VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Curioso
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Curioso » domenica 3 dicembre 2017, 1:02

bellissimi reportage complimenti a tutti

più che i contenuti mi colpiscono i toni:

pacatezza - calma nell'argomentazione - nessun trionfalismo/nessun allarmismo.


Ho l'impressione che la soluzione completa del problema non è alla portata della nostra generazione - parlo per me quarantenne -

e che bisogna puntare a graduali, progressivi miglioramenti nella gestione.

Un po' come avviene per il diabete.


Poi va bè. Prometeo è sempre dietro l'angolo. E la scintilla di una nuova "invenzione" può sempre sconvolgerci meravigliosamente la vita!


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Ehi
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Ehi » mercoledì 6 dicembre 2017, 13:19

Tu Dora, che idea ti sei fatta? Credi che nel prossimo futuro arriveremo ad una cura eradicante?



Dora
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Dora » mercoledì 6 dicembre 2017, 16:00

Ehi ha scritto:Tu Dora, che idea ti sei fatta? Credi che nel prossimo futuro arriveremo ad una cura eradicante?
Ricordi, Ehi? Ne abbiamo parlato anche qualche settimana fa. È difficile fare previsioni e chi ci ha provato è regolarmente stato smentito dai fatti, ma se mi permetti di rimanere vaga sui tempi credo di poter provare ad approfondire quello che ci dicemmo verso metà novembre.
L'idea che mi sono fatta è maturata in questi ultimi 4 anni, dopo aver visto i risultati a dir tanto modesti di diversi trial clinici sullo "shock and kill", che è la teoria finora più sperimentata fra quelle che propongono una strategia di cura, e dopo aver atteso invano che arrivasse un secondo Berlin Patient, nonostante a un certo numero di persone sia stato fatto un trapianto di staminali destinate a ricostruire un sistema immunitario che lasciasse sbarrata al virus una delle due porte che usa per entrare nelle cellule.
Credo che gli studi fatti in questi anni ci dicano che l'eradicazione completa di HIV è possibile (cosa che nessuno aveva il coraggio di dire fino al 2010-11), ma estremamente improbabile e che forse richiede delle pratiche dai rischi tutto sommato inaccettabili per persone che hanno soltanto un'infezione che si può controllare molto bene con i farmaci che abbiamo già oggi e con quelli sempre più efficaci e meno tossici che arriveranno nei prossimi anni.
Restano però tutte aperte le molte strade che potrebbero portare a una cura funzionale e tutte le strategie di cui ci hanno parlato i quattro scienziati nelle interviste meritano di essere seguite fino in fondo.
Penso, poi, che per ciascuna persona si apriranno una o più strade di cura diverse: per chi ha ricevuto la diagnosi quando l'infezione era nei suoi momenti iniziali ed è entrato subito in terapia potrebbe essere più facile che per chi ha iniziato la ART in fase cronica - stiamo già vedendo delle persone (sempre troppo poche, per ora!) che dopo qualche anno di ART iniziata in fase acuta l'hanno sospesa e stanno vivendo già da anni con viremia irrilevabile. A voler essere davvero rigorosi, forse non è corretto definirli "guariti", ma vivono di fatto in uno stato di cura funzionale, o di remissione, in cui il pochissimo virus residuo è ben controllato dal sistema immunitario senza che debbano prendere farmaci.
Questo però è accaduto a una piccola frazione di quelli che hanno iniziato precocemente le terapie, quindi per tutti gli altri, siano o meno stati favoriti da un inizio precoce della ART, si dovrà trovare qualcosa di alternativo. Sarà una combinazione di farmaci anti-latenza uniti a un vaccino terapeutico o a un'altra forma di stimolazione del sistema immunitario? Oppure una combinazione di anticorpi neutralizzanti e di farmaci anti-latenza? Sarà un silenziamento definitivo del reservoir, cioè un tipo di strategia opposta allo "shock and kill"? Sarà un intervento di terapia genica? Forse sarà una combinazione di combinazioni? Forse sarà qualcosa di completamente nuovo, che in questo momento qualche gruppo di ricercatori sta iniziando a testare in provetta?
Veramente non sono in grado di dirlo, e non tanto (o non solo) per la mia ignoranza asinina, ma perché di ricerche in atto ce ne sono tantissime e molte altre stanno per arrivare ai prossimi congressi. Qualcuna cadrà presto, già quando sarà sperimentata nei modelli animali; qualcuna arriverà ad essere sperimentata sull'uomo e ci darà qualche grande delusione.
Quello che però so è che qualcuna di queste ricerche andrà certamente a buon fine e per ciascuna delle persone che oggi controllano il virus mediante la terapia antiretrovirale si apriranno una o più soluzioni che porteranno alla remissione.



dolcemela87
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da dolcemela87 » mercoledì 6 dicembre 2017, 17:09

Lo spero tanto. Grazie Dora, grazie per come ti dedichi a questo tema così importante per noi



Dora
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Dora » mercoledì 6 dicembre 2017, 17:50

dolcemela87 ha scritto:Lo spero tanto. Grazie Dora, grazie per come ti dedichi a questo tema così importante per noi
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Ehi
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Ehi » mercoledì 6 dicembre 2017, 21:23

Grazie Davvero...ho le lacrime! ;-)



Dora
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Re: VOCI DAL MONDO DELL'HIV/AIDS. WAD2017 e oltre.

Messaggio da Dora » venerdì 13 luglio 2018, 6:09

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Fiammetta Pezzati - Intervista su negazionismo dell’HIV/AIDS e giurisprudenza

Un caso recente di cronaca ha riportato sui giornali italiani un tema che chi si occupa di HIV/AIDS si trova sovente ad affrontare, ma che l’opinione pubblica aveva dimenticato: quello del negazionismo.
Poiché è un tema che qui abbiamo trattato molto, ma senza mai affrontarne direttamente gli aspetti legali, ho pensato sarebbe stato interessante parlarne con una persona molto esperta.
L’avvocato Fiammetta Pezzati, penalista a Firenze, ha accettato di rispondere ad alcune domande.


  • Immagine Quali sono gli strumenti che la legge italiana mette a disposizione di chi contrasta – online o offline – i negazionisti dell’HIV/AIDS? Quali le tutele? Quali i rischi?

    Purtroppo, la legge italiana non mette a disposizione nessuno strumento per contrastare una tesi pseudoscientifica e ciò nonostante la dichiarazione di Durbans sulla correlazione Hiv/Adis/morte in assenza di cura. Questo è lampante anche nel caso di chi propala idee sulla dannosità dei vaccini e la loro correlazione (mai provata in letteratura) coi disturbi dello spettro autistico.
    A parte la sacrosanta radiazione dei medici che hanno appoggiato queste tesi balzane, nessun sito è stato chiuso. I link acchiappalike (e acchiappacitrulli) sui social sono sempre facilmente consultabili, non sono stati rimossi. Vaccaro e Mastrangelo continuano a fare conferenze; addirittura c’è chi ritiene valido il metodo Hamer contro i tumori e non ha problemi a manifestarlo. Per una persona mediamente intelligente è facile cogliere la fallacia nei ragionamenti espressi; purtroppo c’è un numero inquantificabile di persone che però preferisce credere alla pseudoscienza piuttosto che a specialisti. In Italia, il professor Burioni sta cercando di fare informazione scientifica divulgativa: leggendo i commenti ai suoi post, però, salta all’occhio che c’è una gran quantità di antivaccinisti che lo insulta e ne mette in dubbio la competenza. Sembra che non si riesca proprio a vincere la guerra contro l’ignoranza e il pressappochismo.
    D’altra parte c’è da dire che il debunker delle bufale sull’inesistenza dell’Aids o chi comunque contrasta il negazionismo (oltre a fare un’opera meritoria per la collettività) non corre alcun rischio legale. L’importante è sempre rimanere nel cosiddetto limite della continenza quando si critica un negazionista od un gruppo individuato di negazionisti: non si possono usare insulti in post pubblici (che online diventano diffamazioni aggravate dal mezzo di pubblicità), nonostante questi soggetti te li strappino letteralmente di bocca per l’insensatezza e la pericolosità delle loro idee.
    Ricordo che il blogger scientifico inglese Myles Power ebbe delle rogne dovute a un’infrazione della legge sul copyright per aver usato il film negazionista House of Numbers proprio per smentirlo; similmente il negazionista Clark Baker, ex poliziotto riciclatosi come difensore di chi contagiava con l’Aids, ha tentato di mettere a tacere l’attivista sieropositivo J.Todd De Shong col pretesto della similarità tra i nomi dei rispettivi siti. Fortunatamente, sia Power sia DeShong hanno avuto la meglio.
    Se vi trovate a discutere con un negazionista online, potete querelarlo se vi insulta pubblicamente, se vi minaccia pubblicamente o privatamente; se su Facebook usa un nome diverso dal proprio o millantando titoli che non ha per sostituzione di persona (fattispecie che di recente è stata applicata diverse volte nel caso di identità false). Purtroppo non potete querelarlo perché fa affermazioni false e pericolose.
    La tutela penale arriva nei casi in cui, ad esempio, il naturopata cura con l’aloe il malato di Aids che, inevitabilmente muore: lì c’è un’incidenza causale sul decesso del soggetto.


    Immagine I negazionisti – proprio come in genere i ciarlatani – hanno una certa consuetudine a fare minacce di ritorsioni legali, ad esempio di querele per calunnia. Il più delle volte si limitano a cercare di spaventare chi si oppone loro, ma raramente passano davvero alle vie di fatto. Che cosa accade in quel caso? Quali sono gli strumenti forniti loro dalla legge italiana e come si comportano i giudici?

    Le minacce dei negazionisti sono acqua fresca. Io consiglio sempre di non insultare su post pubblici perché ci sono ormai fiumi di giurisprudenza che ritengono sussistente la diffamazione aggravata quando si insulta qualcuno su un post pubblico. Se uno evita di cadere in questa trappola,il negazionista non può proprio querelarvi per niente. Mi fa sorridere la minaccia di querela per calunnia. Perché la calunnia si ha quando si incolpa falsamente di un reato qualcuno pur sapendolo innocente e deve essere un’incolpazione in grado di aprire un procedimento penale. Non vedo come un negazionista potrebbe accusare qualcuno che lo contrasta lamentando di essere stato incolpato falsamente di un reato da qualcuno che invece sa per certo che è innocente. Non potrebbe accadere neanche quando io dicessi a un negazionista su un forum “hai ucciso la tua compagna contagiandola con l’Aids o convincendola a non curarsi” (qualora fosse vero, ovviamente), perché in questo caso sto semplicemente esponendo un dato di fatto, non sto accusando qualcuno che so essere innocente. Sai quanti procedimenti per calunnia dovrebbero esserci se non fosse richiesta la consapevolezza dell’innocenza della persona falsamente accusata? Tutti quelli in cui l’imputato viene assolto e le accuse della persona offesa non vengono provate. Ma così non è. Fortunatamente.
    La legge italiana non è a favore o contro i negazionisti di per sé, se si rispettano i limiti della libertà di espressione.


    Immagine Un caso è recentemente stato molto trattato dai giornali: ad Ancona, un uomo HIV positivo non in terapia antiretrovirale è stato arrestato con l’accusa di avere infettato volontariamente una partner, potenzialmente decine. A questa accusa è poi stata aggiunta quella di omicidio volontario, poiché gli inquirenti ritengono sia responsabile della morte per AIDS della moglie l’anno scorso. Ho letto che lui stesso al momento dell’arresto e in seguito anche i suoi difensori hanno giocato la carta del negazionismo come possibile attenuante, o forse per richiedere in seguito la semi-infermità mentale: lui era convinto che il virus HIV non esista, quindi se ha infettato qualcuno non l’ha fatto con dolo. Da un articolo uscito pochi giorni fa sul Resto del Carlino che aggiorna sulla vicenda, sembra però che i giudici ritengano che non esistano «elementi oggettivi concreti che l’indagato abbia una posizione negativista sulla sussistenza della malattia, che contrasta con i numerosi accertamenti ai quali comunque si era sottoposto». Il fatto di non assumere né farmaci per controllare l’infezione, né comportamenti adeguati atti a impedire di passarla ad altri, pare non essere considerato sufficiente da questi giudici per essere considerato un negazionista.
    Da un lato, questo atteggiamento dei giudici sembra uno sgambetto alla difesa, cui si dice: non puoi nasconderti dietro al negazionismo, dire che non sapevi o non credevi, e andare in giro a mettere in pericolo la salute e la vita degli altri. Ma dall’altro questi giudici stanno anche dicendo ai negazionisti: tenetevi lontani dagli ospedali, non fate i controlli periodici cui si sottopongono normalmente le persone HIV positive – questo è molto grave, perché è noto che non tutti i negazionisti sono disposti a immolarsi in nome della loro ideologia, anzi molti, quando dalle analisi vedono lo stato del loro sistema immunitario inesorabilmente declinare, accettano di confrontarsi con la realtà e di iniziare a prendere i farmaci antiretrovirali e in questo modo li si allontanano dai medici e dagli ospedali.
    Se si fanno analisi e controlli da dopo la diagnosi si cessa per la legge italiana di essere negazionisti?


    Non fatico a credere che questo soggetto fosse effettivamente un negazionista. Come ben sa chi ha seguito le vicende dei negazionisti famosi, Emery Taylor lo era, ma si sottoponeva a regolari controlli sul numero dei cd4 e sulla carica virale.
    Francamente non credo che la scusa del negazionismo potrebbe mai dispensare qualcuno dalle proprie responsabilità. Sarebbe come dire: ho lanciato un mattone dalla finestra e ho ammazzato Tizio, ma non credevo alla forza di gravità. Credo che la difesa abbia insistito sulla storia del negazionismo in vista della sottoposizione ad un accertamento a perizia psichiatrica del soggetto.
    Non sono nella testa di un negazionista, ma credo che questa motivazione non li fermi dal controllare lo stato della propria salute solo per preordinarsi una scusa che comunque non reggerebbe assolutamente. So anche che molti di loro capitolano verso gli ARV quando effettivamente iniziano a sentirsi male, visto che per loro i risultati degli esami contano davvero poco.
    Una nota a margine: non è mai stato condannato nessun “untore” HIV per epidemia (dolosa o colposa). Era un addebito inserito nel rinvio a giudizio per Valentino Talluto. Tuttavia, questi è stato ritenuto responsabile solo di lesioni gravissime.
    La giurisprudenza si è posta il problema se queste fattispecie potessero essere paragonate all’ormai abrogato art. 554 c.p. “Contagio di sifilide e di blenorragia” che puniva con la reclusione da uno a tre anni il contagio di queste infezioni sessualmente trasmissibili, qualora un soggetto, occultando il fatto di esserne portatore, le avesse trasmesse al proprio partner (per la blenorragia era necessario che la stessa comportasse altresì una lesione personale gravissima). Soltanto nel momento in cui l’agente avesse agito al fine di cagionare il contagio si sarebbero dovute applicare le disposizioni sul reato di lesioni, le quali implicavano la sottoposizione a pene più severe.
    Per concludere: come accade in tutti i casi giudiziari che coinvolgono le pseudoscienze, i tribunali se ne occupano quando si verifica l’evento lesivo, non quando le idee negazioniste,seppur aberranti, vengono espresse.

    Per approfondire sull’ultimo tema:
    https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... edi317.pdf
    http://www.parolaalladifesa.it/wp-conte ... alluto.pdf

L'avvocato Pezzati è a disposizione di chi avesse domande per lei. Se qualcuno desiderasse un contatto diretto, chieda a me la sua email.

Da parte mia: grazie infinite, Fiammetta!



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