RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » venerdì 14 giugno 2019, 7:17

(immagini nei post originali)
Dora ha scritto:
martedì 11 giugno 2019, 6:29
Dora ha scritto:
venerdì 19 ottobre 2018, 6:14
Biologi russi creano embrioni umani resistenti al virus Hiv - gongola Sputnik ...

BIOLOGISTS HAVE CREATED HUMAN EMBRYOS ARE RESISTANT TO HIV - titola in un inglese zoppicante il Quebeck Times - che copia dal sito propagandistico Russia Beyond e racconta che scienziati di due diversi istituti di ricerca moscoviti hanno perfezionato esperimenti cinesi su ovuli fecondati difettosi, che non potevano essere impiantati in utero, riuscendo - in 5 casi su 8 - a provocare mediante CRISPR la delezione del gene che codifica per il co-recettore CCR5 e così a produrre embrioni che portano la mutazione CCR5Δ32.

E una ricerca così importante dove viene pubblicata? Su Nature, forse? Oppure su Science? No! Cito Sputnik: sulla "rivista scientifica dell'Università Nazionale Russa di Ricerche Mediche". Ahhh!
(Dei gran pasticci combinati dai cinesi lavorando su HIV, CRISPR e embrioni si è occupato Ewen Callaway su Nature News nell'aprile 2016.)

Avanti popolo! Avanti così, ché l'HIV lo sconfiggiamo fin negli embrioni dei russi, così non ci sarà neppure bisogno di dar loro gli antiretrovirali.
Dopo la buriana etica e scientifica sollevata dall'esperimento di He Jiankui con le gemelline cinesi, i cui embrioni sono stati editati con CRISPR per distruggere il gene ccr5 senza avere ben chiare quali potessero essere le conseguenze, la ripetizione dell'esperimento si sposta in Russia.

L'avevano annunciato i megafoni del regime lo scorso autunno, ma oggi Denis Rebrikov, un biologo molecolare del Centro di ricerca medica nazionale Kulakov di Ostetricia, Ginecologia e Perinatologia di Mosca e ricercatore della Università Nazionale Pirogov, arriva a comunicarlo alla comunità scientifica attraverso Nature, grazie a un articolo di David Cyranoski uscito ieri su Nature News: Russian biologist plans more CRISPR-edited babies.

Rebrikov vuole lavorare su embrioni concepiti da donne con HIV e sostiene di avere perfezionato la tecnica usata da He in modo da minimizzare sia gli effetti off-target, che potrebbero portare a spegnere un gene oncosoppressore e quindi alla proliferazione di tumori, sia gli effetti on-target, nei quali si corregge il gene voluto, ma non nel modo programmato, con risultati imprevedibili (cosa che pare sia avvenuta anche nel caso delle gemelline scaraventate nel mondo da He Jiankui). Sostiene inoltre di essere già riuscito, in un precedente esperimento, a distruggere entrambe le copie del gene ccr5 in più del 50% delle cellule e che, dopo aver pubblicato i risultati nel Bollettino dell'RSMU, la Pirogov Russian National Research Medical University, li metterà online entro un mese o su bioRxiv o in una rivista peer reviewed.

Vista la brutta fine fatta da He Jiankui e infischiandosene della moratoria internazionale sugli esperimenti su linee germinali con CRISPR richiesta da un gran numero di scienziati, Rebrikov sta cercando di pararsi le spalle nei seguenti modi:
- vuole lavorare su donne HIV+ che non hanno un perfetto controllo della viremia mediante una cART standard, così da rendere *utile* il suo esperimento;
- sfruttando il fatto che la legislazione russa sulla riproduzione assistita non fa riferimento esplicito all'editing genetico, sta cercando l'approvazione da parte di tre diverse agenzie governative, compreso il ministero della salute - ma dice di avere così tanta fretta da essere anche pronto a non aspettare che la Russia stabilisca delle regole chiare.

Insomma, in un periodo che può andare fra un mese e due anni Rebrikov vuole partire. Pare che non gli importi essere considerato un secondo He Jiankui e che abbia dichiarato "penso di essere abbastanza pazzo per farlo".

Di pazzi così, a quanto pare, il mondo è pieno. E i Paesi con regimi non democratici e con politiche sanitarie schizofreniche a questi pazzi offrono oceani di possibilità.
Jon Cohen ha pubblicato ieri sulle news di Science una interessantissima intervista a Denis Rebrikov, da cui si apprende che l'etica per questo ricercatore è un optional, che può essere tenuto in conto se serve, messo da parte se entra in contrasto con i propri obiettivi:



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » martedì 2 luglio 2019, 6:59

Quando l'unione di un giornalista-attivista coraggioso e di un giornale di regime che ha moltissimo da farsi perdonare produce qualcosa di inaspettato e di buono:

‘You don’t have AIDS’: RT documentary takes on Russia’s top HIV denialist (VIDEO).
  • ... “HIV/AIDS was a major thing that drew global attention… and people tried to find a conspiracy behind all that – much the same way that some people believe that the US Moon landing was a hoax, and the fake footage was produced in Hollywood,” Anton Krasovsky, an HIV-positive journalist, said in ‘Epidemic’, a new documentary he shot for RTD.
L'articolo continua al link indicato sopra. E questa è la prima parte del documentario, da poche ore su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=mRMYB5mS2t0

L'ex "patologo di Irkutsk" protagonista di questa prima parte, il negazionista Vladimir Ageev, è una vecchia conoscenza - per chi ha seguito il thread: . Un altro che, proprio come Fabio Franchi qui in Italia, si è fatto la sua sporca carriera e se ne è andato in pensione (forse solo un poco anticipata) senza essere stato toccato dall'Ordine dei medici.


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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » mercoledì 25 settembre 2019, 15:45

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IL NEGAZIONISMO SI COMBATTE CON "IL LUME DELLA RAGIONE"

È almeno da due anni che in Russia parlano di rendere un reato il negazionismo dell'AIDS. Ne parlano in modo ricorrente ed è rimasta a lungo giacente alla Duma una proposta di legge avanzata dal Ministero della Salute. In questo momento, se capisco correttamente, il progetto normativo è circa a metà dell'iter.
Non so se e quando questo processo si completerà, né se alla fine ci sarà una legge che rende un reato il solo fatto di essere un negazionista dell'AIDS e predicare di conseguenza, ma ho già detto più volte che a mio parere questa è una pessima trovata, in linea con l'impostazione profondamente illiberale che caratterizza il regime russo.
Penso che le idee si debbano combattere con le idee e non con la galera per chi sostiene idee stupide, bizzarre o pericolose - mi rendo conto di essere in minoranza anche nel nostro Paese, in cui abbondano i forcaioli, ma continuo a vederla così.

Oggi ho letto una bella intervista ad Anna Fedoryak, una giovane e coraggiosa attivista russa, che lotta per i diritti umani dove dei diritti umani si fa quotidianamente strame.

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L'intervistata parla della situazione dell'epidemia di HIV/AIDS nel suo Paese, parla di concetti che da noi ormai, almeno nella community dell'HIV, sono abbastanza acquisiti, mentre in Russia sembrano rivoluzionari - dalla necessità di iniziare la cART il più presto possibile alla non infettività delle persone con viremia stabilmente soppressa, all'inaccettabilità che una persona vada in prigione per non aver informato del virus i propri partner anche se, di fatto, il virus non lo trasmette.
Parla di stigma e di negazionismo, dello stigma alle radici del negazionismo, rimarcando quello che qui abbiamo detto ormai decine di volte - che il negazionismo dell'AIDS in Occidente è un fenomeno residuale, mentre in Russia è ancora ben vivo.

Riconosco di avere un fortissimo bias, ma mi piace ugualmente riportare qui quello che Fedoryak pensa sul rendere il negazionismo un reato: non si combatte un'idea con la galera; la si combatte con l'enlightenment, cioè spiegando, chiarendo, illuminando. Diffondendo, appunto, la luce della ragione.

Grazie Anna.

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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » martedì 18 febbraio 2020, 7:59

Dora ha scritto:
venerdì 15 marzo 2019, 7:54
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IL NEGAZIONISTA DELL'HIV/AIDS PADRE DIMITRIJ SMIRNOV GRADITO OSPITE DEL 13° CONGRESSO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A VERONA, 29-31 MARZO

Qualche citazione per risvegliare la memoria:
Dora ha scritto:
giovedì 19 gennaio 2017, 15:59
4. IL NEGAZIONISMO DEI NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS

[...] L'attività negazionista dell'Assemblea dei Genitori Pan-russa ha avuto pubblicamente inizio nel 2008 con l'organizzazione di una International Conference on AIDS, che si tenne il 29 e il 30 maggio a Yekaterinburg - l'anno cruciale dichiarato da Putin "l'anno della famiglia", durante il quale il governo tagliò i finanziamenti alla prevenzione e al trattamento dell'infezione; la città che oggi è l'epicentro dell'epidemia.
La suggestione a pensare che ci sia un collegamento con la propaganda negazionista è forte, perché l'obiettivo della Conferenza Internazionale era proprio quello di "portare all'attenzione delle autorità e del pubblico le anomalie nella scienza a supporto dell'ipotesi HIV-AIDS e dimostrare che essa è un immenso mito distruttivo, che ha per effetto programmi di educazione sanitaria sbagliati, che hanno conseguenze sul benessere futuro dei bambini e dei giovani". Ma la portata dell'azione dei negazionisti russi andò molto oltre Yekaterinburg e si estese al punto da essere considerata oggi il catalizzatore della generalizzazione dell'epidemia.

[...] Poi parlò Padre Dmitri Smirnov, capo del Comitato del Sinodo sui rapporti fra forze armate e applicazione della legge. Padre Dmitri fece un parallelo fra la minaccia dell'HIV/AIDS e la "sovente mitica" minaccia del terrorismo internazionale: entrambe sono solo delle scuse per abusare dei diritti umani (diritti umani come li intende la Chiesa Ortodossa, non la cultura liberal-democratica occidentale): basta creare una ONG con lo scopo dichiarato di combattere questa pretesa minaccia. Poi si manipolano i media per dare forma al mito. A quel punto, chiunque neghi che esiste una minaccia è trattato da pazzo.
La minaccia dell'AIDS - sostenne Padre Dmitri - è usata come scusa per ridurre la popolazione mondiale e distruggere l'unità della famiglia.
Dora ha scritto:
giovedì 6 aprile 2017, 7:28
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Io ci andrei cauta a evocare le radici del popolo russo, perché non possiamo negare che una di queste radici sia la Chiesa Ortodossa Russa, che in questo momento è tutto tranne che calpestata, ma anzi rampante e onnipervasiva.
Ho raccontato dei centri gestiti dalla Chiesa per trasformare in buoni ortodossi i tossicodipendenti dopo neanche una settimana di rehab forzata. Quasi tutti hanno anche l'HIV e abbiamo visto quali valori educativi esprimono alcuni dei preti che si prendono cura di loro. Sono valori che discendono direttamente dai valori tradizionali e che manifestano nazionalismo estremo, sfiducia nella scienza e fede assoluta nei complotti più fantasiosi, paranoia, convinzione che la Russia, invasa dai valori occidentali, stia perdendo la propria natura più profonda e vendendo l'anima al demonio.
Qualcuno di questi pretacci maledetti miti servi del Signore, perfino ai livelli più alti della gerarchia ecclesiastica, è anche apertamente negazionista e proprio nei giorni in cui raccontavo della bambina di tre anni che sta morendo di AIDS in Siberia perché sua madre, buona erede di Christine Maggiore, ha rifiutato di curarla e addirittura di farle fare il test al momento della nascita - sesto post della serie: LA STRAGE DEI BAMBINI - usciva un articolo di cui non ho parlato allora, ma che oggi mi pare interessante vedere: Russian Orthodox Church claims that HIV does not exist.
In breve, Versed Games è un blog russo scritto in inglese, che segue le interazioni fra religione, cultura e politica e dove le posizioni della Chiesa sono criticate in modo aperto e sovente molto corrosivo. In quell'articolo, pubblicato a inizio marzo in concomitanza con l'emergere della storia della bambina di Tyumen, si racconta (e lo si dimostra con un filmato) che l'arciprete della Chiesa Ortodossa Russa, nonché Capo della Commissione per la Sicurezza della Famiglia e della Maternità della Chiesa Ortodossa Russa e docente in ben due università, Dmitry Smirnov, ha tenuto un discorso durante una trasmissione passata dal canale televisivo Spas, di proprietà della Chiesa, sostenendo che HIV non esiste, che non è mai stato visto da nessuno, che 6000 dottori in giro per il mondo combattono contro questa truffa, che "è come il terrorismo globale: certe persone hanno bisogno di bombardare un certo Paese e così si inventano l'idea del terrorismo globale". E che alcuni dottori diagnosticano intenzionalmente le persone "con questo HIV inventato così da uccidere il loro sistema immunitario e farle finire in AIDS".

Dove abbiamo già sentito padre Smirnov abbaiare queste bestialità? Alla International Conference on AIDS di Yekaterinburg del 2008, quella organizzata da Irina Sazonova e dall'Assemblea dei Genitori Pan-russa e da cui è partita ufficialmente la campagna di Russia dei negazionisti di Rethinking AIDS.

E dove ritroviamo le bestialità omicide di questo arciprete? Nelle dichiarazioni di Yulia Yakovleva, la mamma della bimba che sta morendo a Tyumen, che ha raccontato di aver tratto ispirazione proprio da lui prima di decidere della vita di sua figlia.

Tutto questo avviene all'insegna della riaffermazione dei valori tradizionali - delle *radici*, appunto.
Dora ha scritto:
domenica 3 settembre 2017, 9:35
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I BAMBINI MORTI DI HIV E LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA

Giuro che non pensavo di continuare con la storia dei bambini morti. Non lo volevo fare perché è dolorosissima e mi fa ribollire il sangue, perché le dinamiche sono sempre le stesse, perché mi sembra di avere già detto molto.
Così, quando il 30 agosto scorso ho letto una notizia della Tass in cui si riferiva che una bambina HIV positiva di 8 anni è morta a San Pietroburgo, perché i suoi genitori sono dei negazionisti e le hanno negato i trattamenti nonostante i ripetuti tentativi dei medici di convincerli a darle gli antiretrovirali, mi sono detta: l'ennesima tacca sul fucile degli assassini - archivia la notizia nel file "Negazionismo in Russia" e lasciala lì.
Tuttavia, non ho potuto non notare che la notizia veniva data dalla Tass, l'agenzia governativa, la bocca dello stesso regime che con le sue politiche sciagurate tanto ha fatto per far dilagare il negazionismo nel Paese.

Poi però il 31 agosto mi è arrivato un articolo pubblicato su PRI (Public Radio International), il sito di una ONG che si occupa di giornalismo, media e impegno civile. In questo articolo - non a caso intitolato "Mentre il governo guarda dall'altra parte, l'AIDS si diffonde rapidamente" - Anna Nemtsova ricorda le enormi contraddizioni in cui si dibattono le politiche russe di contrasto all'HIV/AIDS di cui abbiamo ampiamente parlato in questo thread e riporta le parole di un consulente di Putin, Sergei Markov, che ammette: "le autorià russe sono divise più o meno 50 a 50 fra coloro che ritengono necessario essere aperti e parlare della questione dell'epidemia di AIDS e coloro che insistono che la questione dovrebbe essere ignorata, quanto meno nei discorsi pubblici. Ecco perché fino ad oggi l'approccio federale all'epidemia è stato sbiadito e ...fallimentare".

Più che sbiadito, io lo definirei schizofrenico. Ma va bene, mi sono detta, archivia anche questo.

Stamattina però mi sveglio e mi ritrovo nella mail box un articolo pubblicato ieri da Russia Today - sì, proprio loro, il canale satellitare governativo che tanto spazio ha dato ai ragli dei negazionisti. Qui la storia della bambina morta è raccontata con molti più dettagli. E sono dettagli che inquietano.
A parte un'età differente rispetto a quella riferita dalla Tass (10 e non 8 anni), l'articolo della redazione di RT - che si basa su una breve notizia uscita in russo su Fontanka.ru e su un articolo pubblicato su Rosbalt.ru, entrambi del 30 agosto - ci dice che la bambina, morta il 26, era stata affidata alla famiglia di un prete ortodosso. Nonostante fossero consapevoli della diagnosi di HIV, i genitori affidatari consideravano la piccola "assolutamente sana" e hanno rifiutato di darle i farmaci perché ritenevano che questi le avrebbero "fatto più male che bene" - il solito slogan della propaganda negazionista.
Il prete e sua moglie erano convinti che "l'AIDS sia un mito inventato dalle avide industrie farmaceutiche".

Chissà chi può averglielo messo in testa, a questi devoti ortodossi? Che abbiano ascoltato anche loro le parole dell'arciprete Dmitry Smirnov, come fece Yulia Yakovleva, la madre della bimba di Tyumen morta lo scorso luglio?

Nel 2014, i medici del Centro AIDS di San Pietroburgo hanno segnalato il problema a Svetlana Agapitova, mediatore per i diritti dei bambini, l'equivalente locale di Anna Kuznetsova, il Commissario per i diritti dell'infanzia a livello federale, come sappiamo negazionista dell'HIV/AIDS.
Non sembra che la signora abbia preso molto a cuore la sorte della piccola.

Quando la coppia è stata scelta per adottare la bambina, è stata informata che la bimba era nata HIV positiva, ma per anni hanno preso in giro le autorità, impedendo che i medici avessero contatti con la figlia. Pare che solo in seguito si sia capito che il prete e la moglie sono seguaci della "medicina tradizionale" e prima hanno trattato la bambina con "erbe cinesi", poi l'hanno portata in Germania per curarla con "integratori biologicamente attivi".
Così la ragazzina è morta e ora c'è in corso un'inchiesta.
Un politico di San Pietroburgo, Elena Kiseleva, si arrampica sui vetri: "se la bambina, nata con HIV, è sopravvissuta così a lungo, lo dobbiamo ai suoi genitori, che hanno fatto di tutto per farla guarire".
Autorità della Chiesa Ortodossa Russa di San Pietroburgo, che non ammettono né smentiscono che il padre della bimba sia un prete, dicono che non si devono fare paralleli fra la Chiesa Ortodossa e il negazionismo dell'HIV.

L'articolo di RT si conclude con una frase che mette sullo stesso piano negazionismo e scienza:
  • I sostenitori del negazionismo dell'HIV/AIDS rifiutano l'esistenza del virus. Gli scienziati dicono che il negazionismo dell'AIDS è pseudoscienza.
Insomma, per quei campioni della libertà di informazione di Russia Today, UNO vale UNO.

Credo che nei prossimi tempi avremo ancora modo di vedere all'opera questo atteggiamento schizofrenico che sta intossicando la Russia. Anzi, credo che lo vedremo arrivare a lambire le nostre spiagge

E ora che la nostra memoria si è riattivata e il nome di Smirnov ha risvegliato la nausea che tentiamo perennemente di tenere a bada, passiamo al presente, quando il negazionismo russo non si limita a lambire le nostre spiagge, ma ci sbarca proprio nella persona di un suo esponente di particolare rilievo.
Un articolo su Open - «Chi sostiene l'aborto è un cannibale». Chi sono i relatori del congresso delle famiglie di Verona - ieri mi ha obbligata a pensare al Forum delle Famiglie, che si terrà a Verona a fine mese con l'iniziale patrocinio della Presidenza del Consiglio (ma ora forse non più), con relatori italiani di notevolissima pesantezza istituzionale quali il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, il senatore Simone Pillon e il presidente di Fratelli d'Italia ed ex ministro della gioventù Giorgia Meloni, e con una pletora di relatori, anche internazionali, pescata nella galassia di omofobi, anti-abortisti e sovranisti che tanto trovano ascolto presso il nostro governo.

Da un simile consesso non poteva certo mancare padre Smirnov, che se è il negazionista dell'AIDS che abbiamo imparato a conoscere, responsabile in prima persona della morte di bambini nel suo Paese, è anche un importante esponente della Chiesa Ortodossa Russa, noto per le sue posizioni anti-abortiste. Insomma, poiché l'aborto è un abominio agli occhi del Signore e "chi sostiene l'aborto è un cannibale, che deve essere spazzato via dalla faccia della terra", i bambini è meglio ammazzarli quando sono già nati, lasciandoli morire di AIDS fra indicibili tormenti.

Vive la cohérence!



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Dmitry Smirnov è una delle mie bestie nere. Poche persone riescono a scatenare il mio disgusto e la mia rabbia come questo pretaccio negazionista responsabile della morte di bambini. Ma la rabbia e il disgusto si addolciscono in Schadenfreude quando vedo che è stato beccato (ancora una volta) con le mani nella marmellata: questa volta perché ha dato delle "prostitute" alle donne che sono sposate con matrimonio civile e non religioso:
  • "Non vogliono dire 'sono una prostituta gratuita', quindi dicono 'sto in un matrimonio civile'. No, tu offri servizi gratis, ma nessuno ti considera una moglie."
E questo ha scatenato le ire di donne che in Russia ricoprono ruoli importanti, come Irina Kirkora, vicecapo della Commissione Presidenziale dei diritti umani, come Maria Zakharova, portavoce del Ministro degli Esteri, e come Margarita Simonyan, caporedattore dell'RT network. Tutte donne ben addentro nel regime, non certo Pussy Riots da spedire in Siberia.
Si discute di modificare la Costituzione russa in modo che il matrimonio sia definito come unione fra un uomo e una donna e Putin sta dalla parte del pretaccio Smirnov - ha giurato che finché ci sarà lui al Cremlino di legalizzare i matrimoni gay non se ne parla proprio.
E Smirnov si è inserito nel dibattito spargendo Grazia e Misericordia come solo lui sa fare.
La Chiesa Ortodossa finalmente esprime un moto di imbarazzo e dice che quello dell'arciprete è stato "un infruttuoso tentativo di trollaggio".
Io, per parte mia, vorrei che questo trattare le donne da prostitute si rivelasse per questo assassino negazionista come l'accusa di evasione fiscale che portò in galera Al Capone.



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » domenica 23 febbraio 2020, 16:11

Che sciacalli disgustosi (sempre loro, sempre RT aka Russia Today):






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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » mercoledì 12 agosto 2020, 5:58

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Fanno un vaccino contro SARS-CoV-2.
Lo chiamano SPUTNIK-V.
Lo sperimentano su piccoli numeri di volontari.
Lo approvano senza neppure aver fatto la fase III, senza che nessuno ne conosca né la sicurezza, né l'efficacia.
Arrivano primi nella corsa allo spazio alla cura del COVID-19.
Viva la Russia.
What could possibly go wrong?!


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Fonte Soviet Visuals



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » martedì 8 settembre 2020, 7:19

Dora ha scritto:
mercoledì 12 agosto 2020, 5:58
Fanno un vaccino contro SARS-CoV-2.
Lo chiamano SPUTNIK-V.
Lo sperimentano su piccoli numeri di volontari.
Lo approvano senza neppure aver fatto la fase III, senza che nessuno ne conosca né la sicurezza, né l'efficacia.
Arrivano primi nella corsa allo spazio alla cura del COVID-19.
Viva la Russia.
What could possibly go wrong?!
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Arriva un articolo sul vaccino Sputnik-V - Safety and immunogenicity of an rAd26 and rAd5 vector-based heterologous prime-boost COVID-19 vaccine in two formulations: two open, non-randomised phase 1/2 studies from Russia.
E Lancet ci casca di nuovo?!
E ancora una volta è #LancetGate.

Enrico Bucci sul Foglio di oggi:
Dubbi sul vaccino russo
Incongruenze nei dati e solo 40 volontari per lo studio che lo presenta su Lancet. Gli scienziati chiedono spiegazioni


Su queste pagine, il lettore ha molte volte potuto leggere appelli rivolti alla comunità scientifica e al pubblico a vigilare sulla cattiva scienza che la crisi pandemica innescata da Sars-CoV-2 ha riversato in quantità mai viste prima anche nelle riviste scientifiche blasonate.

Sotto la pressione dell’aspettativa dell’opinione pubblica, della politica e della stessa competizione scientifica, i ricercatori stanno producendo imponenti quantità di articoli, preprint, comunicazioni e pezzi di opinione, con il risultato che il controllo usuale costituito dalla revisione dei pari prima della pubblicazione è stato abbondantemente allentato, un po’ come l’acqua che durante un’alluvione tracima oltre l’argine predisposto per arrestarlo.

Questa stato di cose dovrebbe suonare come un campanello d’allarme e una chiamata alle armi per ogni singolo ricercatore, spingendo a verificare con raddoppiata attenzione ogni nuovo articolo scientifico, particolarmente quando il suo impatto sul pubblico o sul decisore politico è rilevante; e in parte, i ricercatori hanno effettivamente risposto, riuscendo per esempio a far ritrattare in poco tempo una serie di articoli originati da una piccola azienda fraudolenta che fabbricava i dati per importanti gruppi di ricerca, dati poi alla base di pubblicazioni su riviste come Lancet, New England Journal of Medicine e così via.

Il 4 settembre, dopo roboanti annunci all’opinione pubblica mondiale, la comunità scientifica ha potuto trovare su Lancet la descrizione dei dati di efficacia e di sicurezza riferibili a un nuovo vaccino contro Sars-CoV-2 sviluppato in Russia. Proprio per l’importanza di dati come questi, in tanti ci siamo messi di buona lena a esaminare i risultati descritti dal gruppo di ricerca autore dello studio pubblicato.

Molti hanno osservato, giustamente, che lo studio è condotto su un numero insolitamente piccolo di volontari. In realtà, si tratta di due studi indipendenti, condotti su due formulazioni diverse – una in soluzione e una liofilizzata – dello stesso vaccino, ciascuna sperimentata su solo 20 volontari: davvero un campione poco significativo per trarre conclusioni diverse da un incoraggiamento a continuare la sperimentazione.

Tuttavia, insieme a un gruppo di colleghi in tutto il mondo, abbiamo identificato incongruenze nei dati che sollevano dubbi tali da richiedere la disponibilità dei dati originali dello studio per poter essere dissipati. Per questo motivo, abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta agli autori dello studio e all’editor in chief di Lancet, il prof. Horton, nella speranza di poter ottenere presto chiarimenti.

Trovate la nostra lettera, contenente la descrizione di quanto abbiamo trovato e la nostra richiesta di chiarimenti, qui.

In nome della trasparenza indispensabile in una fase così delicata dello sviluppo dei vaccini come quella che stiamo vivendo, speriamo di ricevere al più presto una adeguata risposta, atta a dissipare i nostri dubbi.



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da uffa2 » martedì 8 settembre 2020, 11:32

«Ma come, questo è il thread sul negazionismo dell’Aids, che c’entra?»
Direi che la scelta è azzeccata, e non, ahimè per motivi geografici.
C’è un filo che lega tutte queste vicende, ed è il filo della prevalenza delle strategie politiche sulla scienza.
È come un film già visto.

«Covid19 non esiste in Russia»: questo era il mantra fino a pochi mesi fa, fino a quando hanno iniziato a non esserci più abbastanza finestre per fare volare di sotto i dottori linguacciuti che non s’arrendevano a questa frottola.
Non vi ricorda l’AIDS, malattia della decadenza occidentale?

E oggi c’è la risposta nazionale russa, il vaccino… che forse non solo a me ricorda l’autarchia nelle forniture di antiretrovirali.

E, esattamente come in tutta la vicenda su HIV e AIDS in Russia, il volteggio di quell’affamato sciacallo che è la propaganda.
Qui abbiamo addirittura il vaccino.
Peccato che gli studi presentati per corroborare questa incredibile scoperta della sanità sovietica ops, russa, ricordino molto certi lavori sul “magic yogurt” cui noi siamo affezionati, con quelle belle barre che sembrano una la fotocopia dell’altra… non si sono neppure affaticati a fingere, convinti forse che fuori dai confini di Santa Madre Russia tutti fossero ciechi come in patria…
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Sì, la scelta non poteva essere più appropriata, perché questa appare essere la solita storia…


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da Dora » martedì 8 settembre 2020, 11:42

uffa2 ha scritto:
martedì 8 settembre 2020, 11:32
«Ma come, questo è il thread sul negazionismo dell’Aids, che c’entra?»
Direi che la scelta è azzeccata, e non, ahimè per motivi geografici.
C’è un filo che lega tutte queste vicende, ed è il filo della prevalenza delle strategie politiche sulla scienza.
È come un film già visto.

«Covid19 non esiste in Russia»: questo era il mantra fino a pochi mesi fa, fino a quando hanno iniziato a non esserci più abbastanza finestre per fare volare di sotto i dottori linguacciuti che non s’arrendevano a questa frottola.
Non vi ricorda l’AIDS, malattia della decadenza occidentale?

E oggi c’è la risposta nazionale russa, il vaccino… che forse non solo a me ricorda l’autarchia nelle forniture di antiretrovirali.

E, esattamente come in tutta la vicenda su HIV e AIDS in Russia, il volteggio di quell’affamato sciacallo che è la propaganda.
Qui abbiamo addirittura il vaccino.
Peccato che gli studi presentati per corroborare questa incredibile scoperta della sanità sovietica ops, russa, ricordino molto certi lavori sul “magic yogurt” cui noi siamo affezionati, con quelle belle barre che sembrano una la fotocopia dell’altra… non si sono neppure affaticati a fingere, convinti forse che fuori dai confini di Santa Madre Russia tutti fossero ciechi come in patria…
[... ]
Sì, la scelta non poteva essere più appropriata, perché questa appare essere la solita storia…
Però questa volta non abbiamo a che fare con l'Italian Journal of Anatomy and Embryology o con l'American Journal of Immunology, ma con Lancet.
La propaganda russa è meglio finanziata dei negazionisti italiani. :lol:



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Messaggio da uffa2 » martedì 8 settembre 2020, 11:45

Dora ha scritto:
martedì 8 settembre 2020, 11:42
Però questa volta non abbiamo a che fare con l'Italian Journal of Anatomy and Embryology o con l'American Journal of Immunology, ma con Lancet.
La propaganda russa è meglio finanziata dei negazionisti italiani. :lol:
Lancet oramai inizia a gareggiare con Eva Tremila :lol:


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