché non apriamo un thread in una sezione più frequentata di questa, direi in "Forum HIV e AIDS", in cui chiediamo a chi è entrato in terapia durante la fase acuta o addirittura la sieroconversione (Davidino al primo test era risultato negativo e solo dopo un mese di ospedale ha rifatto il test, questa volta positivo :cry: ) di raccontarci come gli è stata presentata la cosa dagli infettivologi?
Un titolo che attiri l'attenzione, del tipo:

IMPORTANTE! APPELLO A CHI È ENTRATO IN TERAPIA IN FASE ACUTA

... e poi nel messaggio spieghiamo quel che vogliamo sapere, preparando magari anche una serie di domande, in modo da rendere ben chiare le nostre curiosità.
Sì, però conviene aspettare una decina di giorni, in modo che rientrino un po' tutti.
...Poi bisogna anche che ripeschi dei grafici su delle "fasi" (che hanno anche un nome che non ricordo più), perché coi tempi della fase acuta/precoce non si scherza, e a mettere insieme 100 giorni, 3 mesi e ADDIRITTURA 6 mesi, come hanno fatto 'sti francesi, si combina un gran pasticcio e basta. (*)

(*) ...Per non parlare di Markowitz, che all'ultimo IAC ha tirato in ballo i trattati ENTRO DIECI GIORNI (o qualcosina di più? Non ricordo più esattamente). Vorrei proprio sapere, visto che si tratta di gente, oltre che sieronegativissima, ancora completamente asintomatica, dove cacchio li ha pescati (facilmente, si tratta di PEP fallite, o tentate alla disperata fuori tempo massimo) e soprattutto, in prospettiva, come pensa di estendere questo suo discorso al MONDO REALE.



skydrake
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ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reservoir?

Messaggio da skydrake » sabato 18 agosto 2012, 9:09

Leon ha scritto:
skydrake ha scritto:
e mi sembra che ci sia qualcun altro ancora (CD4lover??? Non ricordo bene i suoi tempi)
Si, CD4lover rientra benissimo nei tempi, ma ti farebbe saltare ogni statistica: dopo più di un anno di antiretrovirali non è ancora riuscito ad azzerare completamente la viremia.
Orpo, è vero! :o

Comunque sia, ciò che conta per far numero (pur con la grossa riserva del suo gruppo più unico che raro, che non so quanto possa influire/pesare) è solo che sia stato trattato come quelli della coorte Visconti, che - ricordo - prevede l'INIZIO DELLA HAART ENTRO 10 SETTIMANE (circa 2 mesi e 10 giorni) DAL CONTAGIO. Sicuro che sia il suo caso?
a memoria si, anche se di poco perché ha un altro record: l'ELISA è risultato positivo solo al 42 giorno. Per essere sicuri, basta guardare i suoi post di inizio primavera 2011, nello storico.
Immagine



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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » sabato 18 agosto 2012, 10:14

Leon ha scritto:
Dora ha scritto:Perché non apriamo un thread (...)
Sì, però conviene aspettare una decina di giorni, in modo che rientrino un po' tutti.
...Poi bisogna anche che ripeschi dei grafici su delle "fasi" (che hanno anche un nome che non ricordo più), perché coi tempi della fase acuta/precoce non si scherza, e a mettere insieme 100 giorni, 3 mesi e ADDIRITTURA 6 mesi, come hanno fatto 'sti francesi, si combina un gran pasticcio e basta. (*)

(*) ...Per non parlare di Markowitz, che all'ultimo IAC ha tirato in ballo i trattati ENTRO DIECI GIORNI (o qualcosina di più? Non ricordo più esattamente). Vorrei proprio sapere, visto che si tratta di gente, oltre che sieronegativissima, ancora completamente asintomatica, dove cacchio li ha pescati (facilmente, si tratta di PEP fallite, o tentate alla disperata fuori tempo massimo) e soprattutto, in prospettiva, come pensa di estendere questo suo discorso al MONDO REALE.
Perfetto. Io te lo ricordo a fine mese e tu, che sei mooolto più bravo in queste cose, lo prepari. Immagine

Ora segue un messaggio su un lavoro per certi aspetti analogo a quello sulla coorte VISCONTI; magari di Markowitz ci sarà modo di parlare ancora.
Ho anche letto un articolo pieno di statistica, ma che mi è parso assai interessante, sulla valutazione del reservoir dei CD4 in persone che hanno iniziato la ART in fase acuta. È stato scritto da Nancie Archin e Alan Perelson (più letteralmente una marea di gente, da persone che lavorano con Maldarelli a Myron Cohen, da Coffin, a Eron, al prezzemolino Margolis) ed è uscito su PNAS a giugno. Se riesco, spero di scrivere un post per domani.



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