HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
HIVforum.info
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HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da HIVforum.info » venerdì 19 agosto 2011, 16:59

Viaggiare all’estero è uno dei problemi delle persone con infezione da HIV.
Diversi paesi rifiutano l’accesso alle persone con HIV, altre pongono limiti di vario tipo.

Per gli spostamenti temporanei (turismo) nel territorio dell’Unione Europea non ci sono limiti all’ingresso, mentre alcuni limiti sono previsti in alcuni paesi/regioni per chi volesse soggiornarvi a lungo o stabilirsi per lavoro.
Per tutte le domande su questo argomento, è disponibile un database globale: http://www.hivtravel.org.
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Il sito, aggiornato periodicamente, offre indicazioni complete sulla disciplina di accesso e permanenza nella maggior parte dei Paesi.

In generale, sono validi alcuni suggerimenti:
[*] portare i farmaci nel bagaglio a mano, per evitare il rischio di perdite delle valigie imbarcate in stiva
[*] portare i farmaci nell’involucro originale se il Paese ospite accetta le persone con HIV
[*] portare i farmaci in involucri neutri o dissimularli tra integratori/caramelle se il Paese ospite NON accetta le persone con HIV
[*] farsi fare una ricetta in inglese dal proprio infettivologo, in modo da evitare contestazioni di tipo doganale, anche se i farmaci antiretrovirali non sono inclusi nelle liste internazionalmente conosciute di sostanze proibite.


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fabrymi
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da fabrymi » martedì 13 settembre 2011, 22:31

Buonasera,
avrei bisogno di un consiglio pratico, dovendomi recare a New York tra 10 giorni.
So che negli USA il divieto di ingresso per i sieropositivi è stato abolito dal 4 gennaio 2010, tuttavia ho letto opinioni contrastanti in merito alla "modalità" più opportuna per entrare nel Paese con la propria terapia antiretrovirale (nel mio caso prendo una compressa di A-Tripla al giorno).
Posto che ho già compilato il modulo ESTA per l'ingresso, e questo è stato regolarmente approvato, qualcuno sostiene che si può tranquillamente entrare nel Paese con la confezione originale della A-Tripla e che nessuno alla dogana può fare domande o eccezioni proprio perchè, essendo decaduto il divieto, di conseguenza non è necessario fornire spiegazioni sui medicinali che uno porta con se' in viaggio.
Qualcun altro dice che è necessario essere in possesso di un certificato medico, non ben definito, scritto in inglese, nel quale il medico (credo sia sufficiente anche quello del proprio medico di base) dichiara che il paziente viaggia con le pastiglie XY per trattare una propria personale condizione (ma in questo caso, esiste una "formula" che il medico deve scrivere in inglese attraverso la quale è tutelato adeguatamente?).
Altre persone dicono che viaggiano regolarmente negli Stati Uniti portando la terapia e, in alcuni casi, mischiando le pastiglie con altri medicinali (es. vitamine), e che nessuno alla dogana ha mai fatto controlli o domande.
In definitiva, io vorrei capire quale soluzione cautelativa devo adottare per viaggiare tranquillo e non incontrare alcun tipo di problema, domande, ecc., in fondo mi faccio solo una vacanza di una settimana...e non capisco il motivo di tanto frastuono su questa faccenda della terapia. E' normale che uno viaggi con dei medicinali, in generale, e in vita mia (che ho viaggiato parecchio, anche prima di avere questo "problema-non-problema") non mi è mia capitato di sentire di qualcuno che abbia incontrato ostacoli nell'accedere nell'uno o nell'altro Paese a causa della presenza di medicinali nel proprio bagaglio (anche qui, meglio portarsi la A-Tripla nel bagaglio a mano o in quello in stiva?).
Ringrazio sin d'ora chiunque abbia un'idea concreta e precisa di quale sia la misura più opportuna da adottare per entrare negli U.S.A con i propri farmaci antiretrovirali, vuoi per esperienza personale, o vuoi, meglio ancora, per come la "legge" prevede sia il miglior modo per cautelarsi di fronte a possibili eccezioni poste in dogana all'arrivo negli U.S.A.



lotus85
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da lotus85 » giovedì 5 aprile 2018, 8:33

Buongiorno a tutti,
dovrò andare a Singapore per 10 giorni e da quello che ho letto mi sembra di capire che non fanno entrare hiv positivi, qualcuno sa qualcosa di più in merito?
come posso fare? :o



Ehi
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da Ehi » giovedì 5 aprile 2018, 9:01

Vacci senza problemi..ti porti qualche pasticca nello zaino dentro un contenitore anonimo (tipo vitamine) e qualcuna di scorta nel bagaglio che spedisci!
In italia nessuno ti controlla in alcun modo, all’estero idem ma tanto quando starai per tornare le pasticche residue saranno minime per cui le metti nel bagalio cche spedisci e é tutto ok!
Fidati di quello che ti dico, ho preso molti voli da quando l’ho scoperto -anche un volo intercontinentale per il Messico- e mai avuti controlli sui medicinali



lotus85
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da lotus85 » giovedì 5 aprile 2018, 10:46

Ehi ha scritto:Vacci senza problemi..ti porti qualche pasticca nello zaino dentro un contenitore anonimo (tipo vitamine) e qualcuna di scorta nel bagaglio che spedisci!
In italia nessuno ti controlla in alcun modo, all’estero idem ma tanto quando starai per tornare le pasticche residue saranno minime per cui le metti nel bagalio cche spedisci e é tutto ok!
Fidati di quello che ti dico, ho preso molti voli da quando l’ho scoperto -anche un volo intercontinentale per il Messico- e mai avuti controlli sui medicinali
Si infatti volevo portarle precise per là così' per il ritorno non le ho più o al limite una x sicurezza...grazie mille x la rassicurazione!



Ehi
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da Ehi » giovedì 5 aprile 2018, 11:24

Fai cosí...te ne porti precise per il viaggio nello zaino -mettine due in piú- e qualcuna nel bagaglio che spedisci!



skydrake
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da skydrake » giovedì 5 aprile 2018, 14:11

lotus85 ha scritto:Buongiorno a tutti,
dovrò andare a Singapore per 10 giorni e da quello che ho letto mi sembra di capire che non fanno entrare hiv positivi, qualcuno sa qualcosa di più in merito?
come posso fare? :o
Per i turisti e per Singapore assolutamente no.

Diversi paesi al mondo possono negare l'ingresso in caso di soggiorno per lunghi periodi con permessi di lavoro (comunque spesso aggirabili).
Invece i turisti, finché soggiornano meno di 90 giorni, possono andare ovunque e liberamente, tranne in 5 paesi, tutti nel medio Oriente.

Nel tuo caso quindi, l'unico problema è lo scalo che dovrai fare a ad Abu Dhabi o a Doha. Per evitare infauste perdite di bagagli devi mettere almeno parte dei farmaci nel bagaglio a mano (giusto una scorta per 2-3 giorni, alla peggio a Singapore è facile comprare antiretrovirali in caso di smarrimento della valigia). Normalmente si consiglia sempre di lasciargli nella loro confezione originale, ma in quei paesi arabi dove fai scalo la importazione di antiretrovirali è sempre proibita per qualunque motivo.
C'è da dire che gli eventuali controlli bagagli negli scali sono rari, possibili (a me è capitato) ma molto sommari. Qualche hanno fa avevano arrestato un famoso DJ inglese: gli avevano fatto una perquisizione accurata e trovato della droga, ma perché si stava comportando in modo anomalo in aeroporto (era visibilmente fatto di marijuana). I turisti normali li lasciano stare anche ad Abu Dhabi e a Doha. Tuttavia, vista l'eccezionalità di quei due scali, è forse bene mettere gli antiretrovirali in un barattolo di qualche altro farmaco o integratore (NON il Multicentrum, è una marca troppo nota).



Moz72
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da Moz72 » giovedì 5 aprile 2018, 18:25

Skydrake devo fare scalo a Doha.
Non entrare in Qatar.
Ne parlerò anche con medici.
Mi possono controllare bagaglio a mano?
Se trovano la terapia, cosa rischio?
Grazie



skydrake
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da skydrake » giovedì 5 aprile 2018, 20:19

Moz72 ha scritto:Skydrake devo fare scalo a Doha.
Non entrare in Qatar.
Ne parlerò anche con medici.
Mi possono controllare bagaglio a mano?
Se trovano la terapia, cosa rischio?
Grazie
Si, una volta mi è capitato in un volo Madrid-Lione-Bologna, nello scalo di Lione e in un volo Barcellona-Roma-Venezia, nello scalo di Roma.
Notare che gli aeroporti sono tutti Schengen, eppure negli scali mi hanno fermato assieme a pochi altri passeggeri e ci hanno fatto ripassare i bagagli al metal detector lo stesso. Entrambi i controlli sono stati però più molto veloci del normale. In quello di Roma c'era anche un cane antidroga. Forse sono controlli a campione fatti a caso solo per quest'ultima (o forse avrò la faccia da spacciatore, boh, un paio di volte mi hanno fermato con i cani antigroga persino nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Bologna).

Questo è la pagina sui voli trasfert del sito internet dell'aeroporto di Doha:
https://dohahamadairport.com/airport-gu ... /transfers

Security check
Your hand-baggage will be security screened for prohibited items before you can enter the passenger terminal. Please visit our Security & Customspage for more information. Dedicated lanes are available for First Class and Business Class passengers.


A Doha e ad Abu Dhabi sono particolarmente inflessibili per le doghe ricreative. Non vanno alla ricerca di farmaci antiretrovirali, ma se ti trovano con quantità minime di droga addosso, sono davvero guai grossi. Questo ad esempio gli hanno trovato 3 semi di marijuana:
http://www.dailymail.co.uk/news/article ... -shoe.html

Se vai a vedere le altre pagine del sito che ho riportato e sui siti informativi di Dubai si raccomanda di avere con sé una prescrizione medica/certificato medico/relazione clinica che dice che devi prendere i farmaci per cui è proibita l'importazione anche per i voli trasfert. Una simile prescrizione sarebbe controproducente se dovessi entrare nel loro paese perché sarebbe la prova provata che sei sieropositivo, ma viceversa, se ad Abu Dhabi sei solo di passaggio (transit flight senza lo stopover, come il pernottamento notturno in albergo) è comunque meglio che non averla affatto con sé.
Tuttavia, se non ti punta un cane antidroga, non ti servirà comunque esibire tale prescrizione medica.



Soul78
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Re: HO L'HIV: POSSO ANDARE ALL'ESTERO?

Messaggio da Soul78 » mercoledì 11 aprile 2018, 21:33

Viaggi e soggiorni all’estero
Il miglioramento della qualità della vita delle PLHIV porta con sé anche il desiderio e la possibilità di riprendere a viaggiare ma anche la necessità di lavorare o studiare all’estero. I paesi che possono essere visitati in totale sicurezza dalle persone con HIV sono tanti ma è sempre bene pianificare il proprio viaggio adottando alcune precauzioni e informarsi al meglio su procedure d’ingresso, leggi vigenti, condizioni soci-ambientali dei paesi di destinazione. Il miglior sito su cui trovare informazioni specifiche per le persone con HIV è http://www.hivtravel.org. Per informazione di tipo più generale potete consultare anche http://www.viaggiaresicuri.it/home.html, curato dal Ministero degli Esteri. Altre fonti d’informazione possono essere le ambasciate e i consolati italiani presenti nei territori che intendete visitare, i siti curati dagli enti di soggiorno e turismo locali o le associazioni attive sui temi dell’HIV/AIDS. Ecco qualche consiglio per un viaggio sicuro e alcune indicazioni da tenere presenti:

In molti paesi esistono disposizioni differenziate per i viaggi a scopo turistico e per quelli dovuti a motivi di studio e lavoro. È bene informarsene prima di partire.
Prima del viaggio controllate le disposizioni doganali in vigore per il trasporto di farmaci nei paesi in cui siete diretti o dirette (da capire, soprattutto, se vi siano limiti sui quantitativi di farmaci trasportabili per uso personale).
Se possibile, portate con voi un quantitativo di medicinali un po’ superiore a quello necessario a coprire il soggiorno, così da non rischiare di rimanere senza copertura farmacologica in caso di ritardata partenza per motivi non prevedibili.
Portate con voi anche una lettera del medico di riferimento, meglio se in inglese, che sancisca la necessità dell’utilizzo di questi trattamenti a scopo personale e che certifichi come congrua la quantità di farmaci trasportati. Non è necessario che la lettera menzioni esplicitamente l’HIV e non è necessario esibirla se non viene richiesta.
Ricordate di trasportare i vostri medicinali nel bagaglio a mano! Questi ultimi sono più soggetti a controlli ma le valige “imbarcate” potrebbero esservi consegnate in ritardo o smarrite.
Portate con voi indirizzi, numeri di telefono, riferimenti delle ambasciate e/o dei consolati italiani presenti nei paesi di destinazione.
Prima di partire prendete nota di quali siano, nel paese in questione, le strutture o i medici specializzati cui potersi rivolgere in caso di problemi.
Portate con voi anche numeri e riferimenti di un’associazione o organizzazione locale attiva sui diritti delle persone con HIV e anche i numeri di una helpline della LILA. Non rivelate inutilmente il vostro stato sierologico ad altri viaggiatori, a funzionari doganali o a operatori di viaggio. Tenete presente che le persone con HIV sono stigmatizzate tuttora in molti paesi.
Attenzione! Alcune decine di paesi prevedono ancora restrizioni per l’ingresso delle persone con HIV entro i propri confini nazionali. Si tratta di una grave violazione del diritto alla mobilità, sanzionata anche dall’ONU e dalle altre agenzie internazionali. Negli anni il numero di paesi che hanno comunque deciso di mantenere questo tipo di leggi discriminatorie è diminuito ma divieti e barriere inaccettabili continuano purtroppo a sopravvivere in diverse regioni del globo. Le domande e i dubbi posti tramite LilaChat, ancora una volta, rendono lampanti quali siano i problemi e le preoccupazioni delle persone con HIV che devono affrontare viaggi e soggiorni all’estero.

“Mi è stato proposto un viaggio che mi piacerebbe molto fare ma è in uno di quei paesi arabi in cui è vietato l'ingresso ai sieropositivi anche per brevi periodi. Dovrei fare un visto turistico al consolato prima di partire e poi passare la dogana. Per il breve termine non fanno esami del sangue ma se mi vedessero le pillole come minimo mi espellerebbero, ci sono anche notizie di sieropositivi deportati...
Ho pensato di dichiarare il falso al consolato e alla dogana nascondere le medicine in una scatola diversa. Cosi potrei ammirare le bellezze di quel paese. Però non sono sicuro. Qualcuno si è già trovato in questa condizione? Avete consigli?”

“Per lavoro dovrò andare per forza 9 giorni a Dubai (ho provato a rifiutare ma non c'è stato modo). Sto prendendo sustiva e kivexa quindi per stare sicuro mi dovrei portare almeno venti pastiglie. Suggerimenti? Vostre esperienze? Magari le provo a mettere nel sedere bene incartate? In una bustina dentro una bottiglia di shampoo con flacone non trasparente? Sto veramente in crisi vi prego datemi tutte le vostre informazioni, esperienze o invenzioni?”

In un recente incontro al Ministero degli Esteri (MAE), la LILA, la Direzione Generale per gli italiani all’estero, nella persona del Ministro Roberto Martini, e l’ufficio del Sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, hanno ampiamente affrontato il tema della tutela dei cittadini italiani con HIV che si recano all’estero. I rappresentanti del Ministero hanno affermato la piena disponibilità dello stesso MAE e di tutta la nostra rete di ambasciate e consolati, ad assistere chiunque possa trovarsi in difficoltà in un paese straniero e la volontà di sensibilizzare su questo specifico tema il nostro personale diplomatico e d’ambasciata. La Direzione generale italiani all’estero, si è inoltre resa disponibile ad avviare una stabile interlocuzione con la LILA per affrontare le situazioni più difficili o critiche. Importante anche l’impegno ad avviare un’ampia ricognizione degli Stati che prevedono limitazioni o barriere per l’ingresso di persone con HIV e dei rischi che si possono correre in caso d’ingresso in uno di questi paesi “a rischio”. L’obiettivo è dunque quello di aver informazioni aggiornate, attendibili e documentate, così da poterle integrare anche nel sito “viaggiare sicuri”. Ovviamente lo Stato Italiano non è responsabile delle legislazioni restrittive adottate da paesi esteri, ma l’impegno è di valutare se, in tutto o in parte, possano violare trattati e/o convenzioni internazionali e a mantenere alta in tutte le sedi l’attenzione sul problema.

La tipologia di divieti e barriere è variabile: alcuni Stati vietano gli ingressi per periodi superiori ai tre mesi, altri prevedono un totale divieto anche per periodi brevi, altri ancora possono richiedere un test per l’HIV a fronte del rilascio per visti di studio o lavoro o sottoporvi questionari d’ingresso alle dogane con specifiche domande sul vostro stato di salute e dunque sul vostro stato sierologico (vedi la lista orientativa dei paesi in questione e delle possibili sanzioni-link). La positività all’HIV può essere motivo, in molti di questi territori, di respingimento all’ingresso o di espulsione dal paese stesso, oltre che di rigetto delle richieste di visto. Nei confronti dei cittadini europei e occidentali che si muovono per turismo, i controlli e le limitazioni sono, generalmente, meno severi. I trattamenti più duri sono, purtroppo, riservati ai migranti in condizioni di maggiore fragilità. Più complicato potrebbe rivelarsi invece ottenere, negli Stati in questione, permessi di studio o lavoro. E’ bene dunque essere consapevoli della situazione vigente nel paese di destinazione ed essere informati e preparati sulla situazione da affrontare.

In attesa del monitoraggio che il Ministero si è impegnato ad avviare, non è facile al momento per noi, sapere quanto e come queste leggi restrittive siano effettivamente applicate nei paesi in questione e con quali conseguenze, né quanti siano i paesi che prevedono limitazioni più o meno “ufficiali”. Per lo stesso motivo la lista dei paesi “a rischio” che potete trovare cliccando qui, deve considerarsi, al momento, solo orientativa. Se doveste decidere di recarvi comunque in uno dei paesi che prevedono divieti o barriere all’ingresso delle PLHIV, o se foste costretti a farlo per motivi di lavoro irrinunciabili, sappiate che non possiamo, purtroppo, indicarvi nessuna via legale per aggirare eventuali controlli o barriere. La decisione su come agire, assunte tutte le necessarie informazioni, può essere soltanto personale. Il primo problema, qualora decideste di affrontare un viaggio in questi paesi, sarà evitare che possano risalire al vostro stato sierologico dai farmaci che porterete con voi. In tal caso, l’unica cosa che possiamo fare è suggerirvi i comportamenti di viaggio più sicuri adottati da altre persone con HIV nelle medesime situazioni, fatte salve le indicazioni per un viaggio sicuro indicate in precedenza:

Riponete i vostri farmaci nelle confezioni di altri medicinali e accompagnateli, se possibile, ad altre compresse di uso comune (aspirine, vitamine.)
Teneteli in buona parte nel bagaglio a mano ma non raccolti in un unico punto.
Portate assolutamente con voi la lettera del medico recante le indicazioni illustrate in precedenza. Il consiglio di scriverla in inglese e di non menzionare l’HIV sarà in questo caso tassativo. Se non vi viene richiesta una documentazione medica, non esibite la lettera.
Preparatevi a rispondere, in caso di domande sulla natura dei farmaci che avete con voi, che siete affetti da altra patologia cronica non infettiva (pressione alta, problemi cardiaci ecc). Il vostro medico forse non vorrà mettere nero su bianco una falsa informazione ma potrà suggervi una “scusa” credibile.
Non rivelate assolutamente ad altri viaggiatori o a funzionari di frontiera il vostro stato sierologico. Qualora foste costretti a farlo, tra le conseguenze possibili potrebbe esserci l’immediata espulsione verso l’Italia.
Se valutate la possibilità di acquistare i farmaci in loco, dovete essere assolutamente certi dell’affidabilità del rivenditore/erogatore, dell’effettiva e immediata disponibilità dei medicinali, dei costi e della loro corrispondenza ai farmaci ART regolarmente assunti in Italia.
Se state valutando di sospendere la terapia nel periodo di soggiorno all’estero sappiate che questo può essere molto rischioso per la vostra salute.
In caso di problemi, lo ripetiamo, non esitate a prendere contatto con i nostri uffici diplomatici locali. Sappiate che anche la LILA è sempre pronta a darvi sostegno qualora doveste trovarvi in difficoltà.



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