Primo dicembre 2023 - World AIDS/HIV Day

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uffa2
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Primo dicembre 2023 - World AIDS/HIV Day

Messaggio da uffa2 » giovedì 30 novembre 2023, 22:40

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Se pensavate di salvarvi dalla mia omelia del primo dicembre (world AIDS/HIV day) sbagliavate di grosso.
Se devo dire la verità, anche quest’anno, il tono è più che minore; lo stesso sito dell’organizzazione Mondiale della Sanità alla fin fine ripropone i messaggi che già sentiamo da un po’ di tempo, il cui senso è: “il tornado è passato, uscite da rifugi e ricostruite le vostre case da soli”.
Leggiamo queste ispirate parole sul sito dell’OMS:
Il mondo può porre fine all’AIDS, con le comunità che aprono la strada. Le organizzazioni di comunità che vivono, sono a rischio o colpite dall’HIV sono in prima linea nel progresso nella risposta all’HIV. Le comunità mettono in contatto le persone con servizi sanitari pubblici incentrati sulla persona, creano fiducia, innovano, monitorano l’attuazione di politiche e servizi e responsabilizzano i fornitori.

Ma le comunità vengono frenate nella loro leadership. La carenza di finanziamenti, gli ostacoli politici e normativi, i limiti di capacità e la repressione della società civile e dei diritti umani delle comunità emarginate stanno ostacolando il progresso dei servizi di prevenzione e cura dell’HIV. Se questi ostacoli verranno rimossi, le organizzazioni guidate dalla comunità potranno dare un impulso ancora maggiore alla risposta globale all’HIV, facendo avanzare i progressi verso la fine dell’AIDS.

Questa Giornata mondiale contro l'AIDS è più che una celebrazione dei risultati ottenuti dalle comunità; è un invito all’azione per consentire e sostenere le comunità nei loro ruoli di leadership. La Giornata mondiale contro l’AIDS 2023 metterà in evidenza che per liberare tutto il potenziale della leadership comunitaria per consentire la fine dell’AIDS:

I ruoli di leadership delle comunità devono essere resi centrali in tutti i piani e programmi sull’HIV e nella loro formulazione, definizione del budget, implementazione, monitoraggio e valutazione.
I ruoli di leadership delle comunità devono essere finanziati in modo completo e affidabile per consentire il necessario incremento ed essere adeguatamente supportati e remunerati. “Non porre fine all’AIDS è più costoso che eliminarlo”.
In concreto, cosa vuol dire tutto questo?
Vuole dire quello che già da tempo sappiamo: non è affatto detto che arrivi un vaccino in breve tempo né è detto che l'eradicazione sia dietro l'angolo. Però ci sono tutti gli strumenti per far correre sempre più velocemente la tendenza di riduzione dei nuovi contagi e fare estinguere la pandemia da HIV assicurando a chi è già contagiato i risultati già ottenuti e se possibile migliorandoli.
Per fare tutto questo, non servono chissà quali genialità, ma solo tanto buon olio di gomito per lavorare con strumenti di cui già conosciamo l'efficacia in modo da prevenire attivamente, riconoscere tempestivamente le nuove infezioni, trattare tempestivamente ed evitare contagi.
Una storia di successo è quella che ci racconta Nature e riguarda la prevenzione attiva della trasmissione madre-figlio del virus.
Immagine Nel 2008, in Botswana, 1 donna incinta su 3 di età compresa tra 15 e 49 anni viveva con l’HIV. Entro il 2022, la prevalenza tra le donne di età compresa tra 15 e 49 anni era scesa a circa il 24%, in gran parte grazie alla collaborazione del governo con PEPFAR e altre organizzazioni e, nel 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il Botswana il primo paese ad alto rischio, in cui oltre il 2% delle donne incinte convivono con il virus, ad essere sulla buona strada per eliminare le nuove infezioni da HIV tra i bambini.
Immagine La prevenzione attiva ha risparmiato cinque milioni e mezzo di contagi tra i neonati.
Se questo si può ottenere in Botswana, chissà che risultati fantascientifici nel ricco Occidente, segnatamente in Europa.
E qui casca l'asino. È vero che in giro per l'Europa la trasmissione madre-figlio è quasi inesistente e che le nuove infezioni continuano a diminuire, persino in Italia. È altrettanto vero però che le nuove diagnosi sono ancora oggi vergognosamente tardive. Grazie alla puntuale attenzione di Dora, abbiamo visto qualche settimana fa i grafici dell'istituto superiore della sanità e questi grafici sono veramente brutti.
Immagine I late presenter italiani sono addirittura una percentuale maggiore di quella dei paesi dell’Europa orientale. Un risultato vergognoso e per nulla inatteso.
Ancora oggi virgola in Europa, quasi il 30% dei sieropositivi non sa di esserlo. E un sostanziale 50% delle persone che scoprono di essere sieropositive lo scoprono quando hanno meno di 350 CD4 per millilitro di sangue, un livello che era un tempo il livello di allarme permettere le persone in terapia.
Ancora una volta dobbiamo chiederci quanti contagi si sarebbero potuti evitare se individuare quel 30% di sieropositivi occulti forse diventato un obiettivo di sanità pubblica, quanto in prospettiva i sistemi sanitari di tutto il continente avrebbe potuto risparmiare immediatamente evitando ogni anno migliaia e migliaia di nuove terapie antiretrovirali, quanto avremmo potuto accelerare l'estinzione della pandemia.

Sciaguratamente, la qualità delle classi dirigenti peggiora sempre più e, forse, non si può pretendere una visione strategica gente selezionata per le proprie performance da arruffapopolo… accontentiamoci della “fortuna” che abbiamo avuto.

Buon primo dicembre.


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Dora
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Re: Primo dicembre 2023 - World AIDS/HIV Day

Messaggio da Dora » venerdì 1 dicembre 2023, 11:43




Puzzle
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Re: Primo dicembre 2023 - World AIDS/HIV Day

Messaggio da Puzzle » sabato 2 dicembre 2023, 15:19

Premesso che in tiktok si leggono tante bufale, ho trovato un post dove scrive che l'incidenza di hiv in Italia è del 3,2 su 100.000 ab. https://vm.tiktok.com/ZGeR2q3Qq/



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