L'uomo sposato

Divagazioni...
friendless

L'uomo sposato

Messaggio da friendless » domenica 22 febbraio 2015, 16:33

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Conoscevo Edmund White per la biografia che aveva dedicato a Rimbaud e per alcune pagine di un vecchio romanzo (my lives) che avevo letto anni fa e che avevo però quasi subito abbandonato. Lo conoscevo, poi, ovviamente per essere il più importante scrittore omosessuale e sieropositivo vivente. Edmund White negli stati uniti e nel mondo intero è un mito, è un grande scrittore, non è l'ultimo arrivato. Nel novembre dell'anno scorso l'illustre critico Franco Cordelli sull'inserto La lettura del corriere ha inserito L'uomo sposato tra (cito testualmente) "quei dieci o quindici romanzi degli ultimi vent’anni che nonostante tutto ci appaiono grandi". Incuriosito dalla segnalazione, mi sono informato su questo romanzo ed ho scoperto che era una storia di aids ... Bum: mi sono ripromesso di procurarmelo. E qui ho riscontrato i primi problemi: il libro è fuori catalogo e non esiste che io sappia la versione digitale per cui chi lo volesse leggere se lo deve procurare in biblioteca. Ed anche lì, non è stato molto agevole. Non l'ho trovato né a pavia né a lodi e me lo sono dovuto far arrivare dalla biblioteca di gorgonzola. A parte questi impicci, di poco conto però per chi come me se si mette in testa di trovare un libro lo trova, ho iniziato la lettura. Sono solo a pagina 100, su un totale di 380, ma non mi sento presuntuoso a dire che questo è il miglior romanzo sull'aids che mi sia capitato di leggere. E c'entra il fatto che è scritto da Edmund White: il libro è molto letterario, la prosa è magnifica, la psicologia dei personaggi è accurata, ad uno come me che legge senza problemi 80 pagine al giorno di un libro di scorrevolezza standard, il libro ha imposto una lettura che non supera le 60 pagine. E' una lettura lenta, che va assimilata piano, perché è pregna e tutt'altro che banale. La storia, per sommi capi, è questa: un cinquantenne americano che vive a parigi dove svolge il lavoro di giornalista culturale, sieropositivo accertato, si innamora, ricambiato, di un trentenne francese, bisex ma tendenzialmente omo, che al momento dell'incontro è già sieropositivo ma inconsapevole del suo stato. I due poi si mettono assieme ma non so come andrà a finire, anche se un mezzo sospetto ce l'ho ... eventualmente se la storia vi ha interessato posso aggiornarvi a lettura terminata. Come dicevo, la storia è ambientata in francia prima dell'arrivo dei farmaci, quindi fine 80, primi 90. White spiega che la mentalità americana e quella europea era a quei tempi molto diversa: mentre i francesi (e forse ancora di più gli italiani) avevano la tendenza a nascondere sotto il tappeto la loro malattia che rimaneva un segreto per tutti fino a quando si vedeva il gay di turno sparire e poi si veniva a sapere che era morto, gli americani avevano una mentalità molto più aperta e questo, innanzitutto, spiega le ragioni per cui tutte le battaglie, quelle raccontate nei film come normal heart, sono state combattute oltreoceano mentre qui in europa nessuno tra i sieropositivi, o pochissimi tra essi, si muoveva: lacuna che perdura ancora oggi ... qua siamo tutti imparanoiati e chiusi, ancora dopo 30 anni. Lo dice White, state a sentire: "In america, pensò con amarezza, si sarebbero conosciuti in una botique per sieropositivi o in una crociera per portatori di hiv, ecco tutto, la presentazione equivalente ad un'ammissione". In america esistevano luoghi dedicati dove conoscersi, e già si sapeva che si sarebbe incontrato un altro sieropositivo: la presentazione equivaleva ad un'ammissione. In francia era tutto enormemente più complicato, era tutto nascosto ... Quando lo scrittore americano conosce il giovane francese si pone il famigerato dilemma se dirlo subito o dopo ("Dobbiamo andare a letto qualche volta e poi gliene parlo? è possibile che mi pianti subito se glielo dico prima?") alla fine decide di dirlo dopo qualche giorno e qualche uscita, quando era sicuro di avergli preso la testa, di essere entrato nei suoi pensieri, e gli va bene ... il giovane francese dichiara che vuole stare con lui per aiutarlo nei giorni in cui si sarebbe ammalato. Non so oltre della trama, sono arrivato a questo punto, ma il libro è bellissimo, fa pensare, pur essendo un romanzo pubblicato nel 2000 che parla degli anni 80 è molto attuale e parla al cuore e alla mente di qualunque sieropositivo. L'unica cosa che posso dirvi è che qualunque sieropositivo decentemente colto/coltivato dovrebbe avere L'uomo sposato nella sua libreria (e se è gay forse ancora di più).



friendless

Re: L'uomo sposato

Messaggio da friendless » domenica 22 febbraio 2015, 16:39

qui l'unica recensione che ho trovato in rete http://www.culturagay.it/recensione/10381 leggetelo se potete, merita



Barney
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Re: L'uomo sposato

Messaggio da Barney » domenica 22 febbraio 2015, 18:43

io tendenzialmente leggo abbastanza d'estate e poco di inverno.. però mi hai dato uno spunto per una nuova scelta ;)



friendless

Re: L'uomo sposato

Messaggio da friendless » domenica 22 febbraio 2015, 18:58

Per essere bello è bello, garantito. E' un libro molto letterario, scritto bene. Come dicevo, secondo me è introvabile, tranne che nelle biblioteche, però passa da una libreria per una conferma, le mie informazioni vengono da internet.



rospino
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Re: L'uomo sposato

Messaggio da rospino » lunedì 23 febbraio 2015, 19:58

Grazie friendless, di recente ho letto "La statua di sale" di Gore Vidal: mi è stato regalato ed ho riscoperto il piacere della lettura dopo diverso tempo. Proverò a cercare questo in qualche libreria toscana... incrociamo le dita! ;)



Tarek
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Re: L'uomo sposato

Messaggio da Tarek » mercoledì 25 febbraio 2015, 19:55

Ambé Gore Vidal è un Must, peccato sia morto poiché in età tarda ha scritto dei capolavori. Era un po´ antisemita :oops:

..e come è finito l´uomo sposato?



isabeau
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Re: L'uomo sposato

Messaggio da isabeau » mercoledì 25 febbraio 2015, 20:18

ha creato una vedova in piu' :?



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