COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » lunedì 23 novembre 2020, 15:54

Dora ha scritto:
mercoledì 18 novembre 2020, 15:55
Siamo arrivati alla settimana limite per la pubblicazione dei dati relativi alle nuove diagnosi di HIV fino al dicembre 2019.
Per il momento, dal Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità tutto tace.
Vedremo se il report arriverà in tempo per il World AIDS Day, o se l'epidemia di COVID avrà avuto un impatto anche sulla raccolta, l'elaborazione e la pubblicazione dei dati, oltre che sull'accesso ai test di chi pensava di averne bisogno e non l'ha fatto per paura del coronavirus o perché i centri dove fare le analisi erano chiusi.

Per intanto, dall'Europa arriva una notizia sconsolante: un'indagine su gruppi di cittadini di diversi Paesi europei relativa al periodo 2010-2016, i cui risultati sono stati ritenuti estensibili al complesso delle diagnosi di HIV fatte in Europa nel medesimo arco di tempo, dice che quasi la metà delle nuove diagnosi sono tardive, con tutti i problemi che questo può comportare per la salute attuale e futura dei diagnosticati.
È presumibile che questa percentuale aumenti quest'anno e finché non si riuscirà a mettere un freno alla pandemia di coronavirus.

L'indagine dei Late Presentation Working Groups di EuroSIDA e COHERE è pubblicata su BMC Infectious Diseases e accessibile a tutti.
In Svizzera c'è stato nel 2020 un terzo di diagnosi di HIV in meno rispetto al 2019. Non è chiaro se perché sono stati fatti meno test, causa COVID, o perché le persone hanno avuto meno rapporti a rischio, sempre causa COVID.
Italia ancora non pervenuta.



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » sabato 28 novembre 2020, 6:45

Immagine


DATI COA AL DICEMBRE 2019 - spunti di (amara) riflessione


In sordina e fuori tempo per preparare qualsiasi riflessione elaborata che sia utile per il I Dicembre, ieri il Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato l'

AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 2019
  • - 2.531 diagnosi nel 2019 - ma per il ritardo di notifica le diagnosi sono di più: la primavera-estate prossima scopriremo che il numero delle diagnosi non è troppo diverso dal 3500-4000 del decennio precedente, solo che nessuno ci farà più caso;

    - aumenta la quota delle diagnosi negli MSM, che ormai è pari alla quota di diagnosi nei maschi eterosessuali - come stupirsene, in un Paese in cui la PrEP continua a non essere distribuita a pioggia, per non parlare della perdurante assenza di informazioni mirate e costanti da parte istituzionale e dello stigma che sembra non modificabile in fasce rilevanti della popolazione?
    • Immagine
    - la fascia d'età più rappresentata nelle diagnosi è quella 25-29 anni, ma anche 20-24 non è molto da meno. E i giovani MSM occupano gran parte degli istogrammi:
    • Immagine
    - negli ultimi anni si assiste a un aumento delle diagnosi tardive, un inquietante quasi-60%, ben superiore alla media europea - e non si può neppure dar la colpa alla pandemia che blocca gli accessi ai test, perché parliamo di dati 2017-2019, quindi chissà l'anno prossimo che cosa dovremo vedere;
    • Immagine
    - circa 500 morti di AIDS all'anno negli ultimi anni, ma per 2018 e 2019 ancora non si sa - se non fossimo abituati a vedere le centinaia di morti al giorno di COVID-19, se fossimo ancora all'anno scorso, quel numero dovrebbe fare più impressione. In ogni caso, l'AIDS ha fatto in 38 anni in Italia meno morti di quanti ne abbia fatti ufficialmente la COVID-19 in 9 mesi. Da ricordare a quelli che ancor oggi concionano su morti con e morti per.
    • Immagine

Questa la sintesi nel sito del Ministero della Salute:

Immagine



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » mercoledì 2 dicembre 2020, 12:30

DATI SU HIV AI TEMPI DEL COVID

Vedo che anche i nostri cugini d'Oltralpe, che pure non hanno la piaga di un COA guidato da incompetenti, qualche problema l'hanno avuto, con la raccolta dei dati delle nuove diagnosi.
Mal comune, però, non è per niente mezzo gaudio.

Immagine

Continua su VIH.org.



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » mercoledì 17 novembre 2021, 7:09

Pubblicati i dati sulle nuove infezioni: dati che, più ancora che in passato, non permettono di valutare la reale situazione dell'infezione in Italia, che è senza possibilità di dubbio peggiore di quella descritta dal rapporto del COA.
Ma perfino da dati così incompleti vediamo non solo l'incidenza disastrosa del Covid (approfondimento dalla pag. 16 del PDF), ma anche che la fascia di popolazione più drammaticamente colpita continua ad essere quella degli MSM.
Una situazione che sta sicuramente mettendo in allarme sia le associazioni, sia quegli infettivologi che ancora non sono stati totalmente travolti dal Covid.


AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 2020

Immagine

Immagine

Immagine

La situazione di chi arriva tardi alla diagnosi è peggiorata perfino rispetto a quella - già drammatica - dell'anno scorso.

Immagine


Questa una sintesi uscita ieri su Quotidiano Sanità.



uffa2
Amministratore
Messaggi: 6766
Iscritto il: lunedì 26 novembre 2007, 0:07

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da uffa2 » mercoledì 17 novembre 2021, 13:36

Direi che non ci si potesse aspettare altro…
Minori accessi alle strutture sanitarie, ritardo diagnostico, peggiori condizioni alla diagnosi…
L’effetto della pandemia sulla sanità è stato questo in ogni area di patologia, non poteva che essere così anche per l’HIV, e ora abbiamo i numeri.
L’unica cosa peculiare è forse la riduzione del numero dei “nuovi positivi”: ovviamente non credo al dimezzamento delle infezioni neppure se i nuovi infetti li conto io, però concordo con l’idea che @Skydrake ha espresso in un altro thread che i mesi di lockdown e di mobilità ridotta abbiano impattato molto sulle “occasioni di contagio”… diciamo che è una piccolissima “ricaduta positiva” di questa tragica vicenda.


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Mandrake
Messaggi: 883
Iscritto il: venerdì 2 febbraio 2018, 17:04

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Mandrake » giovedì 18 novembre 2021, 6:26

Ho una piccola curiosità per capire meglio i dati
Quei 500 morti si Aids che ci sono ogni anno si riferiscono ai pazienti a cui fu diagnosticata l’AIDS e che sono morti per altre cause (tipo un paziente degli anni 90 che è morto per infarto oggi) oppure sono morti davvero per patologie Aids correlate oggi? Il che vorrebbe dire che su 500 persone la terapia non funziona
E poi di 600 arrivati tardi alla diagnosi (come fu per me quasi 4 anni fa con 58 cd8) c’è una quota di pazienti che non ce l’ha fatta?



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » giovedì 18 novembre 2021, 7:11

Mandrake ha scritto:
giovedì 18 novembre 2021, 6:26
Ho una piccola curiosità per capire meglio i dati
Quei 500 morti si Aids che ci sono ogni anno si riferiscono ai pazienti a cui fu diagnosticata l’AIDS e che sono morti per altre cause (tipo un paziente degli anni 90 che è morto per infarto oggi) oppure sono morti davvero per patologie Aids correlate oggi? Il che vorrebbe dire che su 500 persone la terapia non funziona
E poi di 600 arrivati tardi alla diagnosi (come fu per me quasi 4 anni fa con 58 cd8) c’è una quota di pazienti che non ce l’ha fatta?
A me sembra che la tua prima domanda sia molto simile a quella che ha funestato tutto l'andamento della pandemia di Covid: "morti con Covid o morti per Covid"? La soluzione è sempre la stessa e taglia la testa ai sofismi: morti di AIDS (senza con o per che tenga). Se una persona ha l'HIV, questo virus è in grado di ucciderla in modi molto vari e fantasiosi, tutti indiretti e a volte assai lenti, quindi, giustamente, il COA conta i morti di AIDS nel modo seguente.

Dalle pp. 12-13 del PDF linkato nel mio ultimo post (hai guardato i dati non aggiornati: negli ultimi 2 anni non sono ancora stati notificati i dati delle morti per AIDS):
Dati di mortalità AIDS
La segnalazione di decesso per AIDS al COA non è obbligatoria per legge. Per questo motivo dal 2006 il COA, in collaborazione con l’ISTAT e con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (IRCCS), effettua un aggiornamento annuale dello stato in vita di tutte le persone incluse nell'RNAIDS. I dati delle persone con AIDS diagnosticate tra il 1999 e il 2018 sono stati incrociati, attraverso una procedura automatizzata e anonima di record linkage, con quelli del Registro di mortalità dell’ISTAT.
I dati sulla mortalità in persone con AIDS sono stati validati fino al 2018, ultimo anno disponibile nel database di mortalità dell’ISTAT. I dati di mortalità successivi al 2018 non vengono riportati perché non sono ancora disponibili all’ISTAT.

Distribuzione temporale dei casi di AIDS
Nel 2020, sono stati diagnosticati 352 nuovi casi di AIDS segnalati entro maggio 2021, pari a un’incidenza di 0,7 per 100.000 residenti.
Dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al 31 dicembre 2020 sono stati notificati al COA 71.591 casi di AIDS. Di questi, 55.200 (77,1%) erano maschi, 812 (1,1%) in età pediatrica (< 13 anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio, e 8.082 (11,3%) erano stranieri o di nazionalità ignota. L’età mediana alla diagnosi di AIDS, calcolata solo tra gli adulti (≥ 13 anni), era di 36 anni (min: 13; max: 88 anni) per i maschi e
di 33 anni (min: 13; max: 84 anni) per le femmine.
L’andamento del numero dei casi di AIDS segnalati all'RNAIDS, corretti per ritardo di notifica, è presentato in Figura 12. Nella stessa Figura è riportato l’andamento dell’incidenza di AIDS per anno di diagnosi: si evidenzia un incremento dell’incidenza dall’inizio dell’epidemia sino al 1995, seguito da una rapida diminuzione dal 1996 fino al 2000 e da una successiva costante lieve diminuzione.
Il numero dei casi di AIDS e dei deceduti per anno di decesso è riportato nella Tabella 12. In totale, 46.366 persone risultano decedute al 31 dicembre 2018. La stessa Tabella riporta anche il numero annuale di nuovi casi corretto per ritardo di notifica e la stima dei casi cumulativi (viventi e deceduti) di AIDS al 31 dicembre 2020, in totale 71.693 casi.
Immagine

Quanto invece alla tua seconda domanda, se tra chi arriva tardi alla diagnosi c'è chi non ce la fa, purtroppo la risposta è sì. C'è chi muore poco dopo la diagnosi, c'è chi con la terapia riesce a controllare bene la viremia, ma ha una ripresa immunitaria insoddisfacente, che lo espone negli anni a seguire a tanti e diversi problemi, che possono anche esitare nella morte. E per fortuna c'è chi ce la fa, si riprende bene e ha una lunga vita di buona o accettabile qualità.



skydrake
Messaggi: 9925
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da skydrake » giovedì 18 novembre 2021, 14:29

Mandrake ha scritto:
giovedì 18 novembre 2021, 6:26
Ho una piccola curiosità per capire meglio i dati
Quei 500 morti si Aids che ci sono ogni anno si riferiscono ai pazienti a cui fu diagnosticata l’AIDS e che sono morti per altre cause (tipo un paziente degli anni 90 che è morto per infarto oggi) oppure sono morti davvero per patologie Aids correlate oggi?
Dora ha scritto:
giovedì 18 novembre 2021, 7:11
]
A me sembra che la tua prima domanda sia molto simile a quella che ha funestato tutto l'andamento della pandemia di Covid: "morti con Covid o morti per Covid"? La soluzione è sempre la stessa e taglia la testa ai sofismi: morti di AIDS (senza con o per che tenga). Se una persona ha l'HIV, questo virus è in grado di ucciderla in modi molto vari e fantasiosi, tutti indiretti e a volte assai lenti, quindi, giustamente, il COA conta i morti di AIDS nel modo seguente.
Invece osservo che la apparente ambiguità rilevata da Mandrake, che trova spiegazione con un minimo di razionalità come fa Dora, si basa tutta la propaganda negazionista odierna: se agli inizi negavano anche la semplice esistenza dell'HIV, invece adesso, a partire da Duesberg e passando per Ruggiero, asseriscono e sentenziano l'innocuità.
Un esempio pratico. Questo è il certificato di morte del campione di pugilato Tommy Morrison:

http://tmz.vo.llnwd.net/o28/newsdesk/tm ... -death.pdf

Lo potete trovare in diversi siti negazionisti con il titolo "The prove that Tommy did not died of AIDS!!!" "Tommy doesn't have HIV" e similari.

Non c'è scritto da nessuna parte HIV o AIDS Tuttavia, agli occhi di un medico ha una particolarità che può essere spiegata solo se se fosse affetto da AIDS: esso riporta l'ordine cronologico degli eventi avversi delle 24 ore precedenti l'exitus, ovvero la catena degli eventi che hanno causato la morte. In cima c'è il motivo finale, a seguire dal motivo scatenante precedente:
1) Arresto cardiaco
2) Fallimento multiorgano
3) Shock sepsico
4) Setticemia da pseudomonas aeruginosa

La stranezza è nell'evento iniziale della catena degli eventi infausti: come ha fatto la
pseudomonas aeruginosa a scatenare addirittura una setticemia in uno sportivo "sano", come sostengono i negazionisti?
È un batterio gram negativo molto diffuso e di solito comporta quadri patologici abbastanza banali.
Sarebbe anche in grado di sostenere un'infiammazione sistemica incontrollata con perdita dell'omeostasi, ma solo quale batterio opportunista in pazienti già fortemente debilitati da patologie come fibrosi cistica (malattia congenita che avrebbe a priori impedito a Tommy Morrison di diventare il campione mondiale di pesi massimi WBC nel 1993 e WBO nel 1995) o, appunto, una immunoincompetenza acquisita.

Non è un caso isolato, semmai è la norma: l'HIV non uccide mai direttamente, c'è sempre un patogeno opportunista che, secondo la consueta ipotesi endotossica, scatena una sindrome da risposta infiammatoria e un fallimento di un organo o multiorgano.
Sicché certificato di morte alla mano, c'è chi scrive che tizio non è morto causa HIV, ma causa polmonite virale, o endocardite batterica, setticemia batterica, infarto ecc...



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Dora » giovedì 18 novembre 2021, 15:06

skydrake ha scritto:
giovedì 18 novembre 2021, 14:29
Invece osservo che la apparente ambiguità rilevata da Mandrake, che trova spiegazione con un minimo di razionalità come fa Dora, si basa tutta la propaganda negazionista odierna [...]
Certo, Sky, hai ragione!
Io ho quasi abolito dal mio lessico la parola "negazionista", perché è così inflazionata e usata male, come clava o come interiezione più che per spiegare le distorsioni di certi modi di pensare, da aver perso molto della sua potenza. Ma per chi, come noi, si è occupato per anni e anni di negazionismo dell'HIV/AIDS, la pandemia di Covid ha continuamente riproposto lo stesso modo di sragionare di Duesberg, Ruggiero e compagni di merende. I no-vax, no-mask, no-green pass non hanno inventato nulla di originale, hanno copiato argomenti, sragionamenti, fallacie logiche e tattiche retoriche.
Alla base, da parte non dei teorici cui non riconosco nessuna onestà intellettuale, ma del gregge dei fruitori che si credono illuminati o furbi e invece sono turlupinati, la medesima totale incomprensione dei meccanismi di azione dei virus, che ovviamente ha trovato un terreno molto fertile nella paranoia, nel complottismo e nella disperazione.
Niente di nuovo: i negazionisti dell'AIDS hanno imparato dai negazionisti della Shoah e hanno trasmesso quel che hanno appreso ai negazionisti del Covid.



Mandrake
Messaggi: 883
Iscritto il: venerdì 2 febbraio 2018, 17:04

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2022)

Messaggio da Mandrake » venerdì 19 novembre 2021, 22:47

Dora ha scritto:
giovedì 18 novembre 2021, 7:11
A me sembra che la tua prima domanda sia molto simile a quella che ha funestato tutto l'andamento della pandemia di Covid: "morti con Covid o morti per Covid"? La soluzione è sempre la stessa e taglia la testa ai sofismi: morti di AIDS (senza con o per che tenga). Se una persona ha l'HIV, questo virus è in grado di ucciderla in modi molto vari e fantasiosi, tutti indiretti e a volte assai lenti, quindi, giustamente, il COA conta i morti di AIDS nel modo seguente.
No Dora, perdona ma forse non avete centrato il punto della mia domanda.
Provo a spiegarla parlando di me: io ero in AIDS 4 anni fa quasi. Quando morirò farò parte di quei 500 che muoiono ogni anno o no?
Quello che voglio chiedere è questo: quei 500 morti sono 500 persone che alla morte erano in AIDS o si riferiscono a persone che lo erano alla diagnosi e sono morte dopo X anni?



Rispondi