Stamattina ho messo insieme una piccola pattuglia di cose da fare e anzitutto sono andato alla farmacia ospedaliera.
La farmacista s’è messa a fare le sue cartacce e, a cartacce finite, m’ha guardato un po’ abbattuta: “mi scusi signor Uffa, non mi ero accorta: l’Eviplera non c’è più”.
Stavo già per inalberarmi, ma lei ha continuato “sa, dal piano di sopra hanno deciso di non riordinarlo e di passare tutti al nuovo farmaco… dovrebbe tornare su a farsi cambiare la prescrizione, mi scusi tanto per il contrattempo”.
Ero già nell’ordine delle idee che avrei dovuto aspettare altri due mesi per il passaggio, ma lo consideravo già un evento sicuro, per cui ho rassicurato la farmacista sul fatto che non c’era alcun disturbo, e son salito.
In reparto non c’era praticamente nessuno, né pazienti né medici, e la medichessa di turno quando le ho detto “mi manda la farmacia: è finito l’Eviplera” non ha fatto una piega: ha preso la ricetta, ha cambiato a mano il nome del farmaco, ci ha messo il suo timbro e me l’ha resa.
Una procedura così “sobria” ha stupito pure la farmacista, che di fronte alla mia infinita accondiscendenza s’è sbottonata: a un certo punto in reparto hanno fatto due conti, le scorte di Eviplera stavano finendo, riordinarlo per poi avere il problema di gestire gli avanzi (Gilead lo mette fuori commercio e non lo vuole più gestire, se glielo ordini ti resta sul groppone) era una sciocchezza perché tanto era già deciso che tutti i pazienti sarebbero passati a Odefsey, così s’è scelta la strada più drastica: abbandonare il farmaco e sostituirlo appena finite le scorte, senza pastoie, senza visite eccetera.
La farmacista s’è sperticata a spiegare che i due farmaci erano uguali e che ovviamente quello nuovo era migliore, immagino che qualche “Cliente” qualche dubbio possa averlo avuto…
Fra una settimana aprirò il barattolino, e inizierò la “nuova” terapia…