[SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
giovane888
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da giovane888 » mercoledì 16 febbraio 2022, 16:16

sembra molto importante, a mio parere, anche perchè questo tipo di risultati imprimono un'accelerazione e investimento nella ricerca. Ricordo di aver visto i grafici dove si vedevano gli investimenti nella ricerca prima del paziente di berlino, forse neanche una decina di milione di euro, a circa 50-100 di oggi, ogni anno. Solo il Nih ha conferito nei prossimi anni https://www.bio-itworld.com/news/2021/0 ... s-children circa 53 milioni di dollari in ricerca a 10 organizzazioni, ma sappiamo bene che ci sono altre organizzazioni private che investono, non solo in america, ma anche in Europa, in Asia, in Africa.


Può essere una spinta a continuare o aumentare gli investimenti in questo campo? Secondo me sì.

Poi ho letto, mi dirai tu se è troppo ottimistica oppure verosimile che questo tipo di trapianto, se accertato da ulteriori verifiche, potrebbe curare funzionalmente da una dozzina fino a 50 persone con lo stesso percorso della persona. Sarà da vedere, ma già poter fare un'ipotesi del genere è qualcosa da apprezzare.

Sicuramente il fatto che sia stata diagnosticata in fase acuta, potrebbe in parte "falsare" il risultato, ma sappiamo anche bene che il missisipi baby anch'esso fu iniziata preventivamente ma il problema è che comunque i serbatoi per quanto piccoli già c'erano. E toglierli da lì con questa metodologia è comunque importante.

Comunque sì è bene andarci con i piedi di piombo, anche il paziente di "San paolo" stava portando a ipotesi azzardate, come poi rivelatesi, anche se 4 anni sono già un modo per dire remissione.


Inoltre una domanda, quelli considerati guariti o curati funzionalmente come il london Patient, the berlin patient, Loreen willsberg, il paziente esperanza, i loro test anticorpali (il classico test hiv) rivelano di essere positivi o negativi? È una mia curiosità



Dora
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » mercoledì 16 febbraio 2022, 16:50

giovane888 ha scritto:
mercoledì 16 febbraio 2022, 16:16
Poi ho letto, mi dirai tu se è troppo ottimistica oppure verosimile che questo tipo di trapianto, se accertato da ulteriori verifiche, potrebbe curare funzionalmente da una dozzina fino a 50 persone con lo stesso percorso della persona. Sarà da vedere, ma già poter fare un'ipotesi del genere è qualcosa da apprezzare.
Secondo me, questo caso rafforza molto di più il razionale dei trapianti autologhi con staminali modificate via editing genetico: sono più facili, meno rischiosi, possono essere fatti su persone che come unica patologia hanno HIV, se funzionano potrebbero diventare scalabili abbastanza in fretta. I trapianti eterologhi in chi ha HIV + un cancro continuano a comportare dei rischi che nessuno che abbia solo HIV dovrebbe assumersi e sono solo una extrema ratio.
Sicuramente il fatto che sia stata diagnosticata in fase acuta, potrebbe in parte "falsare" il risultato, ma sappiamo anche bene che il missisipi baby anch'esso fu iniziata preventivamente ma il problema è che comunque i serbatoi per quanto piccoli già c'erano. E toglierli da lì con questa metodologia è comunque importante.
La Mississippi Baby, è una bambina.
Sì, se fai un condizionamento radicale pre-trapianto la speranza è di far fuori quasi tutte le cellule latentemente infette, quindi alla fin fine che il reservoir sia grande o piccolo potrebbe cambiare poco. Se invece fai un condizionamento leggero, come nel caso dei trapianti autologhi, e per di più non conti su un effetto di Graft vs Virus, allora il fatto che il reservoir sia piccolo, magari anche in cellule non troppo infrattate in zone difficili da raggiungere come il cervello (non fai la Total Body Irradiation, quindi ti giochi l'effetto sul sistema nervoso centrale che le radiazioni hanno senz'altro), potrebbe fare una grande differenza.
Comunque sì è bene andarci con i piedi di piombo, anche il paziente di "San paolo" stava portando a ipotesi azzardate, come poi rivelatesi, anche se 4 anni sono già un modo per dire remissione.
Sì, sono d'accordo. Tra l'altro, io sto sempre aspettando che Ricardo Diaz ci dica se il suo paziente è stato così sconsiderato da infettarsi di nuovo, oppure ha fatto lui una pessima opera di maldicenza. Mi sa che non ce lo dirà mai e per questo lo riterrò molto scorretto. È un episodio penoso, che mi ricorda un analogo passo falso fatto da Alain Lafeuillade a Marsiglia, una decina d'anni fa, quando pareva avessero trovato tracce di DNA virale in Timothy Brown e lui, che non faceva parte del team che lo seguiva, mise in giro il sospetto che si fosse reinfettato. Timothy era presente a quel congresso come ospite d'onore e queste insinuazioni gli fecero malissimo.
Inoltre una domanda, quelli considerati guariti o curati funzionalmente come il london Patient, the berlin patient, Loreen willsberg, il paziente esperanza, i loro test anticorpali (il classico test hiv) rivelano di essere positivi o negativi? È una mia curiosità
Come ho accennato nel post di stamattina, la perdita degli anticorpi sembra essere un aspetto connesso alla cura: la sieroreversione (test anticorpale da positivo a negativo) è avvenuta nel Berlin Patient, nel London Patient e la salutiamo adesso nella New York Patient.
Anche nei Boston Patients, se non ricordo male, dopo il trapianto la caduta dello stimolo antigenico aveva comportato il crollo dei livelli di anticorpi e la sieroreversione. Poi però c'è stato in entrambi il rebound delle viremie e il ritorno della positività al test anticorpale.
La cosa è forse meno marcata nei casi di cura senza trapianto, perché di Loreen Willenberg sappiamo che aveva livelli di anticorpi molto bassi, mentre della Esperanza Patient sappiamo che potrebbe aver avuto una sieroconversione parziale fin dall'inizio, con solo alcune bande del WB positive. Non mi è chiaro se adesso le due siano HIV negative.



giovane888
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da giovane888 » mercoledì 16 febbraio 2022, 21:51

Dora ha scritto:
mercoledì 16 febbraio 2022, 16:50
giovane888 ha scritto:
mercoledì 16 febbraio 2022, 16:16
Poi ho letto, mi dirai tu se è troppo ottimistica oppure verosimile che questo tipo di trapianto, se accertato da ulteriori verifiche, potrebbe curare funzionalmente da una dozzina fino a 50 persone con lo stesso percorso della persona. Sarà da vedere, ma già poter fare un'ipotesi del genere è qualcosa da apprezzare.
Secondo me, questo caso rafforza molto di più il razionale dei trapianti autologhi con staminali modificate via editing genetico: sono più facili, meno rischiosi, possono essere fatti su persone che come unica patologia hanno HIV, se funzionano potrebbero diventare scalabili abbastanza in fretta. I trapianti eterologhi in chi ha HIV + un cancro continuano a comportare dei rischi che nessuno che abbia solo HIV dovrebbe assumersi e sono solo una extrema ratio.
Sicuramente il fatto che sia stata diagnosticata in fase acuta, potrebbe in parte "falsare" il risultato, ma sappiamo anche bene che il missisipi baby anch'esso fu iniziata preventivamente ma il problema è che comunque i serbatoi per quanto piccoli già c'erano. E toglierli da lì con questa metodologia è comunque importante.
La Mississippi Baby, è una bambina.
Sì, se fai un condizionamento radicale pre-trapianto la speranza è di far fuori quasi tutte le cellule latentemente infette, quindi alla fin fine che il reservoir sia grande o piccolo potrebbe cambiare poco. Se invece fai un condizionamento leggero, come nel caso dei trapianti autologhi, e per di più non conti su un effetto di Graft vs Virus, allora il fatto che il reservoir sia piccolo, magari anche in cellule non troppo infrattate in zone difficili da raggiungere come il cervello (non fai la Total Body Irradiation, quindi ti giochi l'effetto sul sistema nervoso centrale che le radiazioni hanno senz'altro), potrebbe fare una grande differenza.
Comunque sì è bene andarci con i piedi di piombo, anche il paziente di "San paolo" stava portando a ipotesi azzardate, come poi rivelatesi, anche se 4 anni sono già un modo per dire remissione.
Sì, sono d'accordo. Tra l'altro, io sto sempre aspettando che Ricardo Diaz ci dica se il suo paziente è stato così sconsiderato da infettarsi di nuovo, oppure ha fatto lui una pessima opera di maldicenza. Mi sa che non ce lo dirà mai e per questo lo riterrò molto scorretto. È un episodio penoso, che mi ricorda un analogo passo falso fatto da Alain Lafeuillade a Marsiglia, una decina d'anni fa, quando pareva avessero trovato tracce di DNA virale in Timothy Brown e lui, che non faceva parte del team che lo seguiva, mise in giro il sospetto che si fosse reinfettato. Timothy era presente a quel congresso come ospite d'onore e queste insinuazioni gli fecero malissimo.
Inoltre una domanda, quelli considerati guariti o curati funzionalmente come il london Patient, the berlin patient, Loreen willsberg, il paziente esperanza, i loro test anticorpali (il classico test hiv) rivelano di essere positivi o negativi? È una mia curiosità
Come ho accennato nel post di stamattina, la perdita degli anticorpi sembra essere un aspetto connesso alla cura: la sieroreversione (test anticorpale da positivo a negativo) è avvenuta nel Berlin Patient, nel London Patient e la salutiamo adesso nella New York Patient.
Anche nei Boston Patients, se non ricordo male, dopo il trapianto la caduta dello stimolo antigenico aveva comportato il crollo dei livelli di anticorpi e la sieroreversione. Poi però c'è stato in entrambi il rebound delle viremie e il ritorno della positività al test anticorpale.
La cosa è forse meno marcata nei casi di cura senza trapianto, perché di Loreen Willenberg sappiamo che aveva livelli di anticorpi molto bassi, mentre della Esperanza Patient sappiamo che potrebbe aver avuto una sieroconversione parziale fin dall'inizio, con solo alcune bande del WB positive. Non mi è chiaro se adesso le due siano HIV negative.
Grazie risposta competisssima. Però non ho capito bene se ci sono e quali sono gli studi che stanno tentando questa strada delle cellule staminali modificate geneticamente.

Sicuramente questa strada credo che la tenteranno in altre persone simili a questo risultato e visto che dicono che diagnosi simile alla sua (ovvero positivo e leucemia mieloide) ve ne sono fino a 50 all'anno, si potrà capire relativamente presto se è stato un caso "fortuito" dove la diagnosi tempestiva ha influenzato pesantemente la remissione oppure se è replicabile perchè efficace anche con reservoir più grandi e con una diagnosi tardiva o comunque "intermedia".

Se dicono che vi sono altre opportunità di ritentare il procediment relativo ad una diagnosi simile, altre informazioni si potranno avere relativamente presto e avere maggiori dati.



Dora
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » giovedì 17 febbraio 2022, 6:21

giovane888 ha scritto:
mercoledì 16 febbraio 2022, 21:51
non ho capito bene se ci sono e quali sono gli studi che stanno tentando questa strada delle cellule staminali modificate geneticamente.
Sul genere di quelli raccontati in questi thread, qualcuno già in sperimentazione clinica:

- CRISPR/Cas9: distruggere il gene CCR5 o l’HIV DNA integrato
- [STUDI]Cannon_trapianto staminali umane rese CCR5- in topi 2
- Cal-1: trapianto di CD4 e staminali modificati (Calimmune)
Sicuramente questa strada credo che la tenteranno in altre persone simili a questo risultato e visto che dicono che diagnosi simile alla sua (ovvero positivo e leucemia mieloide) ve ne sono fino a 50 all'anno, si potrà capire relativamente presto se è stato un caso "fortuito" dove la diagnosi tempestiva ha influenzato pesantemente la remissione oppure se è replicabile perchè efficace anche con reservoir più grandi e con una diagnosi tardiva o comunque "intermedia".

Se dicono che vi sono altre opportunità di ritentare il procediment relativo ad una diagnosi simile, altre informazioni si potranno avere relativamente presto e avere maggiori dati.
Sì, senz'altro se ne stanno facendo e se ne faranno altri, perché necessari per provare a curare il concomitante cancro, e ormai, come abbiamo visto per la New York Patient, esistono studi clinici ben strutturati. Ma sono una soluzione di ultima istanza. Aggiungi che trovare donatori di staminali che siano CCR5 negativi è molto difficile, perché la delezione omozigote Δ32 è assai rara, e che oltre ad essere CCR5 negativi devono pure essere compatibili. Di solito, quando si deve fare un trapianto, non c'è tanto tempo per aspettare di trovare le staminali perfette e ci si deve accontentare di quel che si trova a portata di registro. Poi magari hai trovato le staminali perfette e il paziente muore per un'infezione o per la Graft, o per una recidiva del cancro. Il ricordo più doloroso per me è quello del Piccolo Ninja, che aveva solo 12 anni e che se n'è andato a causa della Graft.
Insomma è tutto molto complicato e finora i successi sono stati pochi.
Queste complicazioni sono state il motore per cercare una soluzione più praticabile e la si è trovata nella terapia genica.

In tutto questo, ho completamente dimenticato il Düsseldorf Patient, che probabilmente è la quarta persona guarita mediante trapianto. Me lo dimentico, perché si parla poco di lui e le ultime notizie "scientifiche" risalgono al CROI 2019. Ma di recente Björn Jensen, uno dei medici che l'hanno in cura, ha dichiarato che ormai è da 3 anni senza cART e non ha avuto nessun rebound della viremia. Se ci scrivessero sopra un bell'articolo, farebbero un favore a tutti.



giovane888
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da giovane888 » giovedì 17 febbraio 2022, 17:51

Dora ha scritto:
giovedì 17 febbraio 2022, 6:21
giovane888 ha scritto:
mercoledì 16 febbraio 2022, 21:51
non ho capito bene se ci sono e quali sono gli studi che stanno tentando questa strada delle cellule staminali modificate geneticamente.
Sul genere di quelli raccontati in questi thread, qualcuno già in sperimentazione clinica:

- CRISPR/Cas9: distruggere il gene CCR5 o l’HIV DNA integrato
- [STUDI]Cannon_trapianto staminali umane rese CCR5- in topi 2
- Cal-1: trapianto di CD4 e staminali modificati (Calimmune)
Sicuramente questa strada credo che la tenteranno in altre persone simili a questo risultato e visto che dicono che diagnosi simile alla sua (ovvero positivo e leucemia mieloide) ve ne sono fino a 50 all'anno, si potrà capire relativamente presto se è stato un caso "fortuito" dove la diagnosi tempestiva ha influenzato pesantemente la remissione oppure se è replicabile perchè efficace anche con reservoir più grandi e con una diagnosi tardiva o comunque "intermedia".

Se dicono che vi sono altre opportunità di ritentare il procediment relativo ad una diagnosi simile, altre informazioni si potranno avere relativamente presto e avere maggiori dati.
Sì, senz'altro se ne stanno facendo e se ne faranno altri, perché necessari per provare a curare il concomitante cancro, e ormai, come abbiamo visto per la New York Patient, esistono studi clinici ben strutturati. Ma sono una soluzione di ultima istanza. Aggiungi che trovare donatori di staminali che siano CCR5 negativi è molto difficile, perché la delezione omozigote Δ32 è assai rara, e che oltre ad essere CCR5 negativi devono pure essere compatibili. Di solito, quando si deve fare un trapianto, non c'è tanto tempo per aspettare di trovare le staminali perfette e ci si deve accontentare di quel che si trova a portata di registro. Poi magari hai trovato le staminali perfette e il paziente muore per un'infezione o per la Graft, o per una recidiva del cancro. Il ricordo più doloroso per me è quello del Piccolo Ninja, che aveva solo 12 anni e che se n'è andato a causa della Graft.
Insomma è tutto molto complicato e finora i successi sono stati pochi.
Queste complicazioni sono state il motore per cercare una soluzione più praticabile e la si è trovata nella terapia genica.

In tutto questo, ho completamente dimenticato il Düsseldorf Patient, che probabilmente è la quarta persona guarita mediante trapianto. Me lo dimentico, perché si parla poco di lui e le ultime notizie "scientifiche" risalgono al CROI 2019. Ma di recente Björn Jensen, uno dei medici che l'hanno in cura, ha dichiarato che ormai è da 3 anni senza cART e non ha avuto nessun rebound della viremia. Se ci scrivessero sopra un bell'articolo, farebbero un favore a tutti.
Grazie e sempre completa di notizie, veramente un punto di riferimento per tutti.
Comunque sì l'operazione è delicatissima e non scordiamoci che è stata sottoposta a chemioterapia e radioterapia completa, che posso solo lontanamente immaginare quanto siano state dolorose, seppur sia riuscita ad uscire dopo solo 15 giori dall'intervento e ora dicano che sia felice e conduca una vita normale.

Sul ccr5, giusto le ultime delucidazioni, pare, non ricordo dove l'ho letto ma appena posso te lo posto, che questa procedura abbia permesso anche di bloccare la porta CXCR4 e non solo la ccr5, non sò per quale motivo. Queste come ben sai sono le due porte di entrata e spesso il virus può, dipende immagino dal suo tropismo, entrare da una o dall'altra porta.

Ultima considerazione: il paziente di dusseldorf sembra non essere proprio calcolato come terzo paziente, infatti viene menzionato anche dai media generalisti come la terza persona curata. In realtà non dovrebbe essere la quarta? Credo che il paziente sia ancora vivo e in remissione, però sembra passato in sordina, forse per mancanza di informazioni più approfondite. Non lo sò.
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » giovedì 17 febbraio 2022, 18:25

giovane888 ha scritto:
giovedì 17 febbraio 2022, 17:51
Sul ccr5, giusto le ultime delucidazioni, pare, non ricordo dove l'ho letto ma appena posso te lo posto, che questa procedura abbia permesso anche di bloccare la porta CXCR4 e non solo la ccr5, non sò per quale motivo.
Sì, se ne parla in un report su AIDSmap, ma anche i ricercatori non hanno capito come mai quelle staminali siano resistenti anche ai virus X4-tropici:
Laboratory tests showed that the new cells were resistant to HIV and, surprisingly, they were even impervious to HIV strains that use the CXCR4 receptor rather than CCR5 to enter cells, which Bryson could not explain.
Non so che dire, aspettiamo che diano maggiori dettagli in un articolo.
il paziente di dusseldorf sembra non essere proprio calcolato come terzo paziente, infatti viene menzionato anche dai media generalisti come la terza persona curata. In realtà non dovrebbe essere la quarta? Credo che il paziente sia ancora vivo e in remissione, però sembra passato in sordina, forse per mancanza di informazioni più approfondite.
Pare stia bene, sia in remissione per il cancro e senza rebound virale da quando ha smesso la cART 3 anni fa - così ha detto lo scorso novembre chi l'ha in cura. Certo che se non ne parlano attraverso un articolo scientifico o la presentazione a un congresso diventa difficile dirne alcunché.



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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » mercoledì 27 luglio 2022, 15:53

❤️ E siamo a 4 ... ❤️

EDIT: siamo a 5, in realtà ... dimentico sempre il Düsseldorf Patient, del quale si parla poco, ma che ormai dovrebbe aver raggiunto abbastanza tempo senza cART e senza ritorno della viremia da poter essere considerato guarito (o in remissione, o quel che si vuole).


Dal thread [AIDS 2022] Montreal e virtualmente, 29 luglio - 2 agosto
Dora ha scritto:
mercoledì 27 luglio 2022, 15:45
Dora ha scritto:
mercoledì 27 luglio 2022, 5:26
Dora ha scritto:
lunedì 11 luglio 2022, 16:17
Late Breaker Track B (per questo abstract: The “City of Hope” Patient: prolonged HIV-1 remission without antiretrovirals (ART) after allogeneic hematopoietic stem cell transplantation (aHCT) of CCR5-Δ32/Δ32 donor cells for acute myelogenous leukemia (AML))
I dati relativi al possibile caso clinico di remissione segnalato nel primo post di questo thread saranno presentati e discussi a Montreal soltanto lunedì prossimo. In modo piuttosto irrituale, però, il caso sarà anticipato da Jana Dickter, City of Hope, durante una conferenza stampa oggi dedicata ai Scientific Highlights del congresso.
È probabilmente la notizia migliore che arriverà da AIDS 2022, quindi capisco che ci sia fretta di darla. Rimane tuttavia, a mio parere, assai poco opportuno che si offra un caso clinico importante in pasto alla stampa e all'opinione pubblica prima che la comunità scientifica abbia avuto modo di farsene un'opinione informata.

Capisco comunque che, in un contesto di notizie pesantissime, ci sia la necessità di risollevare il morale.
Ed ecco il comunicato stampa di City of Hope sul caso clinico della quarta persona con HIV e cancro ematologico che ha raggiunto uno stato di remissione a seguito di trapianto di staminali difettive (CCR5-Δ32/Δ32), cioè resistenti a HIV.
Patient achieves HIV and blood cancer remission three decades after HIV diagnosis through stem cell transplant at City of Hope
  • . Known as the City of Hope patient, he is the fourth patient in the world and the oldest to go into long-term remission of HIV without antiretroviral therapy (ART) for over a year after receiving stem cells from a donor with a rare genetic mutation. He is now 66 years old. He was 63 when he received the transplant.

    . Among those patients, he also had HIV the longest, since 1988, before going into remission for HIV and leukemia.

    . Patient's case opens up opportunities for older patients living with HIV and a blood cancer to receive a transplant and achieve remission for both diseases if a donor with rare genetic mutation can be identified.

    . Research presented today at AIDS 2022 press conference, highlighting the latest HIV research.

    . City of Hope is a global leader in stem cell transplantation for patients with blood cancers and patients with HIV/blood cancer.
LOS ANGELES — City of Hope, one of the largest cancer research and treatment organizations in the United States, announced today that a 66-year-old man who was diagnosed with HIV in 1988 has been in remission of the virus for over 17 months after stopping antiretroviral therapy (ART) for the disease following a stem cell transplant from an unrelated donor for leukemia, according to research presented today at the AIDS 2022 press conference by Jana K. Dickter, M.D., City of Hope associate clinical professor in the Division of Infectious Diseases. He received the transplant nearly 3 1/2 years ago at City of Hope.

The man, known as the City of Hope patient, lived with HIV for over 31 years, the longest of any of the three previous patients with HIV who have gone into remission for a blood cancer and HIV. He was 63 years old when he received a transplant, the oldest patient to receive a transplant and go into remission for HIV and leukemia.

The patient received a chemotherapy-based, reduced-intensity transplant regimen prior to his transplant that was developed by City of Hope and other transplant programs for treatment of older patients with blood cancers. Reduced-intensity chemotherapy makes the transplant more tolerable for older patients and reduces the potential for transplant-related complications from the procedure.

The patient received a blood stem cell transplant at City of Hope in early 2019 for acute myelogenous leukemia from an unrelated donor who has a rare genetic mutation, homozygous CCR5 Delta 32. That mutation makes people who have it resistant to acquiring HIV. CCR5 is a receptor on CD4+ immune cells, and HIV uses that receptor to enter and attack the immune system. But the CCR5 mutation blocks that pathway, which stops HIV from replicating.

The City of Hope patient has not shown any evidence of having replicating HIV virus since the transplant. He stopped taking ART for HIV in March 2021. He might have been able to stop the therapies sooner but wanted to wait until he was vaccinated against COVID-19.


“We are proud to have played a part in helping the City of Hope patient reach remission for both HIV and leukemia. It is humbling to know that our pioneering science in bone marrow and stem cell transplants, along with our pursuit of the best precision medicine in cancer, has helped transform this patient’s life,” said Robert Stone, president and CEO of City of Hope and the Helen and Morgan Chu Chief Executive Officer Distinguished Chair. “The entire team at City of Hope is honored to make a difference every day in the lives of people with cancer, diabetes and other life-threatening diseases.”

“We were thrilled to let him know that his HIV is in remission and he no longer needs to take antiretroviral therapy that he had been on for over 30 years,” Dickter said. “He saw many of his friends die from AIDS in the early days of the disease and faced so much stigma when he was diagnosed with HIV in 1988. But now, he can celebrate this medical milestone.”

“The City of Hope patient’s case, if the right donor can be identified, may open up the opportunity for more older patients living with HIV and blood cancers to receive a stem cell transplant and go into remission for both diseases,” Dickter added.

“When I was diagnosed with HIV in 1988, like many others, I thought it was a death sentence,” the man, who wishes not to be identified, said. “I never thought I would live to see the day that I no longer have HIV. City of Hope made that possible, and I am beyond grateful.”

City of Hope is a leader in treating patients with blood cancers, as well as patients with HIV and blood cancers with transplants. City of Hope has one of the nation’s leading transplant programs and is at the forefront of using transplants to treat older adults with blood cancers. The institution has performed nearly 18,000 transplants since 1976.

City of Hope was one of the first centers in the United States to perform effective, curative autologous transplants, which use a person’s own stem cells, for patients with HIV-related lymphoma. When many centers still treated patients with low-intensity, noncurative treatment approaches, City of Hope challenged that paradigm by demonstrating that autologous transplants could be used to cure patients with HIV-related lymphomas who would otherwise die.

City of Hope further pioneered the use of gene-modified blood stem cell transplants to evaluate the use of stem cells engineered to be resistant to HIV infection. The institution was also a primary national co-leader in two National Cancer Institute-sponsored trials for autologous as well as allogeneic stem cell transplantation, which use a donor’s stem cells, for patients with HIV and blood cancers. These trials led to a change to the national standards of care on how best to manage this vulnerable patient population.

Leveraging their expertise in cellular immunotherapy, City of Hope scientists have also developed chimeric antigen receptor (CAR) T cells that can target and kill HIV-infected cells and control HIV in preclinical research. They are working to start a clinical trial using CAR T cell therapy, which has the potential to provide HIV patients with a lifelong viral suppression without ART.

“The City of Hope patient is another major advancement. It demonstrates that research and clinical care developed and led at City of Hope are changing the meaning of an HIV diagnosis for patients across the United States and the world,” said John Zaia, M.D., Ph.D., director of City of Hope’s Center for Gene Therapy, Aaron D. Miller and Edith Miller Chair for Gene Therapy and a leader in HIV research. “City of Hope remains at the forefront of clinical research that changes people’s lives for the better.”

Under the care of City of Hope hematologist Ahmed Aribi, M.D., assistant professor in the Division of Leukemia, the patient received three different therapies to get him into remission before receiving a transplant. Most patients achieve remission after one therapy. The remission is necessary because a transplant is an intensive procedure that can cause serious complications. The patient did not experience serious medical issues after transplant.

“This patient had a high risk for relapsing from AML [acute myeloid leukemia], making his remission even more remarkable and highlighting how City of Hope provides excellent care treating complicated cases of AML and other blood cancers,” Aribi said. [...]
La parte del comunicato stampa della IAS relativa al Paziente di City of Hope:

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Dora
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Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » domenica 31 luglio 2022, 8:34

A breve disponibili nella pagina di Natap dedicata a AIDS 2022 le slides complete del caso del City of Hope Patient e la sintesi scritta da Mark Mascolini, cui vorrei solo aggiungere che, a 41 mesi dal trapianto e a 16 dalla sospensione della cART, il WB continua ad avere delle bande positive, anche se meno che prima dell'intervento (mentre negli altri casi si è avuta sieroreversione completa).

Queste le slides principali.
[...] Now 66 years old, this white man got his HIV diagnosis in 1988. His nadir (lowest-ever) CD4 count stood below 100, but he had no opportunistic infections. From 1997 through 2018, his CD4 count varied between 243 to 1007 and his HIV RNA load remained undetectable for many years. Resistance genotyping in 1999 showed that he had standard mutations conferring high-level resistance to zidovudine and abacavir, intermediate resistance to TDF and TAF, and low-level resistance to emtricitabine (FTC) and lamivudine (3TC). The K103N mutation conferred resistance to first-line nonnucleosides.

The man’s medical history includes hypertension, hyperlipidemia, anal dysplasia, hypogonadism, central lobular emphysema well-controlled by inhalers, and markers of hepatitis B virus infection. At age 63, the man added a diagnosis of acute myelogenous leukemia to his history, and three courses of chemotherapy led to remission. At that point he changed his ART to FTC, TAF, and dolutegravir to lower risk of drug-drug interactions.

Testing for coreceptors that HIV uses to invade T cells showed that the stem cell donor was homozygous for CCR5delta32, rendering CCR5 receptors nonfunctional. (Homozygosity means inheriting a gene from both mother and father.) Before the stem cell transplant, the City of Hope patient had wild-type (nonmutated) homozygous CCR5 receptors. Most of this man’s coreceptors expressed R5, though he may have had some X4 minority variants.

The man continued ART more than 100 weeks after his stem cell transplant then stopped. Antiretroviral levels became undetectable several weeks after he stopped ART. Testing of peripheral blood mononuclear cells (PBMCs) 107 weeks after stem cell transplant showed no trace of HIV RNA per million CD4 cells. These tests for HIV reservoir virus remained negative 134 and 161 weeks after stem cell transplant and in cells collected by gut biopsy.

Challenging CD8-depleted PBMCs from this man showed no activation by measuring HIV p24 antigen when the challenge used an R5 lab strain (Bal). But low-level activation appeared after challenge with an X4 strain (NL4-3) or a dual R5/X4 strain (89.6).

The City of Hope team listed some similarities and differences between their patient and the Berlin, London, and IMPAACT P1107 stem-cell transplant patients. The Berlin, London, and IMPAACT individuals were a 40-year-old white man, a 40-year-old Hispanic man, and a middle-aged mixed-race woman, while the City of Hope patient was a 63-year-old white man. For those 4 people, the number of years lived with HIV at transplant were more than 10, 9, 6, and 31. The Berlin, London, and City of Hope men used matched unrelated donors, while the IMPAACT woman used a haplo-cord transplant (donated cord blood stem cells and half-matched [haploidentical] cells from a related donor). The 3 men had graft-versus-host disease after transplant and the woman didn’t. The Berlin patient had no infectious complications; the London man had cytomegalovirus and Epstein-Barr virus (EBV) reactivation treated by rituximab; the IMPAACT woman had EBV reactivation treated with rituximab; the City of Hope man had probable invasive pulmonary aspergillosis.

The world awaits continued follow-up of this stem cell transplant patient and peer review of data collected so far.

Reference
1. Dickter JK, Weibel S, Cardoso A, et al. The 'City of Hope' patient: prolonged HIV-1 remission without antiretrovirals (ART) after allogeneic hematopoietic stem cell transplantation (alloHCT) of CCR5-delta32/delta32 donor cells for acute myelogenous leukemia (AML). AIDS 2022, July 29-August 2, Montreal. Abstract OALBB0104.


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Dora
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Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da Dora » lunedì 20 febbraio 2023, 18:00

Dora ha scritto:
mercoledì 27 luglio 2022, 15:53
❤️ E siamo a 4 ... ❤️

EDIT: siamo a 5, in realtà ... dimentico sempre il Düsseldorf Patient, del quale si parla poco, ma che ormai dovrebbe aver raggiunto abbastanza tempo senza cART e senza ritorno della viremia da poter essere considerato guarito (o in remissione, o quel che si vuole).
❤️ Che bello! Sì, siamo davvero a 5. Il Paziente di Düsseldorf, Marc, di cui abbiamo avuto notizia per la prima volta al CROI del 2016, nonostante due ricadute nella leucemia e la riattivazione di alcune infezioni croniche, oggi è in relativamente buona salute ed è in remissione per HIV, da 4 anni senza bisogno di prendere la cART: nessun rebound della viremia, nessun segno immunologico della persistenza di HIV. ❤️

L'articolo su Nature Medicine di Björn-Erik Ole Jensen et al. è uscito oggi pomeriggio, tanto che il comunicato stampa porta la data di domani, ma si tratta proprio di lui: 2011 leucemia mieloide; 2013 trapianto di staminali CCR5 negative; condizionamento pre-trapianto leggero; graft vs host leggera, ma persistente.
2018 sospensione degli antiretrovirali.

In-depth virological and immunological characterization of HIV-1 cure after CCR5Δ32/Δ32 allogeneic hematopoietic stem cell transplantation

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_andrea_
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Iscritto il: giovedì 18 maggio 2017, 14:42

Re: [SUCCESSI] Il paziente tedesco II

Messaggio da _andrea_ » martedì 21 febbraio 2023, 11:18

bello ,si, ma si puo pensare che la terapia usata per lui si possa estendere poi per tutti noi?


sono un uomo tutto casa e chiesa..........quello che mi frega è il percorso

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