Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

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Dora
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Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da Dora » martedì 24 luglio 2012, 8:09

Qualcuno ricorderà che negli scorsi anni è capitato più volte di parlare dell’idrossiclorochina (HCQ) e delle sue proprietà immunomodulanti e anti-infiammatorie; in particolare credo che l'ultima volta sia stato in relazione a uno studio di Clerici e del suo gruppo di lavoro al Sacco sulla somministrazione di HCQ ad immunologic non responders, presentato al CROI 2011 e confermato con un successivo articolo su Blood (quando il nostro archivio tornerà disponibile, cercherò i link): Hydroxychloroquine drastically reduces immune activation in HIV-infected, antiretroviral therapy–treated immunologic nonresponders.

Le conclusioni di quella ricerca erano state che l’HCQ aveva un effetto significativo sull’attivazione immunitaria, probabilmente grazie alla sottomodulazione dell’espressione del Toll-like Receptor (TLR) e alla riduzione di quantità di lipopolisaccaride (LPS) circolante nel sangue. Il guaio era che la somministrazione di HCQ non aveva avuto portato nessun beneficio in termini di ripresa dei CD4, che era in effetti il problema dal quale si era partiti.

Arrivano ora i dati di un trial randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo su persone HIV+ non in terapia con ARV e, a quanto pare, delle conclusioni di Clerici dobbiamo buttare via tutto.

In sintesi:
  • • Nessuna differenza significativa nella attivazione dei CD8 fra il gruppo della HCQ e il gruppo del placebo;

    • Diminuzione del numero dei CD4 maggiore nel gruppo della HCQ rispetto al gruppo del placebo (molti hanno dovuto iniziare la ART durante il trial, a causa di una discesa dei CD4 sotto il limite delle 350 cellule/mL);

    • Maggiore aumento delle viremie nel primo gruppo rispetto al secondo.


Quella che si potrebbe definire una débâcle, che porta infatti gli autori della sperimentazione a concludere che è meglio occuparsi d’altro.


Andando più nei particolari, il lavoro di Nicolas Patton e dell’Hydroxychloroquine Trial Team sembra fatto tutto per bene, anche se il numero di pazienti arruolati è abbastanza basso (83: 41 nel gruppo HCQ, 43 nel gruppo placebo), perché l’idea era quella di partire con uno studio pilota e poi, se tutto andava bene, espanderlo.

Poiché l’idrossiclorochina è un farmaco da prendersi una volta al giorno, che ha un buon profilo di sicurezza sul lungo periodo e costa poco, l’ipotesi di partenza era che potesse essere un candidato ideale per diminuire l’attivazione immunitaria e l’infiammazione e quindi rallentare la progressione della malattia in persone con infezione da HIV recente.

I dettagli dell'impostazione dello studio sono ben sintetizzati dalla figura 1, che descrive lo schema del trial, e dalla tabella 1, che fornisce le caratteristiche dei partecipanti al momento dell’ingresso nella sperimentazione.


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Come mostrato dalla tabella 2, fra i due gruppi
  • • non ci sono state differenze nella attivazione dei CD8 (misurata dalla percentuale di cellule che esprimevano il CD38 e l’HLA-DR);

    • non ci sono state differenze significative né nella attivazione dei CD4, né nei livelli di D-dimero o di IL-6, né nell’espressione del Ki-67 su CD4 e CD8 o in altre citochine infiammatorie;

    • i pazienti che hanno preso l’HCQ hanno avuto una riduzione significativa nel numero totale dei CD4;

    • il tempo in cui si è verificata la prima discesa dei CD4 al di sotto della soglia limite per iniziare la terapia (350 cellule/mL) è stato considerevolmente più breve nel gruppo che ha preso l’HCQ;

    • il numero dei CD8 totali e dei linfociti totali è stato più basso nel gruppo dell’HCQ, ma la percentuale di CD4 e CD8 è rimasta invariata;

    • ci sono stati una significativa riduzione della proporzione dei CD8 memoria centrale e un aumento nella proporzione dei CD8 terminalmente differenziati nel gruppo dell’HCQ rispetto al placebo; invece nessun cambiamento nei CD8 naive o negli effettori;

    • analogo discorso per i CD4;

    • le viremie sono aumentate in modo consistente nel gruppo dell’HCQ, molto meno in quello del placebo;

    • per quanto riguarda le reazioni avverse, i due gruppi sono stati equivalenti (vedere tabella 3 nell’articolo).


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Pesante, in particolare, la delusione riguardo al numero dei CD4 e alle viremie (si pensava anche a un effetto specificamente antivirale dell’HCQ):

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COMMENTO di Paton e colleghi:
  • “Questo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha dimostrato che l’idrossiclorochina non è di beneficio nel modificare il corso della malattia da HIV in pazienti con alto numero di CD4 e che non hanno ancora iniziato la terapia antiretrovirale.

    In contrasto con la nostra ipotesi iniziale, abbiamo trovato che l’idrossiclorochina ha accelerato il declino nel numero dei CD4 e avvicinato il momento di inizio della terapia antiretrovirale. Questo risultato inatteso contrasta con i risultati di piccoli trial comparativi a breve termine fatti in precedenza (…).

    Anche la scoperta che l’idrossiclorochina ha aumentato le viremie dell’HIV è stata inaspettata, poiché alcuni studi in vitro avevano dimostrato che clorochina e idrossiclorochina diminuiscono la replicazione dell’HIV (…).

    Avevamo scelto l’attivazione dei CD8 come obiettivo primario, perché precedenti studi in vitro avevano indicato che l’idrossiclorochina può bloccare diversi momenti del processo di attivazione dei linfociti T, e anche perché non ci aspettavamo che una sperimentazione piccola fosse abbastanza potente da rilevare differenze nei numeri dei CD4. Non abbiamo trovato prove di un effetto significativo dell’idrossiclorochina sulla attivazione dei CD8. È possibile che ci sia stato un effetto sulla diminuzione dell’attivazione immunitaria, ma che questo sia stato indebolito dall’aumento delle viremie (che tende a far aumentare l’attivazione immunitaria). Tuttavia, anche dopo avere aggiustato le statistiche per tener conto delle viremie, continuava a non esserci alcun effetto dell’idrossiclorochina sull’immuno-attivazione, quindi questa pare una spiegazione poco plausibile dell’assenza di un qualsiasi effetto. (…)

    In conclusione, l’idrossiclorochina non ha diminuito l’attivazione immunitaria, ma ha invece avuto un effetto rovinoso sul numero dei CD4 e sull’aumento della replicazione dell’HIV in pazienti con infezione cronica non in terapia antiretrovirale. Questi risultati non escludono la possibilità che l’idrossiclorochina diminuisca l’attivazione immunitaria e l’infiammazione in pazienti in ART. Ma, dal momento che possono esserci effetti complessi e non prevedibili, gli interventi sulla attivazione immunitaria devono essere valutati in modo rigoroso in trial randomizzati e controllati fatti come si deve”.





Articolo: Effects of Hydroxychloroquine on Immune Activation and Disease Progression Among HIV-Infected Patients Not Receiving Antiretroviral Therapy - A Randomized Controlled Trial



skydrake
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Re: Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da skydrake » martedì 24 luglio 2012, 9:22

Ma poi l'idrossiclorochina non era quella che in caso di uso prolungato poteva portare ad accumuli irreversibili nell'iride portando alla cecità?
Potrei capire un uso di qualche giorno per la malaria (almeno una volta si usava per quella), ma per ripulire i reservoirs sarebbe stata comunque un po' troppo pericolosa.



Dora
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Re: Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da Dora » martedì 24 luglio 2012, 9:29

skydrake ha scritto:Ma poi l'idrossiclorochina non era quella che in caso di uso prolungato poteva portare ad accumuli irreversibili nell'iride portando alla cecità?
Sì hai ragione, infatti uno dei criteri di esclusione dallo studio erano pregresse retinopatie. In più, tutti i partecipanti sono stati tenuti sotto controllo. Ma problemi, in questo trial, non ce ne sono stati:

  • Thirty-four participants in the hydroxychloroquine group had a formal eye examination performed at the end of the study or at the time of study drug discontinuation, and none had evidence of hydroxychloroquine-associated retinopathy or other new abnormalities detected.

Potrei capire un uso di qualche giorno per la malaria (almeno una volta si usava per quella), ma per ripulire i reservoirs sarebbe stata comunque un po' troppo pericolosa.
Non c'era nessuna intenzione di eradicare. L'obiettivo era diminuire l'attivazione immunitaria in persone non in ART.



Leon
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Re: Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da Leon » martedì 24 luglio 2012, 22:47

Dora ha scritto:Arrivano ora i dati di un trial randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo su persone HIV+ non in terapia con ARV e, a quanto pare, delle conclusioni di Clerici dobbiamo buttare via tutto.
Non sarebbe la prima volta (pensa solo a quel suo studio - veramente "da computer" - sugli HLA degli LTNP che, per motivi a me incomprensibili, era stato accolto con titoli strillati da tutti i media italiani e che è poi naturalmente rimasto quel binario morto che era già all'inizio).

A parte questo, anche se è chiaro che uno non apprende "con gioia" risultati come quelli che hai riportato, personalmente trovo che studi fatti metodologicamente e statisticamente con tutti i sacri crismi, e che per giunta danno risposte così nette, siano comunque preziosi per mettere ordine e fare repulisti in limbi fumosi e strapieni di tutto un po', quale quello relativo all'HIV e connessa malattia.

Quindi, un grazie speciale per questo tuo resoconto. Immagine



Dora
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Re: Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da Dora » giovedì 5 giugno 2014, 9:47

L'ennesima smentita al lavoro di Clerici e colleghi sulla clorochina come modulatore dell'attivazione immunitaria viene dai risultati di uno studio canadese (Routy et al - NCT02004314) su immunologic non responders: a 19 persone in ART soppressiva e con scarsa ripresa immunologica (≤350 CD4/μL) sono stati somministrati 250 mg/giorno di clorochina per 24 settimane, nell'ipotesi che questo farmaco anti-infiammatorio influisse sulla ripresa dei CD4 e facesse diminuire il livello dei marker di attivazione.

A 0, 24 settimane di somministrazione e a 12 settimane dalla fine della somministrazione, sono stati valutati gli effetti collaterali della clorochina, i numeri e le percentuali dei CD4 e dei CD8, la viremia, l'attivazione dei linfociti T, la proporzione di cellule dendritiche plasmacitoidi (pDC) e dei marker infiammatori nel plasma (D-dimero, proteina C reattiva, citochine varie).

Risultati: la clorochina è stata ben tollerata e tutti i pazienti hanno mantenuto viremie irrilevabili. Ma, per il resto, la clorochina non ha minimamente influito né sulla ripresa dei CD4, né sull'attivazione delle cellule linfoidi e mieloidi, né sui marker di infiammazione.

Un'altra strada a fondo cieco per gli INR.

DdD: c'era proprio bisogno di fare questo studio? Le conclusioni chiarissime del trial inglese randomizzato, in doppio cieco e con placebo su persone con HIV ma NON in terapia di due anni fa non erano abbastanza "conclusive"?




Fonte
- articolo su HIV Medicine: Assessment of chloroquine as a modulator of immune activation to improve CD4 recovery in immune nonresponding HIV-infected patients receiving antiretroviral therapy



Dora
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Re: Idrossiclorochina contro l'immunoattivazione? NO GRAZIE!

Messaggio da Dora » martedì 19 luglio 2016, 15:56

VORINOSTAT + IDROSSICLOROCHINA + MARAVIROC = NESSUN EFFETTO DEGNO DI NOTA SUL RESERVOIR


Ad AIDS 2016, a nome del SEARCH 019 study group, Jintanat Ananworanich ha presentato uno studio proof of concept randomizzato in cui a 10 persone (prevalentemente uomini) che avevano iniziato la terapia durante la fase acuta (8 durante lo stadio Fiebig III/ 2 e 2 durante lo stadio Fiebig IV), e che dunque presumibilmente avevano un reservoir molto ridotto, per 10 settimane sono stati somministrati vorinostat, idrossiclorochina e maraviroc in aggiunta ai loro regimi di ART (3 cicli di VOR, 400 mg/giorno, 14 giorni sì, 14 no; 400 mg/giorno di HCQ; 1200 mg/giorno di MAR).
Come gruppo di controllo, 5 persone che avevano iniziato durante lo stadio Fiebig III e sono state trattate solo con ART.

La viremia mediana alla diagnosi era 6,1 e 5,6 log copie/mL nel gruppo VHM group e nel gruppo di controllo.
I CD4 mediani erano rispettivamente 397 e 532 e l'HIV DNA mediano nelle PBMC era rispettivamente 837 e 594 copie/milione di cellule.

Tutti avevano viremia soppressa da almeno 48 settimane e più di 450 CD4. E tutti, dopo le 10 settimane di trattamento, hanno sospeso ogni terapia per altre 10 settimane.

Due persone nel gruppo VHM hanno avuto seri eventi avversi, uno ha dovuto abbandonare lo studio per insufficienza renale e trombocitopenia.
14 partecipanti hanno sospeso la ART (9 del gruppo VHM+ART, 5 del gruppo sola ART).

L'HIV DNA totale nelle PBMC non ha avuto variazioni; né si sono visti cambiamenti nella frequenza dei CD4 e CD8 attivati, né durante il trattamento con VHM, né durante l'interruzione della terapia; né si sono visti cambiamenti nei livelli dei marker di attivazione immunitaria (IP10, MCP1, sCD14, sCD163).

Anche se nel gruppo VHM si è potuto misurare un piccolo aumento della viremia di basso livello durante il trattamento, l'effetto sul reservoir è stato nullo, poiché tutti hanno avuto un rapido rebound delle viremie, senza differenze fra i due gruppi (mediana: 22 giorni, range: 2-11 settimane, con le 11 settimane raggiunte da uno del gruppo solo ART).


Nessuno ha sofferto si sindrome retrovirale acuta.
Tutti hanno riconquistato viremia irrilevabile quando hanno ripreso la ART, senza che i profili genotipici delle resistenze mostrassero alcun cambiamento.

Insomma:

  • - il trial è fallito: il vorinostat, l'idrossiclorochina e l'intensificazione della ART, tutti insieme, al reservoir non hanno fatto niente;
    - in questo studio durata della ART, HIV DNA totale nelle PBMC, viremia misurata con single copy assay, rapporto CD4/CD8 non hanno predetto il tempo di rebound.


Ananworanich e colleghi mestamente ammettono che la strada della cura è un'altra. Quale? Boh. (Ma a me l'idrossiclorochina non è mai sembrata 'sta gran cosa - vedere questo thread che ho riesumato per l'occasione. Non parliamo poi di metterla insieme col vorinostat, l'HDACi che odio di più ...)


È stato fatto anche uno studio sull'impatto del trattamento di VOR, HCQ e MAR + ART sul sistema nervoso centrale a seguito dell'interruzione della ART, prelevando liquido cerebrospinale (prima del trattamento, alla 10° settimana, durante la sospensione e poi alla ripresa della ART), cui hanno aggiunto test neuropsicologici e risonanza magnetica.
L'impatto del trattamento non si è visto, né nel bene, né nel male:

  • - tutti i partecipanti partivano con viremia < 20 nel liquor e anche quando, alla 10° settimana di trattamento anti-latenza, si è sospesa la ART di RNA virale nel liquor non se ne è trovato (quindi il reservoir cerebrale - se mai esisteva in persone trattate precocemente - non è stato riattivato);
    - la viremia nel liquido cerebrospinale è diventata rilevabile in due partecipanti al momento del rebound nel plasma, 3/4 settimane dopo l'interruzione della ART (25 e 42 copie nel liquor, corrispondenti a 35.796 ed 329 nel plasma);
    - la proteina CFK, che è un marker che segnala il danneggiamento della barriera emato-encefalica, è salita appena sopra il limite in uno del gruppo VHM;
    - la preformance neuropsicologica è migliorata in tutti, tranne che in un partecipante del gruppo VHM;
    - le risonanze magnetiche non hanno rilevato cambiamenti né a livello neuronale, né a livello infiammatorio.



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