RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da nuovo giorno » domenica 22 gennaio 2017, 19:11

Dora, hai veramente fatto un gran bel lavoro. Ora capisco dove eri andata a finire ultimamente :) :)
Dal tuo racconto-reportage viene fuori veramente bene il dato di come la stessa patologia può avere e ha nei fatti una connotazione ideologica e quindi una storia e una natura completamente diversa a seconda da quale punto del mondo la si osserva.

Anche questo è occuparsi di HIV...grande Dora, e anche di questo noi sieropositivi europei dovremmo tener conto quando parliamo di HIV.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » domenica 22 gennaio 2017, 21:51

nuovo giorno ha scritto:viene fuori veramente bene il dato di come la stessa patologia può avere e ha nei fatti una connotazione ideologica e quindi una storia e una natura completamente diversa a seconda da quale punto del mondo la si osserva.
Mi fa molto piacere che tu abbia colto questo aspetto, che per me era la cosa più importante da riuscire a fare emergere.
Ci sono tanti e diversi modi di raccontare questa infezione e capita molto spesso anche qui da noi di osservare un conflitto fra il modo in cui le persone vivono i diversi aspetti della patologia nella loro esperienza personale e la visione più o meno semplificata e stereotipizzata che ne dà la società, o i medici stessi (pensa solo ormai a quante volte una persona riceve la diagnosi e il medico, certo con le migliori intenzioni, le dice che è come avere il diabete - lui intende dire che la controlli con una pillola al giorno, e già questa è una banalizzazione che con la realtà c'entra assai poco, ma così trascura tutto il carico psichico e sociale che ha l'essere infettivi rispetto a una malattia come il diabete che non si può trasmettere).
Ma quello che io ho osservato studiando il caso russo è un concentrarsi enorme di ideologia, che porta a fare scelte politiche disastrose non solo per le persone che vivono la malattia, ma per la società intera. Una cosa che da qui è difficile immaginare.
E poi c'è un confluire di interessi che permette a persone come i negazionisti, che hanno una loro agenda, di sfruttare i punti deboli non soltanto delle loro vittime, ma delle narrative prevalenti nella società. Lo si osserva anche in Occidente, dove è chiara la relazione fra negazionisti dell'HIV/AIDS e l'irrazionalismo diffuso nel mondo delle medicine alternative, con tutti gli interessi economici che vi gravitano attorno, ad esempio. Ma in Russia emerge con un'evidenza fortissima, specie nei rapporti fra la Chiesa e le teorie pseudoscientifiche.
Questo mi è parso molto interessante ed è una cosa su cui intendo continuare a lavorare.
anche di questo noi sieropositivi europei dovremmo tener conto quando parliamo di HIV.
Sì, anche perché quella immane quantità di dolore che si è concentrata in Russia non è una cosa che possa essere estranea a degli europei. Poi, certo, a chi sta qui e deve preoccuparsi dei problemi suoi può anche sembrare lontana e un po' irreale, ma è appena qui fuori, basta distogliere per un attimo l'attenzione dalle proprie lamentazioni quotidiane e guardare per scoprire che è realissima e molto vicina.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » mercoledì 8 marzo 2017, 9:39

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LA STRAGE DEI BAMBINI

Matei Shelepa, 3 anni e 10 mesi, e Yegor, 6 mesi, i figli di Sof'i Ivanovoy
Danil Startsev, 10 anni
Anya Shevchenko, 5 anni
L'anonima figlia di Anastasia Iam, 1 anno e mezzo
L'anonimo bimbo di Zheni Pak, 6 mesi
Il figlio senza nome di Nari Chornoy e Kisa Murr, di un'età indefinita fra i 3 e i 6 mesi
La figlia di Mariny Matyazh, 5 mesi
Il bimbo di Yeleny Sitnikovoy, 6 mesi
Il bambino di Alsu Dolgovoy, nome ed età sconosciuti
Ivan, il figlio di Iriny Yuriychuk, 3 mesi e mezzo
Il figlio di El'miry Lukinoy, 6 anni
...
e ancora
e ancora. In questo terribile elenco, che non è più stato aggiornato da un anno e mezzo, sono preservati i nomi di decine di adulti e le storie di troppi bambini morti di AIDS perché i loro genitori hanno dato credito ai negazionisti.

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All'elenco sta per aggiungersi un altro bambino senza nome - anzi, una bambina. Ha 3 anni, è figlia di Yulia Yakovleva, e sta morendo a Tyumen, una città della Siberia occidentale a circa 2000 km da Mosca.
A 18 mesi di età ha improvvisamente smesso di crescere.
A febbraio è arrivata in ospedale anemica e malnutrita, incapace di stare seduta e di camminare. I medici le hanno diagnosticato danni polmonari, un'infezione micotica, l'Epstein-Barr virus, un'infiammazione del tessuto cardiaco. Sta morendo di AIDS.

La madre, intenzionata a continuare a *curare* la figlia solo con omeopatia e osteopatia, ha raccontato della situazione della bimba chiedendo aiuto su uno dei due forum di negazionisti su Vkontakte di cui ho scritto a gennaio, quello più piccolo, Движение против аферы ВИЧ/СПИД - Movimento contro la frode dell'HIV/AIDS. Ha spiegato di avere ricevuto una diagnosi di HIV anni fa, ma di non aver mai dato credito a quanto le dicevano i medici e di aver sempre rifiutato i trattamenti che le venivano proposti.
Tre anni fa è nata la bambina, ma solo adesso, dietro le insistenze dei medici in ospedale e "per far cessare il fastidio", ha accettato che le venisse fatto il test, che è risultato positivo.
Yulia Yakovleva, però, continua a credere a quanto le ha detto Olga Kovekh, una sedicente terapista, collegata all'Assemblea dei Genitori Pan-russa cui fanno capo anche Irina Sazonova e Vladimir Ageev - il negazionismo dell'HIV/AIDS che si sposa al nazionalismo russo, al cristianesimo ortodosso e al cripto-fascismo.

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Kovekh ha fatto credere alla madre che la bambina soffre di danni neurologici e al sistema immune a causa degli antibiotici che una volta le sono stati prescritti dai medici per un'infezione virale e della vaccinazione contro l'epatite B fatta da piccolissima.
Ora il post anonimo scritto da Yulia Yakovleva per cercare aiuto presso i negazionisti, un altro, scritto invece con il suo nome, in cui ringraziava apertamente la Kovekh, e il profilo stesso di Yulia su Vkontakte sono stati cancellati. Ma sono stati intercettati da un gruppo di attivisti che seguono le attività online dei negazionisti e riferiti in un post nella loro pagina sempre su Vkontakte.
Gli attivisti hanno anche provato a contattare Yulia, ma lei non ha affatto gradito. E si capisce bene che non desideri dare risonanza a quanto accade a sua figlia, perché il suo rifiuto di curarla può portare per legge alla perdita della custodia su di lei.
Prima che chiudesse il suo profilo, gli attivisti del gruppo che segue i negazionisti dell'HIV/AIDS e i loro figli sono riusciti a vedere che Yakovleva seguiva i gruppi negazionisti e anche diversi gruppi religiosi e chiedeva aiuto a un monastero a nord di Yekaterinburg.

La storia da inizio marzo ha cominciato a girare, ne hanno parlato un paio di siti in russo, e ora è arrivata ad essere raccontata in inglese su Global Voices.

Elena Orlova-Morozova, un medico del Centro contro l'AIDS di Mosca, spiega che i genitori negazionisti sono ben consapevoli di violare la legge, tanto che o cercano di tenersi alla larga dai Centri AIDS, oppure fingono di prendere i farmaci per i figli, ma poi non glieli danno. Si sa anche di una famiglia che se ne è andata in Ucraina proprio quando stavano per togliere ai genitori la tutela del figlio.

Questa è l'eredità che Christine Maggiore ha lasciato al mondo: insegnare ai genitori negazionisti di bambini HIV positivi come aggirare la legge - non permettere che i figli siano sottoposti ai test, non portarli in ospedale, fingere di dar loro le terapie e invece gettarle via ...
Nel 2005, anno in cui morì la piccola Eliza Jane, Maggiore ancora si vantava di avere convinto - nel solo quinquennio 2000-2005 - circa 50 donne HIV positive a seguire i suoi consigli su come mettere al mondo e crescere i loro bambini.

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E il veleno che ha messo nel mondo ha continuato a diffondersi ben oltre la sua morte nel dicembre 2008. Oggi la sua associazione Alive and Well è un guscio vuoto abbandonato nella Rete, ma la sua eredità è, quella sì, viva e vegeta e persone come Sazonova e Kovekh l'hanno portata e diffusa in Russia, la nuova frontiera di un negazionismo ormai morto insieme alle sue living icons.

Anton Krasovsky è un giornalista che nel 2013, quando era caporedattore del canale in cui lavorava, rivelò in diretta durante una trasmissione di essere omosessuale e per questo fu licenziato.
Confermando di essere una persona coraggiosa, dopo il licenziamento ha creato una associazione - СПИД.Центр - Centro AIDS - che si occupa di progetti scientifici e fornisce assistenza alle persone con HIV e, attraverso il suo sito, discute di prevenzione, di terapie, di vita con l'HIV, mettendo anche un forum a disposizione degli utenti.

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Bene, Krasovsky ha preso un'iniziativa perché le autorità russe vadano a fondo sulla storia della bambina di Yulia Yakovleva - ed io credo che ci sia molto di provocatorio in questa iniziativa: ha fatto un appello ad Anna Kuznetsova, il Commissario per i diritti dell'infanzia negazionista dell'HIV/AIDS, perché investighi sul caso.
SPID Center promette di tenere monitorata la situazione.

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Quanto folle può essere un Paese in cui chi deve tutelare i bambini anche dalla follia dei loro stessi genitori soffre di quella medesima follia?



pescarese45
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da pescarese45 » giovedì 9 marzo 2017, 18:27

I negazionisti sono allo sbando, le loro pagine web vengono abbandonate o aggiornate raramente. Sembra che il mondo negazionista stia scomparendo. La Russia è in ritardo ma prima o poi anche loro finiranno per adeguarsi alla teoria ufficiale e adotteranno incondizionatamente le terapie. Anche io mi ero fatto affascinare dalla teoria negazionista ma io ho avuto una fortuna e cioè quella di avere un vecchio compagno di banco alle elementari che è diventato cittadino statunitense (laureato in ingegneria e poi in biologia in Italia) e che è diventato uno degli scienziati di punta del NIH che si occupa di ricerca sull'hiv. l'Ho contattato e quando è tornato in Italia abbiamo chiacchierato e mi ha tolto ogni dubbio. Mi ha sconfortato sui progressi (mi ha detto che la sua divisione è ripartita daccapo per l'ennesima volta con una nuova sperimentazione sui macachi) dicendomi che loro puntano all'eradicazione ma che sono molto lontani dal risultato. Mi ha detto che a suo avviso i farmaci attualmente esistenti, e quelli prossimi a uscire, sono molto meno tossici del passato e che lui suggerisce a tutti di iniziare la terapia prima possibile. Mi ha anche detto che conosce diverse persone che non hanno mai iniziato la terapia e che stanno bene anche dopo 20 anni dal test ma che ciò è normale perché non tutti reagiscono alla stessa maniera. Mi ha detto poi che la trasmissibilità è un altro di quei concetti molto aleatori. Conosce persone discordanti che fanno sesso e non si tramettono il virus e persone che invece lo hanno tramesso anche dopo solo un rapporto. Insomma è uno scienziato perfettamente in linea con la teoria ufficiale. Oggi chi sostiene la teoria negazionista si assume molti rischi perché è in gioco la vita delle persone. Io non sono tra questi ma dico solo una cosa: spero, ne sono certo e mi auguro che un giorno non esca fuori che vi state sbagliando perché in quel caso questa sarebbe la più grande truffa ai danni del genere umano della storia.



skydrake
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da skydrake » giovedì 9 marzo 2017, 18:53

pescarese45 ha scritto: Mi ha anche detto che conosce diverse persone che non hanno mai iniziato la terapia e che stanno bene anche dopo 20 anni dal test ma che ciò è normale perché non tutti reagiscono alla stessa maniera.
In effetti questa osservazione spesso è usata come punto di forza dai negazionisti.

A questa rispondo con un commento della ricercatrice e senatrice Elena Cattaneo di qualche anno fa:

"Un po' come dire che, siccome alcuni fumatori non si ammalano di cancro al polmone, allora il fumo è innocuo"



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » giovedì 9 marzo 2017, 21:03

pescarese45 ha scritto:I negazionisti sono allo sbando, le loro pagine web vengono abbandonate o aggiornate raramente. Sembra che il mondo negazionista stia scomparendo. La Russia è in ritardo ma prima o poi anche loro finiranno per adeguarsi alla teoria ufficiale e adotteranno incondizionatamente le terapie.
Complimenti per il cinismo. Io certe frasi non riuscirei a scriverle neppure se mi ci mettessi d'impegno.

Mentre aspettiamo che l'onda lunga della Storia arrivi anche in Russia, lasciamo pure che vadano avanti a crepare ben prima del loro tempo. Tanto i russi ci sono abituati, a crepare. E che sarà mai qualche decina o centinaio di bambini in più che muoiono fra i tormenti? :shock:



Rob_Rob
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Rob_Rob » sabato 11 marzo 2017, 3:34

Dora ha scritto:
pescarese45 ha scritto:I negazionisti sono allo sbando, le loro pagine web vengono abbandonate o aggiornate raramente. Sembra che il mondo negazionista stia scomparendo. La Russia è in ritardo ma prima o poi anche loro finiranno per adeguarsi alla teoria ufficiale e adotteranno incondizionatamente le terapie.
Complimenti per il cinismo. Io certe frasi non riuscirei a scriverle neppure se mi ci mettessi d'impegno.

Mentre aspettiamo che l'onda lunga della Storia arrivi anche in Russia, lasciamo pure che vadano avanti a crepare ben prima del loro tempo. Tanto i russi ci sono abituati, a crepare. E che sarà mai qualche decina o centinaio di bambini in più che muoiono fra i tormenti? :shock:
Purtroppo Dora hai ragione. Nessuno si muove. E non e' solo cinismo. E' pura discriminazione.
In questo mondo i soldi muovono tutto, quindi avevo pensato che noi dell' occidentale avremmo messo su campagne di donazione per combattere l'omofobia , il negazionismo e facilitare l'accesso alle terapie in quella parte del mondo che ancora e' indietro....... invece nulla si muove.
Non riusciamo neanche a far utilizzare prep per i gay negativi perché costa troppo in Italia ( spendere soldi per i gay??). .... pensiamo In russia che probabilmente non hanno neanche un sistema sanitario adeguato per farli testare e far seguire i positivi ..... ancora discriminazione..... ancora i gay sono popolo di seconda classe che se muoiono chissenefrega. E insieme ai gay I marginalizzati come i tossicodipendenti e i malati mentali ....



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » sabato 11 marzo 2017, 7:54

Rob_Rob ha scritto:Purtroppo Dora hai ragione. Nessuno si muove. E non e' solo cinismo. E' pura discriminazione.
In questo mondo i soldi muovono tutto, quindi avevo pensato che noi dell' occidentale avremmo messo su campagne di donazione per combattere l'omofobia , il negazionismo e facilitare l'accesso alle terapie in quella parte del mondo che ancora e' indietro....... invece nulla si muove.
Non riusciamo neanche a far utilizzare prep per i gay negativi perché costa troppo in Italia ( spendere soldi per i gay??). .... pensiamo In russia che probabilmente non hanno neanche un sistema sanitario adeguato per farli testare e far seguire i positivi ..... ancora discriminazione..... ancora i gay sono popolo di seconda classe che se muoiono chissenefrega. E insieme ai gay I marginalizzati come i tossicodipendenti e i malati mentali ....
Quella della Russia è una situazione particolarmente difficile da affrontare dall'esterno. Non è un Paese disgraziato dell'Africa dove la WHO, il Global Fund e i vari altri enti internazionali possano intervenire in modo massiccio, in base a criteri che sono stabiliti nel mondo occidentale; è un grande Paese molto geloso delle sue prerogative e che, per di più, in questo momento sta subendo sanzioni economiche per la sua politica estera estremamente aggressiva. Tanto è vero che non riceve quasi più aiuti per combattere l'HIV/AIDS da diversi anni e sistematicamente ha disatteso i suggerimenti che venivano dall'Occidente su come affrontare sia l'epidemia di HIV, sia il problema della diffusione delle droghe.

Una via percorribile è quella dei rapporti fra ONG russe e ONG e istituzioni occidentali ma, anche se gli ho dedicato poco spazio, credo di aver almeno accennato una spiegazione su quanto è dura la vita delle ONG nella Federazione Russa, quanto è difficile per loro fare il loro lavoro e quanto tutto diventa più difficile se mantengono rapporti stabili con l'Occidente.

In ogni caso, in questa fase storica la Russia sta esaltando le sue radici più antiche, la sua cultura cristiano-ortodossa, che è portatrice di valori lontanissimi dai nostri liberal-democratici di rispetto e di tutela delle minoranze, di ampliamento dei diritti umani, etc. Quindi quanto più tu dall'esterno proponi modelli di lettura della realtà e di intervento politico di stampo occidentale, tanto più vedi irrigidirsi le elites russe nell'esasperazione del loro nazionalismo.

Tieni poi conto di quanta simpatia gode il regime di Putin in fette consistenti dei partiti politici e degli elettorati europei: tutti quei movimenti para-fascisti, dal Front National francese al Movimento 5 Stelle italiano, prendono soldi e ispirazione dalla Russia, e ci sono anche tanti comunisti o ex-comunisti europei che sembrano proprio non voler vedere quanto illiberale e francamente reazionario sia il regime di Putin (anzi, forse gli piace proprio per questo, oltre al fatto che lo vedono come alternativo agli Stati Uniti e tanto basta a farglielo piacere).

Poi c'è il problema di come combattere il negazionismo dell'HIV/AIDS quando qui in Occidente chi se ne è occupato negli anni passati ormai ha sbaraccato: gli scienziati, i medici, gli attivisti che attraverso i loro siti e blog e organizzazioni hanno contrastato Duesberg, i Perthians e Rethinking AIDS ormai si occupano d'altro, hanno abbandonato i loro siti e li hanno lasciati online solo per l'enorme mole di materiale accumulato negli anni. Paradigmatico il caso di AIDS Truth dove a metà 2015 hanno proprio scritto apposta un breve post per spiegare perché il loro lavoro era finito: AIDSTruth: Our work is done.

Ed è davvero così: in Occidente il lavoro è finito, i negazionisti come movimento politico-ideologico sono stati spazzati via intellettualmente dalla scienza e ora si trovano solo ad affrontare cause legali che li affosseranno in modo definitivo. Quel che ne rimane qui sono solo i negazionisti HIV positivi che, quando cominciano a star male davvero, in genere accettano di prendere gli antiretrovirali, magari raccontandosi qualche storiella sul perché sono efficaci. Se invece persistono nel negazionismo radicale, semplicemente muoiono.
Quindi, in Occidente, il grande lavoro fatto per contrastare il negazionismo rimane utile quasi solo per gli storici.

Ma non è così in Russia. In Russia il negazionismo è vivo e vegeto, si è saldato con l'ideologia nazionalistica e reazionaria oggi dominante e colpisce, come sempre, ma forse più di sempre, le persone nei loro momenti di maggiore fragilità. E queste non sono prevalentemente, come siamo abituati a pensare, persone appartenenti ai gruppi di popolazione più stigmatizzati come i gay e i tossicodipendenti, che di certo meriterebbero la nostra attenzione e le nostre battaglie. Con l'1 e in certe zone addirittura il 2% di donne incinte che scoprono di avere l'HIV proprio per i test fatti in gravidanza, l'epidemia si è globalizzata e sono proprio queste donne e i loro bambini a finire più spesso vittime di gentaglia come gli affiliati all'Assemblea dei Genitori Pan-Russa e a varie istituzioni in apparenza più presentabili come la Chiesa Ortodossa, che ormai è il vero motore ideologico del Paese (e Putin ce lo ricorda ogni volta che entra in una chiesa e corre a baciare le icone).
Le donne non sono stigmatizzate in quanto tali, non sono una fascia di popolazione disprezzata perché portatrice di valori disfunzionali rispetto a quelli del regime: sono la base della famiglia tradizionale e, in quanto angeli del focolare, dal regime sono esaltate.
Ma incontrano le teorie negazioniste in un momento in cui sono particolarmente vulnerabili e le conseguenze di questo incontro fatale pesano non soltanto su di loro, ma sui loro bambini, che la possibilità di scegliere non l'hanno avuta e che, come si vede dall'abbozzo di elenco che ho pubblicato l'altro giorno, sviluppano l'AIDS fin da piccolissimi e se ne vanno in fretta, in modo doloroso e terribile.

Questa è l'eredità che il negazionismo occidentale, morendo, ha lasciato al mondo. E io credo che, anche se qui da noi è ormai un fenomeno così marginale da essere considerato trascurabile, noi non possiamo semplicemente voltarci dall'altra parte e pensare che abbiamo già dato, che our work is done.



Puzzle
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Puzzle » sabato 11 marzo 2017, 18:32

Dora ha scritto: Quella della Russia è una situazione particolarmente difficile da affrontare dall'esterno. Non è un Paese disgraziato dell'Africa dove la WHO, il Global Fund e i vari altri enti internazionali possano intervenire in modo massiccio, in base a criteri che sono stabiliti nel mondo occidentale; è un grande Paese molto geloso delle sue prerogative e che, per di più, in questo momento sta subendo sanzioni economiche per la sua politica estera estremamente aggressiva. Tanto è vero che non riceve quasi più aiuti per combattere l'HIV/AIDS da diversi anni e sistematicamente ha disatteso i suggerimenti che venivano dall'Occidente su come affrontare sia l'epidemia di HIV, sia il problema della diffusione delle droghe.

Una via percorribile è quella dei rapporti fra ONG russe e ONG e istituzioni occidentali ma, anche se gli ho dedicato poco spazio, credo di aver almeno accennato una spiegazione su quanto è dura la vita delle ONG nella Federazione Russa, quanto è difficile per loro fare il loro lavoro e quanto tutto diventa più difficile se mantengono rapporti stabili con l'Occidente.
Tempo fa avevo riportato in questo forum, da qualche parte che non riesco a trovare, soprattutto per le fonti, notizie sull'espulsione di diverse ONG occidentali dalla Russia per "differenti approcci nei confronti dell'epidemia". Una collaborazione fra ONG Occidentali e "ONG" russe è impossibile, non penso che esistano "Organizzazioni Non Governative" in Russia. Ricordo che i tossicodipendenti (la tossicodipendenza in Russia è reato) sieropositivi, vengono abbandonati nelle prigioni a morire. Come ho già scritto, lì ci ho vissuto e vissuto da sieropositivo. Ed è un Paese che, oltre alle bellezze, alla storia, alla cultura, dal punto di vista sociale e delle relazioni, mi ha sempre creato una diffidenza estrema perché in quanto sieropositivo, l'espulsione sarebbe stata la migliore delle ipotesi. Eppure, in un sentimento simile alla sindrome di Stoccolma, l'ho amato e odiato (e lo amo ancora) quel Paese e ti ringrazio di questa documentazione (della quale ti chiedo il permesso di attingerne alcune parti) che illustra il lato oscuro di un regime verso cui purtroppo simpatizza più di un gruppo politico (considerevole) italiano.

In ogni caso, in questa fase storica la Russia sta esaltando le sue radici più antiche, la sua cultura cristiano-ortodossa, che è portatrice di valori lontanissimi dai nostri liberal-democratici di rispetto e di tutela delle minoranze, di ampliamento dei diritti umani, etc. Quindi quanto più tu dall'esterno proponi modelli di lettura della realtà e di intervento politico di stampo occidentale, tanto più vedi irrigidirsi le elites russe nell'esasperazione del loro nazionalismo.
Ed è uno dei motivi per cui attira ideologicamente i movimenti nazionalisti, protezionisti e intolleranti dell'Occidente (e non solo) che parimente qui si arrampicano su presupposte culture cattoliche, finché non gli farà concorrenza, su simili ideologismi, la nuova amministrazione americana (il protezionismo di Trump che si trascina dietro il recente negazionismo ambientale di Scott Pruitt e chissà cos'altro nel futuro). Penso a un incrocio ideologico fra i fondamentalisti pro-Putin e quelli pro-Trump. I primi politico-ideologici (figli dell'URSS) i secondi più pragmatici (figli del profitto sfrenato) ma entrambi finalizzati (incoscientemente) alla distruzione del pianeta, o almeno parte di esso e certamente della popolazione più disabile nella quale noi sieropositivi entriamo pienamente. Ed entrambi mi fanno riflettere sulla sincerità del darwinismo per cui solo i più forti, in un pianeta di oltre sette mld, sopravviveranno.
Tieni poi conto di quanta simpatia gode il regime di Putin in fette consistenti dei partiti politici e degli elettorati europei: tutti quei movimenti para-fascisti, dal Front National francese al Movimento 5 Stelle italiano, prendono soldi e ispirazione dalla Russia, e ci sono anche tanti comunisti o ex-comunisti europei che sembrano proprio non voler vedere quanto illiberale e francamente reazionario sia il regime di Putin (anzi, forse gli piace proprio per questo, oltre al fatto che lo vedono come alternativo agli Stati Uniti e tanto basta a farglielo piacere).

Poi c'è il problema di come combattere il negazionismo dell'HIV/AIDS quando qui in Occidente chi se ne è occupato negli anni passati ormai ha sbaraccato: gli scienziati, i medici, gli attivisti che attraverso i loro siti e blog e organizzazioni hanno contrastato Duesberg, i Perthians e Rethinking AIDS ormai si occupano d'altro, hanno abbandonato i loro siti e li hanno lasciati online solo per l'enorme mole di materiale accumulato negli anni. Paradigmatico il caso di AIDS Truth dove a metà 2015 hanno proprio scritto apposta un breve post per spiegare perché il loro lavoro era finito: AIDSTruth: Our work is done.
La Russia è diventata il nuovo riferimento per le idee pseudo-scientifiche. Non molto tempo fa, parlando (male) del regime di Putin, mi sono sentito dire (da una persona che si lamenta delle scie chimiche, vivendo vicino all'aeroporto) che, nonostante tutto, nel campo della medicina alternativa, la Russia è "all'avanguardia". Forse il negazionismo sull'AIDS è in declino, ma l'informatizzazione globale ha dato modo di creare le idee più strampalate e fantasiose (nel concetto altrettanto strampalato che tutti debbono esporre le proprie personali idee, senza censura alcuna, anche se diffamanti o antiscientifiche) di altri negazionismi che stanno prendendo piede, in un'umanità sempre più stupida e ignorante, dove si arriva perfino a sostenere che la Terra è piatta.
Ma non è così in Russia. In Russia il negazionismo è vivo e vegeto, si è saldato con l'ideologia nazionalistica e reazionaria oggi dominante e colpisce, come sempre, ma forse più di sempre, le persone nei loro momenti di maggiore fragilità. E queste non sono prevalentemente, come siamo abituati a pensare, persone appartenenti ai gruppi di popolazione più stigmatizzati come i gay e i tossicodipendenti, che di certo meriterebbero la nostra attenzione e le nostre battaglie. Con l'1 e in certe zone addirittura il 2% di donne incinte che scoprono di avere l'HIV proprio per i test fatti in gravidanza, l'epidemia si è globalizzata e sono proprio queste donne e i loro bambini a finire più spesso vittime di gentaglia come gli affiliati all'Assemblea dei Genitori Pan-Russa e a varie istituzioni in apparenza più presentabili come la Chiesa Ortodossa, che ormai è il vero motore ideologico del Paese (e Putin ce lo ricorda ogni volta che entra in una chiesa e corre a baciare le icone).
Le donne non sono stigmatizzate in quanto tali, non sono una fascia di popolazione disprezzata perché portatrice di valori disfunzionali rispetto a quelli del regime: sono la base della famiglia tradizionale e, in quanto angeli del focolare, dal regime sono esaltate.
Ma incontrano le teorie negazioniste in un momento in cui sono particolarmente vulnerabili e le conseguenze di questo incontro fatale pesano non soltanto su di loro, ma sui loro bambini, che la possibilità di scegliere non l'hanno avuta e che, come si vede dall'abbozzo di elenco che ho pubblicato l'altro giorno, sviluppano l'AIDS fin da piccolissimi e se ne vanno in fretta, in modo doloroso e terribile.
Ma incontrano le teorie negazioniste in un momento in cui sono particolarmente vulnerabili e le conseguenze di questo incontro fatale pesano non soltanto su di loro, ma sui loro bambini, che la possibilità di scegliere non l'hanno avuta e che, come si vede dall'abbozzo di elenco che ho pubblicato l'altro giorno, sviluppano l'AIDS fin da piccolissimi e se ne vanno in fretta, in modo doloroso e terribile.
Nei paesi ex-sovietici che ho conosciuto dopo la caduta dell'URSS ho sempre avuto l'impressione di un popolo molto naive. Come diversi anni prima, con l'interprete dell'ambasciata cinese a Kigali, ho avuto difficoltà a spiegargli concetti (per noi) elementari, come quello della domanda e dell'offerta e della relazione con i prezzi. Mentre i cinesi, con la guida di un capo come Xi Jinping si sono stra-evoluti, gli ex-sovietici sono rimasti sotto la dittatura di un ex-kgb che non li ha fatti maturare come individui, ma li ha sempre considerati una "massa", facendoli rimanere un popolo di "creduloni" succubi dello Stato e del dittatore di turno con consensi bulgari. Non molto diverso dagli Zar e da Stalin. (Il ché dovrebbe aprire alcune riflessioni su quel popolo). E nonostante scriva di esperienze riferite a diversi anni fa, leggo e mi informo che nella sostanza poche cose sono cambiate in Russia, dietro al consumismo sfrenato, per chi se lo può permettere.

Per ciò che riguarda le donne, io ho conosciuto un popolo di alcolizzati che di conseguenza maltrattava le donne, nonostante un'emancipazione che il comunismo gli ha permesso più della nostra cultura cattolica. Ma allo stesso tempo l'alcolismo toccava anche una buona percentuale di donne. La propaganda dice che l'alcolismo è diminuito, ma resto scettico, soprattutto quando leggo notizie come queste.
Questa è l'eredità che il negazionismo occidentale, morendo, ha lasciato al mondo. E io credo che, anche se qui da noi è ormai un fenomeno così marginale da essere considerato trascurabile, noi non possiamo semplicemente voltarci dall'altra parte e pensare che abbiamo già dato, che our work is done.
Vorrei avere il tuo ottimismo, ma purtroppo non penso che il negazionismo occidentale sia morto. La propaganda antivaccinista è bella florida anche nelle nostre trasmissioni televisive. Le bufale come "Stamina" sono sempre lì, piene di scettici. E come ho sopra accennato, Scott Pruitt, neodirettore dell'Administrator of the Environmental Protection Agency, da bravo e competente avvocato, ha escluso che l'aumento di H2O nell'atmosfera sia dovuto all'attività umana, riservandoci per il futuro altre brutte sorprese da parte dell'amministrazione Trump, che contageranno l'intero Occidente.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » sabato 11 marzo 2017, 19:42

Puzzle ha scritto:Tempo fa avevo riportato in questo forum, da qualche parte che non riesco a trovare, soprattutto per le fonti, notizie sull'espulsione di diverse ONG occidentali dalla Russia per "differenti approcci nei confronti dell'epidemia". Una collaborazione fra ONG Occidentali e "ONG" russe è impossibile, non penso che esistano "Organizzazioni Non Governative" in Russia. Ricordo che i tossicodipendenti (la tossicodipendenza in Russia è reato) sieropositivi, vengono abbandonati nelle prigioni a morire.
Ho dedicato l'intero primo post di questa serie alle cose che stai scrivendo:
Questa è l'eredità che il negazionismo occidentale, morendo, ha lasciato al mondo. E io credo che, anche se qui da noi è ormai un fenomeno così marginale da essere considerato trascurabile, noi non possiamo semplicemente voltarci dall'altra parte e pensare che abbiamo già dato, che our work is done.
Vorrei avere il tuo ottimismo, ma purtroppo non penso che il negazionismo occidentale sia morto. La propaganda antivaccinista è bella florida anche nelle nostre trasmissioni televisive. Le bufale come "Stamina" sono sempre lì, piene di scettici. E come ho sopra accennato, Scott Pruitt, neodirettore dell'Administrator of the Environmental Protection Agency, da bravo e competente avvocato, ha escluso che l'aumento di H2O nell'atmosfera sia dovuto all'attività umana, riservandoci per il futuro altre brutte sorprese da parte dell'amministrazione Trump, che contageranno l'intero Occidente.
Non so dove tu veda ottimismo in quello che ho scritto, semmai enorme preoccupazione, unita alla frustrazione di vedere che in Occidente sembra importare proprio a pochi quanto sta accadendo ai russi che cadono vittime di quelli che negano che HIV sia causa di AIDS.

Non sto affatto dicendo che i vari negazionismi e le infinite pulsioni antiscientifiche che ammorbano tutto il mondo siano morti o anche solo in declino. Ti pare che, dopo anni e anni che me ne occupo, io possa dire una simile idiozia?

In tutto il thread ho sempre e solo parlato del negazionismo dell'HIV/AIDS, che è una forma molto specifica di negazionismo, con delle peculiarità tutte sue, sia dal punto di vista ideologico, sia per come si è storicamente incarnato in un movimento e in un'organizzazione a delinquere. Quel movimento, principalmente per come è stato interpretato, promosso e diffuso nel mondo da Rethinking AIDS e dalle associazioni che alla casa madre si sono ispirate nei diversi Paesi, è in totale disfacimento. Morto. Finito.
Di conseguenza, chi si è occupato di contrastarlo ha smesso di occuparsene ed è passato a fare altro.
Purtroppo, una volta gettate nel mondo, anche le idee più distruttive e stupide continuano a vivere ben oltre la morte fisica o sociale delle persone che le hanno inventate. E questo è quel che vediamo in atto in Russia: teorie completamente confutate sono state portate in Russia attraverso la mediazione di gente affiliata a Rethinking AIDS e lì hanno trovato un ambiente molto favorevole, sono state fatte proprie da un movimento e da associazioni ad esso collegate e hanno proliferato, portando, come è accaduto in passato ad esempio in Sud Africa, morte e sofferenza a un gran numero di persone.



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