HIV e privacy: le domande più frequenti

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
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HIV e privacy: le domande più frequenti

Messaggio da HIVforum.info » venerdì 19 agosto 2011, 16:13

Il Garante per la protezione dei dati personali ha divulgato il vademecum "Dalla parte del paziente. Privacy: le domande più frequenti".

La riservatezza dei dati personali è sancita dalla legge.
Alle informazioni riguardanti lo stato di salute, in quanto particolarmente delicate, è attribuita una tutela rafforzata, a garanzia di chiunque entri in contatto con medici e strutture sanitarie, prestazioni sanitarie, acquisto di medicine.
Per difendere i propri dati in questi contesti, il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato un vademecum.
La guida raccoglie i dubbi e i quesiti più diffusi tra pazienti e personale sanitario, e ha lo scopo di migliorare la vita quotidiana di addetti e persone che accedono ai servizi.

Scarica il vademecum:
http://www.garanteprivacy.it/garante/do ... ID=1812198


articolo originale: http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2011_07_privacy


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Re: HIV e privacy: le domande più frequenti

Messaggio da HIVforum.info » venerdì 19 agosto 2011, 16:14

dal sito del Ministero della Salute
Tutto ciò che attiene alla sfera personale di ciascuno è oggetto di tutela. Questo principio è fondamentale in tema di infezione da Hiv, essendo spesso le persone sieropositive vittime di discriminazione, criminalizzazione, emarginazione. Tali atteggiamenti provocano danni psicologici che normalmente accompagnano quelli alla salute.

La riservatezza, diritto inalienabile di ogni persona nell'ordinamento italiano, riguarda anche il minore e il suo stato infettivologico, che non deve essere rivelato a coloro con cui egli abbia rapporti di assistenza, educazione e socializzazione. Fanno eccezione alcune ben determinate categorie di persone, ad esempio gli esercenti la patria potestà o persone da loro delegate a seguire il minore nelle vicende sanitarie connesse all'Hiv o l'autorità giudiziaria che interviene nell'interesse del minore o le persone da essa autorizzate.

All'atto di richiedere il rilascio di un documento di qualunque tipo (impegnativa, ricetta, questionario per motivi di lavoro, richieste varie) occorre verificare che tale documento sia formulato in modo da non essere discriminante nei confronti delle persone sieropositive. Quando si sospetta di avere subito un'ingiustizia o una discriminazione è possibile rivolgersi ad associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle persone con Hiv/Aids. Le motivazioni del segreto professionale si fondano sul rispetto della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti, riconosciuti dalla Costituzione italiana.

Il vincolo del segreto professionale deve essere mantenuto per il rispetto dovuto alla persona umana, alla sua dignità e ai suoi diritti. Nei casi di conflitto fra etica e diritto positivo, all'etica va riconosciuta priorità rispetto al diritto.

Il test Hiv
Ecco di seguito alcuni degli aspetti principali connessi alla tutela della privacy relativi al test Hiv, disciplinati dalla Legge n.135 del 1990:
[*]sottoporsi al test Hiv è un atto volontario e per la sua esecuzione è necessario il consenso esplicito della persona interessata, che deve preliminarmente essere informata sul significato dell'esame e dell'eventuale esito
[*]il ricovero in ospedale non autorizza gli operatori sanitari a sottoporre a screening i pazienti
[*]le persone che si sottopongono al test hanno diritto all'anonimato
[*]il risultato dell'esame deve essere comunicato esclusivamente al diretto interessato evitando la comunicazione dell'esito per telefono o lettera
[*]in caso di minori l'autorizzazione all'esecuzione dell'esame deve essere data dai genitori o da chi esercita la patria potestà
[*]anche in carcere, il test Hiv non può essere effettuato senza l'autorizzazione dell'interessato
[*]al lavoratore o alla persona che effettua una selezione per l'assunzione non può essere chiesto di sottoporsi all'esecuzione del test Hiv
[*]non si possono effettuare test Hiv durante la visita di leva o il servizio militare.
(Fonte: Ministero della Salute - Manuale di informazioni pro-positive)
http://www.salute.gov.it/hiv/paginaDett ... nu=privacy


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Re: HIV e privacy: le domande più frequenti

Messaggio da HIVforum.info » venerdì 19 agosto 2011, 16:16

la legge 135/1990
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_norm ... legato.pdf

in particolare:

Art.5. Accertamento dell'infezione.
1. Gli operatori sanitari che, nell'esercizio della loro professione, vengano a conoscenza di un caso di AIDS, ovvero di un caso di infezione da HIV, anche non accompagnato da stato morboso, sono tenuti a prestare la necessaria assistenza adottando tutte le misure occorrenti per la tutela della riservatezza della persona assistita.

2. Fatto salvo il vigente sistema di sorveglianza epidemiologica nazionale dei casi di AIDS conclamato e le garanzie ivi previste, la rilevazione statistica della infezione da HIV deve essere comunque effettuata con modalità che non consentano l'identificazione della persona. La disciplina per le rilevazioni epidemiologiche e statistiche è emanata con decreto del Ministro della sanità che dovrà prevedere modalità differenziate per i casi di AIDS e i casi di sieropositività.

3. Nessuno può essere sottoposto, senza il suo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l'infezione da HIV se non per motivi di necessità clinica nel suo interesse. Sono consentite analisi di accertamento di infezione da HIV, nell'ambito di programmi epidemiologici, soltanto quando i campioni da analizzare siano stati resi anonimi con assoluta impossibilità di pervenire alla identificazione delle persone interessate.

4. La comunicazione di risultati di accertamenti diagnostici diretti o indiretti per infezione da HIV può essere data esclusivamente alla persona cui tali esami sono riferiti.

5. L'accertata infezione da HIV non può costituire motivo di discriminazione, in particolare per l'iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attività sportive, per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro.

Nota : La Corte costituzionale, con sentenza 23 maggio-2 giugno 1994, n. 218 (Gazz. Uff. 8 giugno 1994, n. 24 - Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 5, terzo e quinto comma, nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di sieropositività all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attività che comportano rischi per la salute di terzi.

Art.6. Divieti per i datori di lavoro.
1. È vietato ai datori di lavoro, pubblici e privati, lo svolgimento di indagini volte ad accertare nei dipendenti o in persone prese in considerazione per l'instaurazione di un rapporto di lavoro l'esistenza di uno stato di sieropositività.

2. Si applica alle violazioni delle disposizioni contenute nel comma 1 il sistema sanzionatorio previsto dall'art. 38, L. 20 maggio 1970, n. 300.


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