statistiche o cosa?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
pipotto
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statistiche o cosa?

Messaggio da pipotto » venerdì 20 aprile 2018, 16:05




uffa2
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da uffa2 » venerdì 20 aprile 2018, 17:54

Se i sieropositivi inconsapevoli sono solo 15.000 come si dice nell'articolo, e a questi applichiamo il dato del 2016 che parla di un 36,9% di pazienti che arrivano alla diagnosi di infezione con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL, farebbero 5535 nuovi possibili casi di AIDS.

MA, al di là della soglia dei 200 CD4, c’è un dato curioso: quella percentuale del 36,9% applicata alle 3.451 diagnosi di sieropositività del 2016, darebbe 1.273 casi di AIDS… mentre il sito dell’ISS scrive che “Nel 2016 sono stati diagnosticati 778 nuovi casi di Aids”, un numero ottenuto immagino “filtrando” i <200 CD4 con la necessità di una qualche malattia opportunistica. Questo cambia il panorama, perché i casi di AIDS diventano il 22,5% delle nuove diagnosi complessive, e il 22,5% di 15.000 diventa 3.375...

Mi viene il dubbio che si tratti del classico caso di numeri “torturati” secondo le convenienze…

http://www.epicentro.iss.it/problemi/ai ... Italia.asp


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skydrake
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da skydrake » venerdì 20 aprile 2018, 18:05

uffa2 ha scritto:Se i sieropositivi inconsapevoli sono solo 15.000 come si dice nell'articolo, e a questi applichiamo il dato del 2016 che parla di un 36,9% di pazienti che arrivano alla diagnosi di infezione con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL, farebbero 5535 nuovi possibili casi di AIDS.

MA, al di là della soglia dei 200 CD4, c’è un dato curioso: quella percentuale del 36,9% applicata alle 3.451 diagnosi di sieropositività del 2016, darebbe 1.273 casi di AIDS… mentre il sito dell’ISS scrive che “Nel 2016 sono stati diagnosticati 778 nuovi casi di Aids”, un numero ottenuto immagino “filtrando” i <200 CD4 con la necessità di una qualche malattia opportunistica. Questo cambia il panorama, perché i casi di AIDS diventano il 22,5% delle nuove diagnosi complessive, e il 22,5% di 15.000 diventa 3.375...

Mi viene il dubbio che si tratti del classico caso di numeri “torturati” secondo le convenienze…

http://www.epicentro.iss.it/problemi/ai ... Italia.asp
Guarda, stavo anche io postando il link a quella pagina sul sito dell'ISS, con dei dati assurdi. Assurda è soprattutto la frase:
"nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere Hiv-positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids, passando dal 20,5 del 1996 al 76,3% del 2015".

Invece, il dato del 36,9% nel 2016 (meno della metà di 76,3%) del TGcom coincide perfettamente con questo rapporto:
http://www.iss.it/binary/publ/cont/COA.pdf

Precisamente a quanto riportato a pagina 25, tabella 9.

Infine, non mi torna il numero dei sieropositivi totali come riportato da TGcom né dall'ISS. Ricordo benissimo che attorno al 2010-2015 le stime si aggiravano stabili attorno alle 160.000, ad esempio nel 2011 qui:
https://www.osservatoriomalattierare.it ... le-cronica
Oppure nel 2013 qui:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... gnosi.html
Oppure nel 2015 qui:
https://www.anlaidslazio.it/progetti/pr ... i-in-rete/

Adesso ne mancano ben 30.000. Che fine hanno fatto, sono morte tutte insieme tra il 2015 e il 2016? Oppure sono sparite con le revisioni statistiche? Anche nel rapporto che ho messo all'ultimo link, a pagina 6, si parla di una consistente correzione statistica, ma passare da 160.000 a 130.000 da un anno all'altro, più che correzione statistica parlerei di sparare numeri a caso...



rospino
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da rospino » sabato 21 aprile 2018, 9:39

skydrake ha scritto: passare da 160.000 a 130.000 da un anno all'altro, più che correzione statistica parlerei di sparare numeri a caso...
Sono d’accordo con te... sono numeri sparati alla c.a.z.z.o di cane.


 
La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare.

Soul78
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Diagnosi Aids, anche in Italia troppo tardive

Messaggio da Soul78 » lunedì 23 aprile 2018, 9:02

citazioni:

https://www.veb.it/aids-in-italia-aumen ... dive-68602
https://www.diariodelweb.it/salute/arti ... 423-505210
https://www.news24web.it/525402018/viru ... -lo-sanno/
https://www.quotidiano.net/blog/malpelo ... ds-33.1086

https://www.corriere.it/salute/malattie ... 65d2.shtml

https://scienze.fanpage.it/allarme-hiv- ... dell-aids/

l ’HIV è più comunemente diagnosticato testando il sangue o la saliva rivelando gli anticorpi contro il virus fortunatamente, è necessario del tempo perché l’organismo sviluppi questi anticorpi, di solito fino a 12 settimane, Un test più rapido per l’antigene dell’HIV, ovvero una proteina prodotta dal virus immediatamente dopo l’infezione, può confermare una diagnosi subito dopo l’infezione e consentire alla persona di adottare misure più rapide per prevenire la diffusione del virus agli altri.

Come abbiamo imparato negli ultimi anni attraverso massicce e pervasive campagne di sensibilizzazione, l’HIV (virus dell’immunodeficienza umana) è un virus che attacca e indebolisce il sistema immunitario (immunosoppressione).

Appena entra nel corpo rimane alcune ore localizzato tra i tessuti dove c’è stata l’infezione, poi comincia a moltiplicarsi rapidamente nel sangue e arriva ai linfonodi (infezione HIV primaria e acuta). L’apice dell’infezione HIV acuta, che nell’immagine sotto corrisponde alla punta più alta della linea rossa del virus, è il momento in cui talvolta (ma non sempre) compaiono sintomi di tipo para-influenzale (febbre più o meno alta, e altri similari): questo avviene nel giro di un mese più o meno.

Più il virus si replica nel corpo, più attacca, danneggia ed erode il sistema immunitario: la linea blu che scende inesorabilmente rappresenta la morte progressiva e il declino dei linfociti (i cosiddetti CD4) che difendono il corpo da certi tipi di infezioni e malattie.

Se non trattato, l’HIV uccide talmente tanti linfociti da consentire a diverse infezioni cosiddette “opportunistiche” di colpire il corpo: è quando queste infezioni compaiono che c’è l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), che è appunto una sindrome composta da diverse possibili malattie emergenti.

In Italia sono circa 6.000 le persone con Hiv in fase avanzata non diagnosticata, cioè con un’infezione da diversi mesi che gli ha fatto abbassare i valori del sistema immunitario, ma non si sono ancora presentate dal medico. E’ pari al 40% dei circa 15mila casi di sieropositivi ancora non diagnosticati. L’82,8% sono maschi che hanno contratto il virus per via sessuale.

A stimarlo i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss) in uno studio pubblicato sulla rivista Eurosurveillance riferita al periodo 2012-2014.

Complessivamente in Italia le persone che vivono con l’Hiv sono circa 130.000 ma “di questi, 15mila non hanno ricevuto una diagnosi – spiega Vincenza Regine, una dei ricercatori dell’Iss – Nell’Unione europea, si stima che i casi non diagnosticati siano 101mila, di cui circa il 33% in fase avanzata”.

Il dato italiano dunque è un po’ sopra la media europea, anche se “va considerato che quello del nostro Paese si riferisce agli anni tra il 2012 e 2014 – continua Regine – mentre quello europeo al 2016. E sappiamo che a livello europeo il numero dei casi non diagnosticati è in calo”.

E la diagnosi tardiva non va sottovalutata: il malato infatti risponde meno bene alla terapia antiretrovirale, il trattamento nel suo caso è spesso costoso e complesso, ed è più a rischio di malattie e morte.

Le cellule CD4, dette anche linfociti T, sono un tipo di globuli bianchi molto importante nel funzionamento del sistema immunitario. Le persone sane ne hanno dalle 450 alle 1600 per millilitro di sangue. In chi è portatore di Hiv la soglia di 350 CD4/ml indica che è necessario iniziare subito a prendere i farmaci, necessari per evitare che si sviluppi l’Aids.

Se il paziente è oltre questa soglia quando fa il primo test per l’Hiv, si parla di “diagnosi tardiva” e significa che ha contratto il virus molto prima e che il suo sistema immunitario è già indebolito. Non sapendo di essere sieropositivo, forse ha continuato a tenere comportamenti a rischio e non ha preso le dovute precauzioni per non contagiare altre persone.

Nuove strategie di prevenzione secondaria devono quindi essere adottate anche per gruppi di popolazione non necessariamente ad alto rischio. Occorre attuare una promozione attiva dei test precoci e aumentare l’istruzione continua sulle infezioni, soprattutto tra i giovani.



uffa2
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da uffa2 » lunedì 23 aprile 2018, 16:19

questo thread era originariamente in Pub, ma credo abbia senso che stia nel primo forum... ho unito anche la notizia postata da Soul78...


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celafaccio
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da celafaccio » mercoledì 25 aprile 2018, 20:19

mi spiegate perchè una volta definito malato hiv c3 anche con 1000cd4 non si riclassifica un malato di hiv secondo cdc atlanta?
cosa fa' rimanere categoria C ???
se non si hanno piu' opportunistiche perchè non si diviene B ???
Hiv c al massimo si riclassifica in hiv c3 c2 c1 ???



Soul78
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Re: statistiche o cosa?

Messaggio da Soul78 » giovedì 26 aprile 2018, 11:58

citazione : https://www.liberopensiero.eu/2018/04/2 ... -italia-2/

Oggigiorno si sente parlare poco di Hiv e la malattia non spaventa più come un tempo. Nel corso degli ultimi anni, infatti, le strategie di prevenzione sono aumentate.
Per prevenire il contagio bisogna rispettare poche e semplici regole:

– evitare rapporti sessuali non protetti con partners di cui non si conosce lo stato sierologico. Le secrezioni genitali maschili e femminili favoriscono il diffondersi dell’Hiv;

– fare attenzione a non utilizzare strumenti taglienti come aghi o lamette oppure spazzolini da denti sporchi di sangue dato che esso è veicolo del virus;

– per le donne sieropositive in stato di gravidanza si consiglia di rivolgersi ad un centro specializzato. Un parto cesareo e il mancato allattamento del proprio figlio al seno può prevenire la diffusione dell’Hiv;

Grazie a queste precauzioni l’Aids ormai non è più una malattia ”per la quale si muore sempre”, ma non bisogna, però, erroneamente abbassare la guardia. Negli ultimi anni in Europa il virus dell’Hiv ha toccato livelli mai visti prima e in Africa è la prima causa di morte tra adolescenti (in media si verificano 26 contagi ogni ora). L’Aids non è, quindi, per nulla sparito: ogni anno ci sono oltre due milioni di infezioni, molte delle quali dovute a questa erronea convinzione.

Lo scorso anno il sistema di sorveglianza ha registrato 142 mila nuove infezioni nei 53 paesi della regione europea dell’Oms di cui più di 30mila nell’Unione Europea. Si tratta del numero più alto da quando è iniziato il contagio. Le cause di queste infezioni sono molteplici: il 42% per rapporti omosessuali, il 32% per rapporti eterosessuali e il 4,1% da parte di tossicodipendenti che fanno uso di droghe iniettabili. Circa l’11% dei casi sono giovani tra i 15 e i 24 anni.


Casi di Aids in Italia per semestre di diagnosi
In Italia la situazione è piuttosto grave: i sieropositivi sono 140mila (il numero più alto d’Europa), la maggior parte dei quali tra i 25 e i 29 anni. Ogni anni si registrano in media 3500 nuovi casi (una media di 10 diagnosi al giorno). Nel 2013 (ultimo anno in cui sono stati resi disponibili i dati del registro compilato dall’Istat relativo ai dati della mortalità) sono stati contati 654 decessi dovuti all’Aids.



Nonostante le campagne informative nel corso degli ultimi anni l’84% dei casi ha contratto la malattia dopo rapporti sessuali senza preservativo. La comunicazione istituzionale è stata, quindi, alquanto fallimentare: sarebbe opportuno che la tematica venga affrontata dal punto di vista della prevenzione e non come spauracchio per proporre ricette morali e i soliti sermoni che nulla hanno a che fare con essa come spesso e volentieri viene fatto nel nostro Paese



Mandrake
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Iscritto il: venerdì 2 febbraio 2018, 17:04

Re: statistiche o cosa?

Messaggio da Mandrake » giovedì 26 aprile 2018, 12:21

Ma le sappiamo a memoria queste cose, inutile farci le rassegne stampa ogni santo giorno. Secondo me dovresti cercare meno robe su internet e farti una passeggiata.



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