Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming out?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
thunder82
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Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming out?

Messaggio da thunder82 » mercoledì 28 settembre 2016, 9:50

Ciao.

breve pregresso:
Diagnostica alla vigilia di Natale del 2015, in terapia dal 29, botta iniziale come tutti, a Febbraio ritrovo un mio equilibrio poi distrutto da un cambio terapia (passato a Triumeq) e ora nuovamente alla vecchia terapia NON più esente da grossi problemi.

Dopo 3 mesi di disastro fisico (lato HIV tutto bene, problemi per disturbi pesanti probabilmente legati alla terapia) , cominciano a mettermi in testa che il problema sia anche che psicologicamente non reggo più. Io non ci credo, mi conosco, non sono soggetto e predisposto a "depressione" ma....a questo punto, pensi di essere una banderuola in balia del vento (pareri, emozioni, sentimenti) e non sei più così convinto.

Fatto sta , che mi ritrovo per caso a parlare con un compagno di squadra più che amico. Una persona che ha affinità al "mio modo di essere" ma che non sa di me come siero negativo né come gay. Come tante altre ha visto che praticamente non sono io, che mi sono fermato del tutto, che non rispondo agli stimoli (io insisto nel dire che è perchè non ce la faccio non perchè sono depresso).

Per farla breve, senza che me lo aspettassi parte il discorso sui miei problemi, ma quei discorsi in cui è più lui a parlare, io mi limito a dire che gli accertamenti fatti sono tutti ok e comincio a pensare che sia veramente il mio cervello a fare il 50% del danno dopo 3 mesi che è messo alla prova.

Lui mi dice che non si sa mai, che bisogna pensare di poter essere vulnerabili oltre la nostra facciata di duri, e mi parla di lui , come 6 mesi prima per via del lavoro che non andava come pensava, si era trovato apatico, senza voglia alcuna e.....aveva individuato una strana macchia a livello genitale....era andato dal medico e gli aveva detto che non aveva dubbi ma.......tutti gli esami per MST li ha fatti. Che la spirale delle cose l'aveva portato a pensare alle peggiori situazioni e esiti e alla fine, prima di risolvere con la certezza di non avere nulla, né era uscito capendo che era inutile stare a pensarci.

Io gli ho risposto: "Si però alla fine non avevi nulla" . Lui:"Si ma se avessi avuto l'HIV? " Io:"L'avresti accettato e superato in un modo o nell'altro". Lui:"Pensi? Non è una bella cosa , pensa appena ti tagli la gente come ti guarda, ti esce il sangue e non ti toccano" . Io:"Bhe non sei costretto a dirlo e comunque avresti trovato il modo per superarlo".

Ora....qual è il problema? E' che a Dicembre l'ho detto solo in famiglia e ad un'amica (dopo 7 giorni) e mi ricordo che dirlo a lei, mi ha fatto un bene tremendo.

Ora, questo compagno mi ha parlato con il cuore in mano, ha notato cose che non pensavo fosse in grado di notare, è involontariamente finito sull'argomento proprio e confessato dubbi e paure che io da IPOCRITA non ho detto nulla. Chiaro che la sua frase che denota come la gente ci veda, non mi ha certo aiutato.

Mi chiedo.....perché spesso qui nel forum si dice che è meglio non dirlo e anzi si suggerisce PURE tra noi di non dire troppo da dove veniamo e chi siamo ? Non potrebbe invece aiutare?

Quando , secondo voi, il dirlo deve valere il rischio? sia perché è una scommessa sulla possibilità di trovare una persona dall'altra parte che reagisca bene e , anche se va male, potrebbe avere ottimi benefici sull'alleggerire di tanto in tanto un peso che , inutile negarlo, è lo stigmate di portare una malattia che oggi a tutti i siero negativi FA' PAURA e farebbe paura anche a noi se non fossimo noi gli stigmatizzati.

Facile per noi dire:"se la conosci, sai che non è così pericolosa per te siero negativo....non sono un untore, e con la terapia non sono pericoloso praticamente in ogni caso". Sappiamo che anche noi eravamo dall'altra parte della barricata prima di diventare s+.

Volevo confrontarmi su questa cosa, so che molto dipende dalla persona a cui dirlo, dalla fiducia che si ha nell'altro, ma spesso gente che doveva prenderla male l'ha presa BENISSIMO e gente che doveva prenderla BENISSIMO ha reagito malissimo (si legge qui di migliori amici/e che hanno sputtanato la persona, reagito male e per contro di persone quasi estranee e solo "compagni di squadra" che invece l'hanno presa benissimo).


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rosso80
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Re: Quando dirlo, perché...effetti positivi di un coming out

Messaggio da rosso80 » mercoledì 28 settembre 2016, 10:56

Una volta detto non puoi tornare indietro.
Difenditi dalla cattiveria umana e cerca di confidarti solo con chi reputi degno.
Io avrei evitato di dirlo ad alcuni.
Un'amica a cui lo dissi mi ha allontanato e sputtanato. Grazie a dio mi ha sputtanato con gente di cui non me ne frega nulla, ma bello non è. Te lo assicuro.

Ripeto. Difenditi dalla cattiveria umana e decidi con cura con chi confidarti.

Lo so. Lo stigma si risolve solo con il coming out, ma servono spalle forti. Ti senti pronto?


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thunder82
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Re: Quando dirlo, perché...effetti positivi di un coming out

Messaggio da thunder82 » mercoledì 28 settembre 2016, 11:11

rosso80 ha scritto:Una volta detto non puoi tornare indietro.
Difenditi dalla cattiveria umana e cerca di confidarti solo con chi reputi degno.
Io avrei evitato di dirlo ad alcuni.
Un'amica a cui lo dissi mi ha allontanato e sputtanato. Grazie a dio mi ha sputtanato con gente di cui non me ne frega nulla, ma bello non è. Te lo assicuro.

Ripeto. Difenditi dalla cattiveria umana e decidi con cura con chi confidarti.

Lo so. Lo stigma si risolve solo con il coming out, ma servono spalle forti. Ti senti pronto?
Ti capisco....figuriamoci. Io manco ho fatto coming out sul fatto di essere gay.
Il fatto è:
1 - a volte ti senti una <edit automatico> a non dirlo a chi magari si sta aprendo come non ha mai fatto e lo fa' solo per aiutarti perchè ti vede giù
2 - a volte scopri che farlo però ti ha fatto un gran bene (ancor di più se la gente non ti sputtana chiaramente, ma il beneficio a livello di spirito, forza e sostegno morale magari)

tuttavia, don't ask don't tell, anzi in questo caso il don't tell, è più "certo" , però è un centellinato ma costante peso da portare.

Io mi sono sorpreso di come mi abbia aiutato la discussione avuta....mi chiedo se la mia vita potrebbe migliorare di molto aprendomi un filo in più. Sia che vada male e questo mi sproni ad abbandonare gente a cui altrimenti rimarrei immobilmente pseudo legato, sia che invece si palesi gente fantastica che la vita non mi ha ancora fatto capire essere tale.


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flavioxx
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da flavioxx » mercoledì 28 settembre 2016, 12:24

...ma prendere una decisione e crederci senza tante paranoie, no eh!

La vita è fatta di alti e bassi. Quando sei giù potrebbe farti bene una parola commovente come darti fastidio, siamo strani. Però aprirsi fa sempre bene all'anima, indipendentemente dalle conseguenze.



thunder82
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da thunder82 » mercoledì 28 settembre 2016, 12:54

flavioxx ha scritto:...ma prendere una decisione e crederci senza tante paranoie, no eh!

La vita è fatta di alti e bassi. Quando sei giù potrebbe farti bene una parola commovente come darti fastidio, siamo strani. Però aprirsi fa sempre bene all'anima, indipendentemente dalle conseguenze.
Bhe si, pensarci meno e agire, ma non come estremo. Da Alcune decisioni non torni indietro. Molti di noi si sono buttati o non ci hanno pensato tanto e ora convivono con hiv, con il sennò di poi forse ci avremmo pensato un po'meglio no? Chiaro che anche star lì troppo a pensare, riempiamo i fossi di se e ma e basta, e non viviamo.

Comunque io ne facevo un discorso più terapeutico sulla positività e aiuto morale dell'outing così come sul fatto di sentirsi ipocriti verso alcune persone a cui non diciamo nulla quando il discorso è lì, a portata di mano se non addirittura palese.

Con che faccia potrei fare outing con la mia squadra (o un compagno di squadra) e sostenere parlandone che non c'ê pericolo di untori, quando potrebbrro benissimo far notare che la decisione di "bere dalla stessa bottiglia" l'ho presa io e non ho dato loro modo di scegliere. Ai loro occhi, se fossi così certo (e lo sono) di non essere un pericolo perché non palesarlo.

Da lì al passo di dire ad un partner sessuale del proprio stato, prima di un rapporto, è breve.
Sappiamo come funziona ma è innegabile che se lui ha la scelta di fare o meno sesso con una persona poco conosciuta, Il coltello dalla parte del manico per decidere se dirlo o meno è nostro. Il fatto di essere certi di non essere pericolosi non toglie dal dubbio di peccare di ipocrisia e prepotenza nel scegliere per gli altri.

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rosso80
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da rosso80 » mercoledì 28 settembre 2016, 13:35

Allora mettiamo le cose in chiaro, perché si sta facendo un po' di confusione.
Noi non abbiamo nessun obbligo, nè morale nè giuridico, ad avvertire quelli che praticano sport in squadra con noi del nostro stato sierologico. A meno che non facciamo incontri di boxe con annessi spargimenti di sangue, noi non stiamo mettendo in pericolo NESSUNO!
Nel momento in cui non stai mettendo in pericolo nessuno, perché dovresti avere l'obbligo di dichiararti positivo? Tra l'altro parti dal presupposto (sbagliato) che nessuno della tua squadra sia affetto da Hiv, epatite e quant'altro... Magari lo sono e manco si curano. Che ne sai?

Un partner sessuale occasionale non è tenuto a conoscere il tuo stato. La scelta ce l'ha eccome.
Può scegliere di proteggersi, in quanto deve trattare tutti i propri partner come potenzialmente infetti.
Nel caso di una relazione lì è diverso. Non puoi omettere.

Se vuoi parlare con qualcuno del tuo stato perché la cosa fa bene a te, allora ok. Fallo.
Scegli con cura di chi fidarti e fallo. Ma se vuoi dirlo alla gente perché pensi di avere un obbligo morale nel farlo allora hai torto marcio.
Amati e prendi le decisioni più consone affinché la tua vita sia più semplice, e non il contrario.
Nel momento in cui prendi le tue pasticchine e fai sesso protetto hai già assolto i tuoi "doveri" verso la società. Tanto basta ;)
Ultima modifica di rosso80 il mercoledì 28 settembre 2016, 13:37, modificato 1 volta in totale.


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flavioxx
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da flavioxx » mercoledì 28 settembre 2016, 13:37

...ribadisco il mio concetto: l' hiv è sempre una malattia, mai dirlo. Io ho fatto un discorso generale



thunder82
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da thunder82 » mercoledì 28 settembre 2016, 13:57

Thanks ragazzi.
Il concetto dell'obbligo di legge e morale non l'ho così radicato.

Però.....cacchio è più una cosa morale. Certo che è una decisione mia, ma qualcuno che si apre con noi e si decide di non dirglielo, aldilà del "guadagno" che noi potremmo riceverne nel confidarci, implica anche riconoscere a quella persona (non tutte certo), la fiducia e il trattamento che forse merita.

So certo che non potrei dirlo a tutta la squadra....siamo tanti e diversi, però......un domani si fa' male qualcuno e lo soccorro, quello mi è pure grato , ipocritamente non lo sarebbe se sapesse che sono HIV + . Nulla cambia dell'aiuto dato e del risultato ottenuto, ma il conoscere forse è un cambiamento che non sempre dobbiamo omettere.

Flavioxxx non capisco perchè sei così certo , quasi matematico HIV E' UNA MALATTIA->LE MALATTIE NON SI DICONO .

Addirittura nel nostro forum dove, se non tutti almeno l'80% saranno hiv+ e l'altro 20% sono persone che han pensato di averlo o hanno rischiato, vedo spesso consigliare non solo di non dirlo, ma di non cercare nemmeno di conoscersi ........ho cominciato a pensare che vi siano rischi che io non ho visto/esaminato o potenziali rimpianti oltre al fatto di averlo detto a persone sbagliate.


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rosso80
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da rosso80 » mercoledì 28 settembre 2016, 15:03

Guarda ognuno fa quel che ritiene più giusto. Puoi anche andare in TV e raccontare la tua storia per quanto mi riguarda ;)
Il discorso che tu pensi di avere un obbligo morale a dirlo a qualcuno della tua squadra forse è perché stai ancora ragionando da sieronegativo.

Supponiamo che tu lo dica ad un componente della tua squadra. Supponiamo che lui lo accetti, ti aiuti e lo tenga per se. Fantastico!

Supponiamo invece che questo ragazzo lo dice ad un altro della squadra, e questo ad un altro ancora e così via. Saresti oggetto di pettegolezzo e, forse, di discriminazione.
Potresti anche essere cacciato dalla squadra. Potrebbe diffondersi la voce anche nel tuo paese, se ti trovi in un paesino. E, se la voce si diffonde a macchia d'olio, potresti avere problemi al lavoro.

Sono tutti SE ipotetici. Quando deciderai di dirlo a qualcuno pensa anche a questi SE.
Quando pensi che quella persona meriti la tua fiducia allora diglielo. Ma prima dedidere di dirglielo sappi che gli stai mettendo un'arma in mano. E quell'arma potrebbe usarla se vuole.
Io ho toccato con mano sia lo stigma, e manco in una forma grave tutto sommato, sia la comprensione e l'affetto. Ho trovato più amore che odio attorno a me.
Ma sto attento. È mia responsabilità proteggere me stesso.

Tu agisci secondo coscienza, ma cerca di ragionare da sieropositivo. Perché è quello che sei ora.


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thunder82
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Re: Quando dirlo, perché... effetti positivi di un coming ou

Messaggio da thunder82 » mercoledì 28 settembre 2016, 15:28

Se ho dato l'impressione di volerlo dire al mondo.....ho fatto male. Tant'è che l'ho detto ad una sola persona fuori dalla famiglia.

Capisco tutti i SE ma allora (non conosco il tuo orientamento sessuale) potrebbe valere anche in caso di outing sul proprio orientamento. Potrebbero dirlo a macchia d'olio, potrebbero dirlo NEl paese, potrebbero discriminarti per questo, avere problemi sul lavoro, ect. ect.

Lasciamo perdere se chi discrimina per l'hiv è "scusabile" e chi discrimina per l'orientamento non lo è. Rimane il fatto che il rischio vi è comunque. Penso che per assurdo i dubbi sull'outing siano lo stesso:

1 - è rispetto delle persone a cui tengo dirglielo perchè NOn voglio mentire? (un'arma in mano la dai a chiunque dici qualunque cosa di te che sia "spendibile" nella società o da questa "criticabile"
2 - fa' bene a me come persona ?
3 - quanto è importante con qualcuno sapere che è l'amic* che vediamo essere ogni giorno non avendo lo spettro di come sarebbe se un giorno sapesse?

Dell'omofobia si dice che molte delle conquiste son dovute anche al fatto che la gente non si nasconde più e chi non si è nascosto in tempi addietro ha fatto un gran atto di coraggio. La società capisce day by day che omosessuale non è un male, una malattia, un errore.
Non sarebbe così anche con l'HIV?

Il discorso chiaramente è che IO PER PRIMO NON ESSENDO DICHIARATO rientro in quelli che :"Tu dovresti star zitto perchè per la causa non hai fatto proprio nulla". Giusto per chiarire che il mio intervento non vuole essere un attacco a Rosso80 o a chiunque altro.


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