Gli anni della disperazione: prima della HAART

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
nordsud
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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da nordsud » sabato 14 gennaio 2017, 8:52

Riporto quello che ha scritto l'utente Rob_Rob ( post pubblico ) nella stanza PUB.. il 3d sugli U2
Non generalizzo, ma io hiv lo ho contratto perche' ho sempre avuto molti rapporti sessuali di ogni tipo , colore e gender ....... ricordo che al mio medico dissi...... caspita , sono stupito di non averlo contratto prima , mi ero quasi convinto di avere una protezione genetica
Ditemi voi cosa uno dovrebbe pensare...


PS..Non merita la morte di certo per aver fatto sesso.
Domanda : ha rischiato consapevolmente sperando di farla franca ?
Nella sessualità ci si lascia guidare dai sensi.. e il sesso è pur sempre un istinto primordiale... dunque difficile da contenere.



nordsud
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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da nordsud » sabato 14 gennaio 2017, 9:21

Raziel ha scritto:Ma questione hiv a parte, non era già noto che scambiarsi le siringhe, lasciam perdere se con evidenti tracce di sangue o meno, cambia poco clinicamente ma dal punto di vista "visivo" la gente doveva pur rendersi conto, fosse tutt'altro che igienico e ci si poteva scambiare delle malattie (a prescindere dall'hiv che poteva essere ignoto inizialmente)?
Voglio dire, già dall'antichità si sapeva che prima di aprire la cute con dei ferri chirurgici questi andavano sterilizzati sul fuoco, figuriamoci un contatto diretto col sangue...
Quale era la percezione dei tossici che abitudinariamente si scambiavano siringhe usate?
Guarda.. io mi ero beccato anche l'epatite B ( acuta e dopo guarito ) nel 1980 ed onestamente me ne fregavo anche dell'epatite non A e non B che diventava sempre più comune. C'erano persone che avevano il virus dell'epatite da 20-25 anni e stavano bene.
Sapevo che esisteva una epatite non A e non B ma non le percepivo come la fine del mondo come l' hiv (fino a metà degli anni 80 sembrava un qualcosa di lontanissimo....una epidemia che sembrava confinata in USA ) . Vi ricordo che allora si credeva che le infezioni fossero quasi un dettaglio.... i reparti per infettivi non c'erano quasi più. Non c'erano tante altre malattie infettive...
Si pensava che vaccini e antibiotici fossero l'arma definitiva contro gli agenti patogeni..

Il timore che incuteva l'epatite era poca roba.. un dettaglio.. un rischio che tutto sommato si poteva correre.
Ultima modifica di nordsud il lunedì 20 febbraio 2017, 9:35, modificato 5 volte in totale.



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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da nuovo giorno » sabato 14 gennaio 2017, 10:13

Secondo me la vera domanda è: Per quale motivo uno deve andare ad analizzare e giudicare i motivi per cui qualcun altro si è infettato?
Mettiamo anche che questa persona X abbia fatto sesso consapevole di potersi infettare e ne abbia quindi accettato il rischio, cosa cambia ai fini della sua posizione di malato rispetto a chi è stato infettato inconsapevolmente a seguito di una trasfusione?

Anche se riuscissimo ad arrivare alle conclusione che questa persona ha accettato il rischio d'infettarsi che ce ne facciamo di questo dato? non gli diamo la terapia? gli facciamo pagare più tasse? gli leviamo il diritto di parola in pubblico, vietandogli qualsiasi intervento sui forum o conversazioni tra più di due persone?
Uno stato moderno, civile e democratico cosa dovrebbe fare per assolvere alla funzione di prevenzione del rischio? dovrebbe apporre la pettorina con la lettera scarlatta "S" come sieropositivo, punirli e esporli all'umiliazione pubblica come monito per le giovani generazioni?

Cosa può fare il singolo cittadino o ammalato reputato "innocente" secondo criteri autodeterminati che vuole contribuire a evitare che i soggetti maggiormente a rischio, ammesso e non concesso che il singolo cittadino abbia questo dovere? Sputare addosso al suo simile? Distinguere tra il "sieropositivo buono" e "sieropositivo cattivo"? Emarginare chi secondo noi ha sbagliato?.

Boh, se è vero quello che dice la nostra, solo ultimamente tanto amata, Costituzione ossia che tutti i cittadini sono uguali senza distinzioni di alcun genere e quindi sono uguali e hanno gli stessi diritti e doveri sia chi scopa con 1000 persone sia chi solo con due, la moglie e l'amante, non è certo la punizione o il castigo o l'umiliazione o l'isolamento a poter risolvere il problema dell'HIV e il problema dei costi della gestione della malattia.

Magari è più efficace la Prep per raggiungere tale scopo, l'educazione sessuale fatta bene, la formazione di tutto ma proprio tutto il personale medico e paramedico, pretendere un sistema d'informazione basata sui fatti e sulla scienza e non sul giudizio popolare, sul chiacchiericcio o sul gossip che tanto ci piace, educare gli educatori.

La tua sembra una caccia alle streghe in cui tutti i partecipanti sono streghe però.



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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da nordsud » sabato 14 gennaio 2017, 10:35

nuovo giorno ha scritto:Secondo me la vera domanda è: Per quale motivo uno deve andare ad analizzare e giudicare i motivi per cui qualcun altro si è infettato?
Da quando esistono domande lecite oppure no ?
Mettiamo anche che questa persona X abbia fatto sesso consapevole di potersi infettare e ne abbia quindi accettato il rischio, cosa cambia ai fini della sua posizione di malato rispetto a chi è stato infettato inconsapevolmente a seguito di una trasfusione?
Lasciami dire che uno è una persona incosciente mentre l'altro è stato sfortunato. Vuoi negare l'evidenza ?
Anche se riuscissimo ad arrivare alle conclusione che questa persona ha accettato il rischio d'infettarsi che ce ne facciamo di questo dato? non gli diamo la terapia? gli facciamo pagare più tasse? gli leviamo il diritto di parola in pubblico, vietandogli qualsiasi intervento sui forum o conversazioni tra più di due persone?
Ma siete fatti con lo stampino tutti quanti ? Elettrici e tesi come una corda di un violino.. Non riuscite a mantenere la calma perché subito vi sentite perseguitatI.. Ma che sindrome è questa ?
Uno stato moderno, civile e democratico cosa dovrebbe fare per assolvere alla funzione di prevenzione del rischio? dovrebbe apporre la pettorina con la lettera scarlatta "S" come sieropositivo, punirli e esporli all'umiliazione pubblica come monito per le giovani generazioni?
Uno stato moderno non scrive nel primo articolo della Costituzione che l'Italia è un repubblica fondata sul lavoro.
Cosa può fare il singolo cittadino o ammalato reputato "innocente" secondo criteri autodeterminati che vuole contribuire a evitare che i soggetti maggiormente a rischio, ammesso e non concesso che il singolo cittadino abbia questo dovere? Sputare addosso al suo simile? Distinguere tra il "sieropositivo buono" e "sieropositivo cattivo"? Emarginare chi secondo noi ha sbagliato?.
Quando metteranno il ticket per gli esami di routine.. vediamo cosa penserai..

Boh, se è vero quello che dice la nostra, solo ultimamente tanto amata, Costituzione ossia che tutti i cittadini sono uguali senza distinzioni di alcun genere e quindi sono uguali e hanno gli stessi diritti e doveri sia chi scopa con 1000 persone sia chi solo con due, la moglie e l'amante, non è certo la punizione o il castigo o l'umiliazione o l'isolamento a poter risolvere il problema dell'HIV e il problema dei costi della gestione della malattia.
Vuoi farti male citando ancora la Costituzione più insulsa del pianeta ?

Magari è più efficace la Prep per raggiungere tale scopo, l'educazione sessuale fatta bene, la formazione di tutto ma proprio tutto il personale medico e paramedico, pretendere un sistema d'informazione basata sui fatti e sulla scienza e non sul giudizio popolare, sul chiacchiericcio o sul gossip che tanto ci piace, educare gli educatori.

La tua sembra una caccia alle streghe in cui tutti i partecipanti sono streghe però.
Vuoi dire che nel 2017 i giovani non sanno che esiste l'HIV ?



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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da nuovo giorno » sabato 14 gennaio 2017, 10:49

Guarda nordsud, inutile dirti che non condivido niente di quello che hai scritto in risposta al mio post ma lo accetto perché io non ritengo insulsa la nostra costituzione e credo nei suoi valori di base. La pensiamo diversamente per fortuna e a riprova che non è vero che siamo fatti tutti con lo stampino. Si discute ma poi ognuno è libero di rimanere con le proprie convinzione purché non si offenda nessuno. Proprio per questo rispondo solo al punto in cui sei andato più sul personale solo per dirti, anche se non ne ho bisogno ma solo per tranquillizzarti, dicendoti che io non sono teso e neanche elettrizzato...anzi ora esco a farmi una bella passeggiata che oggi è una bellissima giornata, ti lascio al tuo grigiore.



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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da flavioxx » sabato 14 gennaio 2017, 11:36

nordsud ha scritto:
Blast ha scritto:Ma se nessuno può capire cosa sia successo prima del 2000 (come è vero e giusto che sia), allora evitiamo anche di parlarne. Sei tu che hai riesumato il thread per nostalgia dei veterani, ora nessuno può esprimere la propria opinione a riguardo perchè non l'ha vissuta? Dobbiamo tutti tacere? Dobbiamo sentirci in colpa per essere nati molti anni dopo di te e aver scampato la tragedia AIDS? Boh, se vuoi condividere le tue esperienze di quei tempi ti ascoltiamo e leggiamo volentieri, se devi attaccare gli altri solo perchè non hanno vissuto il tuo calvario che ti devo dire
Te la canti e te la suoni da solo la storiella.
Dove ho scritto ( visto che ti stai rivolgendo a me ) che gli altri devono tacere.
Io non conosco vita morte e miracoli dei responsabili del sito.
Ho solo fatto una domanda retorica perché, a mio parere, uno che si è infettato nel 2004 presumibilmente non dovrebbe aver vissuto da "protagonista" gli anni 80. Evidentemente a Milano l'impatto è stato molto più marcato che in provincia e di riflesso ha influito sulla vita di tantissime altre persone.
Sorge spontanea una constatazione.. i tossici si sono beccati questo virus negli anni 80 quando poco o niente si sapeva.. dopo 10 anni è arrivata, nei day hospital, l'onda degli omosessuali diciamo dal 93-94 ( anche loro infettati anni prima ).
Per certi versi tutti quelli che si sono infettati negli anni 80, cioè tutti i tossici ed i primi omosessuali, sono "giustificati" perché si sapeva poco o niente su questo virus. Ma tutti quelli che si sono infettati dai primi anni 90 in avanti.. lasciatemi dirlo .. se la sono un po' inconsciamente cercata.. o sbaglio ?
Io ad esempio sono andato in giostra 7 o 8 volte.. nel 1986-87.. eppure sono bastate.. Sfigato al massimo... anche se sono riuscito a tirarla avanti per anni. Ho preferito vivere nel dubbio ( Un dubbio quasi certo ) per qualche anno... e sono stato un progressor non tanto veloce..
Guarda che la trasmissione di hiv/aids si è conosciuta nel 1981. Io usavo droghe in vena e avevo rapporti a rischio omosex fin dal 1977. <edit dell'amministrazione> E i veterani come li chiami tu ci sono sempre



rospino
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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da rospino » sabato 14 gennaio 2017, 12:23

uffa2 ha scritto:Trovo davvero, davvero sgradevole il dire che qualcuno se l’è -anche se inconsciamente- cercata.
Io non me la sono cercata, e qui non conosco nessuno che se la sia cercata.
Ci sono cose che accadono, talvolta prevenibili e che pure accadono lo stesso, è nessuno tra i presenti qui deve sentirsi chiamato a giustificarsi.
Spero di non leggere altre cose di questo tipo, lo spero di cuore.
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rospino
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Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da rospino » sabato 14 gennaio 2017, 12:29

nuovo giorno ha scritto:Secondo me la vera domanda è: Per quale motivo uno deve andare ad analizzare e giudicare i motivi per cui qualcun altro si è infettato?
Mettiamo anche che questa persona X abbia fatto sesso consapevole di potersi infettare e ne abbia quindi accettato il rischio, cosa cambia ai fini della sua posizione di malato rispetto a chi è stato infettato inconsapevolmente a seguito di una trasfusione?

Anche se riuscissimo ad arrivare alle conclusione che questa persona ha accettato il rischio d'infettarsi che ce ne facciamo di questo dato? non gli diamo la terapia? gli facciamo pagare più tasse? gli leviamo il diritto di parola in pubblico, vietandogli qualsiasi intervento sui forum o conversazioni tra più di due persone?
Uno stato moderno, civile e democratico cosa dovrebbe fare per assolvere alla funzione di prevenzione del rischio? dovrebbe apporre la pettorina con la lettera scarlatta "S" come sieropositivo, punirli e esporli all'umiliazione pubblica come monito per le giovani generazioni?

Cosa può fare il singolo cittadino o ammalato reputato "innocente" secondo criteri autodeterminati che vuole contribuire a evitare che i soggetti maggiormente a rischio, ammesso e non concesso che il singolo cittadino abbia questo dovere? Sputare addosso al suo simile? Distinguere tra il "sieropositivo buono" e "sieropositivo cattivo"? Emarginare chi secondo noi ha sbagliato?.

Boh, se è vero quello che dice la nostra, solo ultimamente tanto amata, Costituzione ossia che tutti i cittadini sono uguali senza distinzioni di alcun genere e quindi sono uguali e hanno gli stessi diritti e doveri sia chi scopa con 1000 persone sia chi solo con due, la moglie e l'amante, non è certo la punizione o il castigo o l'umiliazione o l'isolamento a poter risolvere il problema dell'HIV e il problema dei costi della gestione della malattia.

Magari è più efficace la Prep per raggiungere tale scopo, l'educazione sessuale fatta bene, la formazione di tutto ma proprio tutto il personale medico e paramedico, pretendere un sistema d'informazione basata sui fatti e sulla scienza e non sul giudizio popolare, sul chiacchiericcio o sul gossip che tanto ci piace, educare gli educatori.

La tua sembra una caccia alle streghe in cui tutti i partecipanti sono streghe però.
Condivido alla grande! Applausi! [emoji4]


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guy16
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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da guy16 » sabato 14 gennaio 2017, 13:07

nordsud ha scritto:
guy16 ha scritto:
nordsud ha scritto:
Mi spiace che tu non ti renda conto di quel che scrivi. "Chi si è infettato dopo gli anni 90 se l'è cercata" equivale a dire che si merita quel che ha, che è una specie di colpa che deve espiare. Tra l'altro tu invece nell'86/87 sei stato solo 'sfigato'.
Personalmente penso che nessuno si meriti cose di questo tipo, come i fumatori non si meritano il cancro, gli obesi non si meritano l'infarto, gli alcolisti non si meritano la cirrosi o i drogati non si meritano l'overdose. Dietro tutto questo c'è la stotia personale di ognuno e noi non sappiamo cosa spinge le persone a certi comportamenti. Anche fare la tr0ia senza preservativo (scusa il femminile che odi tanto) ha una sua ragione. Non sarò io a dirti che esistono la sofferenza, la debolezza, il bisogno d'amore, il desiderio di autodistruzione, esiste l'amore e chissà cos'altro in ogni essere umano....
Sarebbe bello che la smettessi di dare giudizi, generalizzare e provocare e cominciassi a considerare gli altri come persone che hanno dei sentimenti e una sensibilità che varrebbe la pena rispettare.
Ma quanto siete permalosi.

Per qualcuno di voi.. inconsciamente cercata significa meritarsela. .. Interpretazione molto forzata e polemica di chi non ha la minima idea di cosa significhi confrontarsi senza omologarsi.

Già che ci siamo potresti dire.. le due cinesine che sono uscite dall'auto allo zoosafari a Pechino non meritavano di finire sbranate dalle tigri solo perché volevano fotografarle da vicino..


Comunque la società occidentale per motivi di costo arriverà a responsabilizzare entro i giusti binari tutti i cittadini. Chi sgarra, ingrassando bevendo fumando.. pagherà un costo sanitario più elevato.
Non capisco perchè se qualcuno risponde alle tue affermazioni, debba essere permaloso, teso o nervoso.Se vuoi il confronto senza omologazione, accetta che altri la pensino diversamente e vogliano discutere.

Detto questo, chiariamo che anche tu te la sei "inconsciamente" cercata e non sei stato sfigato: nell'86/87 già si sapeva cos'era l'aids (e come si trasmetteva (come già ha detto flavioxx). Così come nota di costume, ricordo che Rock Hudson è morto nell'85 e il clamore che suscitò fece conoscere l'aids a chiunque. La mia buona insegnante di scienze spese settimane a parlarci della Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita.

Secondo, io sono stupido ma chi "sgarra paga" o responsabilizzare "nei GIUSTI binari" mi sembra lo stesso di ...te la sei cercata, caxxi tuoi, te lo meriti perchè sei andato fuori dai giusti binari, è colpa tua e giustamente la paghi. È una tua idea, ma abbi il coraggio di sostenerla fino in fondo e di non buttare il sasso e poi cercare di mediare.

Terzo, diversamente sa te, la mia opinione è che, se anche chi se l'è cercata, dovessere pagarsi cure ed esami, non ci sarebbe più responsabilizzazione, ma solo più persone che muoiono perchè non possono permettersi di curarsi.

Un sereno saluto
Ultima modifica di guy16 il sabato 14 gennaio 2017, 16:41, modificato 1 volta in totale.



guy16
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Re: Gli anni della disperazione: prima della HAART

Messaggio da guy16 » sabato 14 gennaio 2017, 13:34

nuovo giorno ha scritto:Secondo me la vera domanda è: Per quale motivo uno deve andare ad analizzare e giudicare i motivi per cui qualcun altro si è infettato?
Mettiamo anche che questa persona X abbia fatto sesso consapevole di potersi infettare e ne abbia quindi accettato il rischio, cosa cambia ai fini della sua posizione di malato rispetto a chi è stato infettato inconsapevolmente a seguito di una trasfusione?

Anche se riuscissimo ad arrivare alle conclusione che questa persona ha accettato il rischio d'infettarsi che ce ne facciamo di questo dato? non gli diamo la terapia? gli facciamo pagare più tasse? gli leviamo il diritto di parola in pubblico, vietandogli qualsiasi intervento sui forum o conversazioni tra più di due persone?
Uno stato moderno, civile e democratico cosa dovrebbe fare per assolvere alla funzione di prevenzione del rischio? dovrebbe apporre la pettorina con la lettera scarlatta "S" come sieropositivo, punirli e esporli all'umiliazione pubblica come monito per le giovani generazioni?

Cosa può fare il singolo cittadino o ammalato reputato "innocente" secondo criteri autodeterminati che vuole contribuire a evitare che i soggetti maggiormente a rischio, ammesso e non concesso che il singolo cittadino abbia questo dovere? Sputare addosso al suo simile? Distinguere tra il "sieropositivo buono" e "sieropositivo cattivo"? Emarginare chi secondo noi ha sbagliato?.

Boh, se è vero quello che dice la nostra, solo ultimamente tanto amata, Costituzione ossia che tutti i cittadini sono uguali senza distinzioni di alcun genere e quindi sono uguali e hanno gli stessi diritti e doveri sia chi scopa con 1000 persone sia chi solo con due, la moglie e l'amante, non è certo la punizione o il castigo o l'umiliazione o l'isolamento a poter risolvere il problema dell'HIV e il problema dei costi della gestione della malattia.

Magari è più efficace la Prep per raggiungere tale scopo, l'educazione sessuale fatta bene, la formazione di tutto ma proprio tutto il personale medico e paramedico, pretendere un sistema d'informazione basata sui fatti e sulla scienza e non sul giudizio popolare, sul chiacchiericcio o sul gossip che tanto ci piace, educare gli educatori.

La tua sembra una caccia alle streghe in cui tutti i partecipanti sono streghe però.
Chapeau! Belle argomentazioni Nuovo Giorno.



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