RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
Puzzle
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Puzzle » domenica 12 marzo 2017, 14:34

Dora ha scritto:Non so dove tu veda ottimismo in quello che ho scritto, semmai enorme preoccupazione, unita alla frustrazione di vedere che in Occidente sembra importare proprio a pochi quanto sta accadendo ai russi che cadono vittime di quelli che negano che HIV sia causa di AIDS.
Era solo riferito alla differenza fra il tuo modo di porti, invidiabilmente sempre rivolto alla speranza (tutto il lavoro che hai fatto in questo post e che generalmente fai in questo sito, lo documentano) e la mia visione di futuro che ritiene vano ogni tipo di intervento su un popolo che non vuole (e impedisce) interferenze esterne per motivi di orgoglio (la Grande Madre Russia) politici (non hanno mai conosciuto nella loro Storia la democrazia) e religiosi con la radicalizzazione della Chiesa Ortodossa. Aggiunto al fatto che più guardo l'evoluzione del mondo, più mi convinco che 72 anni di pace in Europa (epicentro di tutti i disastri) sono stati un'anomalia storica che a breve verrà confutata.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » domenica 12 marzo 2017, 16:50

Puzzle ha scritto:
Dora ha scritto:Non so dove tu veda ottimismo in quello che ho scritto, semmai enorme preoccupazione, unita alla frustrazione di vedere che in Occidente sembra importare proprio a pochi quanto sta accadendo ai russi che cadono vittime di quelli che negano che HIV sia causa di AIDS.
Era solo riferito alla differenza fra il tuo modo di porti, invidiabilmente sempre rivolto alla speranza (tutto il lavoro che hai fatto in questo post e che generalmente fai in questo sito, lo documentano) e la mia visione di futuro che ritiene vano ogni tipo di intervento su un popolo che non vuole (e impedisce) interferenze esterne per motivi di orgoglio (la Grande Madre Russia) politici (non hanno mai conosciuto nella loro Storia la democrazia) e religiosi con la radicalizzazione della Chiesa Ortodossa. Aggiunto al fatto che più guardo l'evoluzione del mondo, più mi convinco che 72 anni di pace in Europa (epicentro di tutti i disastri) sono stati un'anomalia storica che a breve verrà confutata.
Putin ha un livello di popolarità molto alto e chi si oppone a lui e alla sua visione politica è certamente una minoranza della popolazione russa. Ma, pur fra difficoltà enormi, un'opinione pubblica moderna e di stampo liberal-democratico, che sta lottando - talvolta anche rischiando la propria vita - perché ai russi siano riconosciuti i diritti civili di cui godiamo in Occidente, esiste e la ritroviamo nei mezzi di informazione, in movimenti politici come Open Russia di Khodorkovsky, nelle ONG laiche come la Fondazione Rylkov, che aiutano i tossicodipendenti e le persone con HIV, nelle piccole associazioni come quella di Julia Vereschagina, che contrastano i negazionisti online, o come quella di Anton Krasovsky, che ha avuto l'ardire di interpellare la negazionista Anna Kuznetsova perché faccia il suo dovere e indaghi sulla figlia di Yulia Yakovleva che sta morendo di AIDS a Tyumen. La troviamo nel gruppo di ricerca di Peter Meylakhs alla Higher School of Economics di San Pietroburgo e in tanti altri gruppi di studiosi e scienziati, a partire dal capo del Centro AIDS Federale Vadim Pokrovsky.
Queste persone sono, a mio parere, tante luci in un cielo obiettivamente molto cupo.
Mi sembra che meritino di essere conosciute, ascoltate e, se possibile, anche aiutate.



Rob_Rob
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Rob_Rob » lunedì 13 marzo 2017, 6:10

https://youtu.be/VyyI75iVKXk

Un documentario su hiv/aids in Russia.
Da non crederci..... ancora il 50% delle infezioni perché i tossicodipendenti si scambiano le siringhe..... :shock: :shock: sembra ritorno al futuro..... come in italia 20-30 anni fa'... :shock:

Ad un certo punto dicono, il governo non ne vuole parlare di hiv perché non e' l'immagine di forza che la russia vuole dare al mondo..... :shock: :shock:
Prima di tutto che c'entra hiv con la "forza" di uno stato ? Poi ma di che forza parlano? Non mi sembra che nel mondo la russia sia vista come un modello da seguire sotto nessun punto di vista......

Nel documentario dicono che i trattamenti per hiv non sono sempre disponibili negli ospedali e che il governo russo ha più volte detto che sconfiggerà hiv non seguendo le politiche convenzionali dei paesi occidentali...........ma questi ancora contro noi dei paesi occidentali ?
Intanto la russia , con loro politiche "non convenzionali", vedono un tasso di infezioni da hiv in crescita vertiginosa, mentre addirittura in Africa grazie agli aiuti internazionali il numero di infezioni diminuisce.
Neanche fare il test e' così semplice.

Avrei creduto che con il crollo del comunismo il modello delle democrazie occidentali avrebbe avuto un entrata semplice..... invece no..... qualcosa e' andato storto! Molto storto.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » lunedì 13 marzo 2017, 7:38

Rob_Rob ha scritto:https://youtu.be/VyyI75iVKXk

Un documentario su hiv/aids in Russia.
Da non crederci..... ancora il 50% delle infezioni perché i tossicodipendenti si scambiano le siringhe..... :shock: :shock: sembra ritorno al futuro..... come in italia 20-30 anni fa'... :shock:

Ad un certo punto dicono, il governo non ne vuole parlare di hiv perché non e' l'immagine di forza che la russia vuole dare al mondo..... :shock: :shock:
Prima di tutto che c'entra hiv con la "forza" di uno stato ? Poi ma di che forza parlano? Non mi sembra che nel mondo la russia sia vista come un modello da seguire sotto nessun punto di vista......

Nel documentario dicono che i trattamenti per hiv non sono sempre disponibili negli ospedali e che il governo russo ha più volte detto che sconfiggerà hiv non seguendo le politiche convenzionali dei paesi occidentali...........ma questi ancora contro noi dei paesi occidentali ?
Intanto la russia , con loro politiche "non convenzionali", vedono un tasso di infezioni da hiv in crescita vertiginosa, mentre addirittura in Africa grazie agli aiuti internazionali il numero di infezioni diminuisce.
Neanche fare il test e' così semplice.

Avrei creduto che con il crollo del comunismo il modello delle democrazie occidentali avrebbe avuto un entrata semplice..... invece no..... qualcosa e' andato storto! Molto storto.
Ma leggere il thread, no? Costa troppa fatica? Eppure è lungo solo due pagine ...



Rob_Rob
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Rob_Rob » lunedì 13 marzo 2017, 7:47

Dora ha scritto:
Rob_Rob ha scritto:https://youtu.be/VyyI75iVKXk

Un documentario su hiv/aids in Russia.
Da non crederci..... ancora il 50% delle infezioni perché i tossicodipendenti si scambiano le siringhe..... :shock: :shock: sembra ritorno al futuro..... come in italia 20-30 anni fa'... :shock:

Ad un certo punto dicono, il governo non ne vuole parlare di hiv perché non e' l'immagine di forza che la russia vuole dare al mondo..... :shock: :shock:
Prima di tutto che c'entra hiv con la "forza" di uno stato ? Poi ma di che forza parlano? Non mi sembra che nel mondo la russia sia vista come un modello da seguire sotto nessun punto di vista......

Nel documentario dicono che i trattamenti per hiv non sono sempre disponibili negli ospedali e che il governo russo ha più volte detto che sconfiggeràd hiv non seguendo le politiche convenzionali dei paesi occidentali...........ma questi ancora contro noi dei paesi occidentali ?
Intanto la russia , con loro politiche "non convenzionali", vedono un tasso di infezioni da hiv in crescita vertiginosa, mentre addirittura in Africa grazie agli aiuti internazionali il numero di infezioni diminuisce.
Neanche fare il test e' così semplice.

Avrei creduto che con il crollo del comunismo il modello delle democrazie occidentali avrebbe avuto un entrata semplice..... invece no..... qualcosa e' andato storto! Molto storto.
Ma leggere il thread, no? Costa troppa fatica? Eppure è lungo solo due pagine ...
...... ;) Lo ho letto , lo ho letto. Solo vedere in faccia le persone reali hiv+ in Russia fa piu' effetto.... nel senso che e' un pugno nello stomaco



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » lunedì 13 marzo 2017, 7:54

Rob_Rob ha scritto: ...... ;) Lo ho letto , lo ho letto. Solo vedere in faccia le persone reali hiv+ in Russia fa piu' effetto.... nel senso che e' un pugno nello stomaco
Devo aver frainteso la tua età. Non ti facevo della generazione dei millennials, che hanno perso l'aggancio con le parole e si emozionano e apprendono solo con le immagini dei film.



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Rob_Rob » lunedì 13 marzo 2017, 8:29

Dora ha scritto:
Rob_Rob ha scritto: ...... ;) Lo ho letto , lo ho letto. Solo vedere in faccia le persone reali hiv+ in Russia fa piu' effetto.... nel senso che e' un pugno nello stomaco
Devo aver frainteso la tua età. Non ti facevo della generazione dei millennials, che hanno perso l'aggancio con le parole e si emozionano e apprendono solo con le immagini dei film.
Hai colpito nel segno (come al solito , del resto). :lol:
E' vero , le immagini , i dialoghi , i documentari e i film sono la forma d'arte e di comunicazione che più apprezzo , prediligo. E' divenuto un mio limite .... ma sembra che il cambio di rotta sia avvenuto per la generaziona nata nei primi anni 70...... e sempre poi, piu' nel tempo amplificata..... fino ad arrivare ai ragazzini di oggi che non sanno neanche cosa e' un quotidiano...... io, ormai forse leggo non più di 2-3 libri l'anno, mentre forse vedo più di un centinaio di film . Cmq hai ragione, non e' una bella cosa



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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » lunedì 13 marzo 2017, 9:03

Rob_Rob ha scritto:E' vero , le immagini , i dialoghi , i documentari e i film sono la forma d'arte e di comunicazione che più apprezzo , prediligo. E' divenuto un mio limite .... ma sembra che il cambio di rotta sia avvenuto per la generaziona nata nei primi anni 70...... e sempre poi, piu' nel tempo amplificata..... fino ad arrivare ai ragazzini di oggi che non sanno neanche cosa e' un quotidiano...... io, ormai forse leggo non più di 2-3 libri l'anno, mentre forse vedo più di un centinaio di film . Cmq hai ragione, non e' una bella cosa
Mi dispiace per te, perché perdere la complessità del linguaggio fatto di parole e non di immagini significa rischiare di perdere la complessità del mondo e anche di perdere la capacità di razionalizzare questa complessità.

Non potevo appesantire troppo i post con immagini e filmati, quindi in diverse occasioni ho dovuto limitarmi a linkarli, mentre tanti altri documentari li ho dovuti tralasciare. Ad esempio Al Jazeera, da cui hai tratto il documentario che hai linkato prima, ha fatto un lavoro egregio di denuncia della situazione russa e su YouTube trovi un ottimo servizio come questo (più diversi altri di durata minore) - Inside Story - Why do HIV cases keep rising in Russia?

https://www.youtube.com/watch?v=BKp8xJGsd04

Anche questo breve filmato della Open Society - In Russia, the Fight Against HIV Goes Online - mi aveva colpito quando l'ho visto:

https://www.youtube.com/watch?v=LNQF5NIJya4


Questo l'ho citato quando ho parlato della sopravvivenza del sistema sovietico della propiska, per cui, se sei registrato in una città, soltanto lì puoi ricevere i farmaci - HIV positive in Russia: a Life in misery:

https://www.youtube.com/watch?v=so_QEvPsTuM



Mi fermo qui per adesso, ma non senza ripetere quanto ho già scritto: ho trovato davvero impressionante il lavoro fatto da Gregory Gilderman e Misha Friedman, da cui ho tratto soltanto una foto perché altre mi parevano emotivamente troppo cariche. Qui trovi le foto: Inside Russia’s Hospitals of Last Resort; e qui le videointerviste: Death by Indifference.



Dora
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da Dora » mercoledì 5 aprile 2017, 7:13

Immagine


I SOCIAL MEDIA FAVORISCONO IL NEGAZIONISMO DELL'HIV/AIDS IN RUSSIA. MA LE RADICI STANNO ALTROVE


Ieri ho letto due articoli sulla Russia che, per quanto siano del tutto indipendenti, ritengo debbano essere visti insieme.

Anzitutto, prendendo spunto dal fatto che l'ex presidente negazionista Thabo Mbeki a marzo è stato eletto rettore di una delle più importanti università sudafricane, Peter Meylakhs, insieme a due colleghi della Higher School of Economics di San Pietroburgo, è riuscito a parlare della sua ricerca sui forum negazionisti di Vkontakte su The Conversation: How AIDS denialism spreads in Russia through online social networks.
Che i ricercatori di San Pietroburgo siano arrivati a una testata come questa mi fa molto piacere, perché il loro articolo è stato subito ripreso da testate che hanno grandissima diffusione, come l'Huffington Post e Business Standard. Spero così che il mondo occidentale non si limiti a valutare il lavoro accademico di Meylakhs, apra finalmente gli occhi su quanto i negazionisti stanno facendo in Russia e abbandoni l'atteggiamento *io non sapevo, io non c'ero e se c'ero dormivo*.

Dei due studi di Meylakhs ho già parlato a lungo a gennaio, quindi per i dettagli vi rimando al quinto post della serie - 5. LA SCIENZA E GLI ATTIVISTI AL CONTRATTACCO - e mi concentro sulla penultima e l'ultima parte dell'articolo su The Conversation, i paragrafi intitolati Why deny? e What can be done?

Qui Meylakhs riprende quanto ha già scritto nei suoi due lavori accademici: i fattori determinanti che portano ad aderire alla narrativa negazionista sono tre - counselling inadeguato, rifiuto della diagnosi perché "ci si sente bene", riluttanza a seguire il trattamento antiretrovirale. E sottolinea come - in contrasto con la vulgata divenuta dominante fra gli studiosi del negazionismo dell'HIV/AIDS dopo la pubblicazione di Denying AIDS: Conspiracy Theories, Pseudoscience, and Human Tragedy di Seth Kalichman - alcune persone che aderiscono alle teorie negazioniste non siano per nulla irrazionali, ma anzi facciano domande perfettamente razionali e sensate. Queste domande, però, si scontrano con la narrativa stereotipata, obsoleta e distorta ancora prevalente in Russia perfino fra medici e attivisti e non ricevono risposte appropriate. Insoddisfatti dalle risposte sovente paternalistiche e arroganti date dai medici, i malati si rivolgono alla Rete e lì trovano i negazionisti, con le loro teorie rassicuranti, che spiegano tutto affermando che l'intera questione HIV è una truffa.

La cosa migliore da fare per impedire che le persone con diagnosi di HIV finiscano preda dei negazionisti è "offrire un counselling di buon livello e centrato sul paziente e gestire in modo adeguato gli effetti collaterali causati dai trattamenti".
Per chi invece è ormai in balìa del negazionismo, la raccomandazione che emerge dalla ricerca di Meylakhs e colleghi è di puro, razionalissimo buon senso: "Credi pure in quel che vuoi, ma tieni sotto controllo lo stato del tuo sistema immunitario. Solo per sicurezza ..."
Questo può permettere di mantenere il paziente il più possibile vicino alle terapie - in caso cambiasse idea prima che sia troppo tardi.

Non so se l'aver evocato il negazionismo di Stato incarnato da Thabo Mbeki in Sud Africa sia un modo da parte di Peter Meylakhs per alludere al fatto che anche in Russia i negazionisti dell'HIV/AIDS ricevono un fortissimo aiuto dalle politiche del governo. Forse è solo una mia proiezione.
Certo però, se il governo russo la smettesse di remare contro (o di spararsi sui piedi - vedete voi la metafora che preferite), forse sarebbe più facile contrastare i negazionisti, modificare la narrativa, curare meglio le persone con HIV e, in definitiva, cercare di mettere un freno al dilagare dell'epidemia.

Come dice il titolo di questo post e come ho cercato di argomentare in tutto questo thread, la Rete ci mette senz'altro del suo nel favorire la diffusione del negazionismo dell'HIV/AIDS, ma le radici del potere seduttivo del negazionismo stanno altrove.
E questo ce lo rammenta l'altro articolo che mi è capitato di leggere ieri - una analisi di Tinatin Zardiashvili uscita su aidspan.com, il sito di una omonima ONG di base in Kenia che si occupa di "rafforzare l'efficacia del Global Fund nella lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria fungendo da cane da guardia indipendente del Fondo e di chi si occupa di utilizzare i suoi finanziamenti".
L'analisi ha un titolo che risponde appieno alla legge dei titoli di Betteridge: Is the Russian Federation willing and able to manage its HIV epidemic?

Come abbiamo visto, a ottobre 2016 era stata finalmente approvata la prima strategia nazionale contro l'HIV/AIDS mai adottata da un governo russo e il ministro della salute aveva chiesto finanziamenti. Ma lo scorso gennaio, ci spiega la Zardiashvili, il ministro delle finanze ha rifiutato la richiesta di allocare 1,2 miliardi di dollari in 4 anni per contrastare l'epidemia di HIV sostenendo che mancavano i fondi federali.
Questo fa sorgere il sospetto che il governo russo, prima ancora che la capacità, non abbia proprio l'intenzione o l'interesse a bloccare l'epidemia, nonostante il Centro AIDS federale parli di ormai più di 1 milione di casi accertati e 1,5 milioni stimati a settembre 2016, con più di 233.000 morti, con un aumento annuale dei casi di più del 10% e con meno di un terzo delle persone con HIV attualmente in terapia.

Tinatin Zardiashvili ricorda i molto travagliati rapporti passati fra governo russo e Fondo Globale e poi si concentra sulla situazione presente e le prospettive future, facendo una sintesi di quanto ho raccontato a gennaio in 1. IL NEGAZIONISMO DEL REGIME, il primo post della serie:

  • Current situation and future outlook

    So, what is the current state of services for key populations in the Russian Federation? And what does the future hold?

    There is a national AIDS program or sorts. It covers the provision of antiretrovirals for only one-third of the estimated population living with HIV. It includes a prevention program which covers HIV testing for pregnant women and for the wider population. The program for the wider population consists of street testing campaigns considered by most stakeholders to be a waste of money. There is no focus on the key populations. Nevertheless, in the opinion of Elena Zaytseva, OHI [Open Health Institute]’s program director, the state has started to work towards improving the legal environment and has started to base its approaches on best practices in other countries.

    Today, neither government nor civil society organizations (CSOs) have taken up the services previously supported by the Global Fund. This is partly because of limited funding. But it is also because the operations of international NGOs and even local CSOs in the Russian Federation are very restricted. Injection drug use and sex work are both illegal. Homosexuality per se is not illegal, but “promotion” of “non-traditional sexual relations” among people under 18 is illegal, under a new law adopted in 2013. Under the “law of foreign agents,” all local organizations funded by the foreign sources have to be registered as a foreign agent. Although the NGOs working in social and public health programs are technically exempt from this requirement, if the NGOs are doing something the government does not like, the government will not hesitate to use the foreign agents law against them. On top of that, both injection drug use and homosexual activity are highly stigmatized; and most advocacy activities are not tolerated by the government.

    There are nine months remaining in the OHI grant. No further support from the Global Fund is foreseen.

    It is not easy to evaluate the impact of the decision to invest in communities. Opinions of CSO leaders vary significantly, depending on their own experience, expertise and even perceptions. On the one hand, the development of a National AIDS Strategy can be seen as a positive outcome of advocacy by all stakeholders. The fact that the document exists means that the government recognizes the problem and is trying to find solutions. On the other hand, most stakeholders think that the document is of poor quality. It does not put forward a concrete plan for action. Mostly, it describes the epidemiological situation in 2016 and says what has to be done without detailing how.

    The National AIDS Strategy mentions the various key populations, but only in the introduction. There are no indicators in the strategy document for tracking prevention activities specifically targeting any of the key populations. Therefore, communities suspect that there are no plans to implement prevention services for these populations.

    In the opinion of Gennady Roshchupkin, technical support coordinator for the Eurasian Coalition on Male Health, “Community-based organizations exist and they are doing their best in raising awareness and building up the prevention services, but their number is so small that it is unlikely they would be able to influence the epidemiologic situation in the country.” He added that “the current government is not willing to cooperate with CSOs. They either ignore criticism or repress the people putting forward the criticisms.”

    A leader from one of the communities, who preferred to remain anonymous, explained that community development requires a longer time than the OHI grant has allocated for it. He believed that the process of community empowerment in Russia is in its infancy and has not yet achieved any remarkable results. “We are still on a stage of looking for the leaders, who are ready to mobilize the followers and organize the campaigns.”

    Irina Maslova, the head of the Coordination Committee in 2014-2016 (a body that partially replaced the CCM) and a leader of “Silver Rose,” a local network of sex workers, is more optimistic. She said that the results differ among the various communities and even across the different projects of the OHI grant, as the quality of the outputs depends on the input and enthusiasm of the project participants. “The sex workers community has taken maximum benefit from the OHI grant,” Maslova said. “Our street lawyers program is very successful. We have loads of examples where sex workers managed to protect their rights and strengthen their self-confidence,” she added. “Now they believe that one day they will change legislation.” On the other hand, Maslova said, “it is hard to talk about services for key populations when the country is still not able to ensure antiretroviral therapy for all persons living with HIV.”

    The future of prevention services for key populations in the Russian Federation depends on numerous elements such as legislation, the politics and goodwill of the state, financial resources, and the commitment of the communities “to carry on the battle.” As Ms Maslova put it: “Only strongest will survive.”

“Only strongest will survive” - non è molto rassicurante per chi ha a cuore la vita delle persone con HIV in Russia e spera che i sani si mantengano in salute.



flavioxx
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Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA

Messaggio da flavioxx » mercoledì 5 aprile 2017, 22:45

Come sempre,ma che palle, sei PERFETTA! :lol:

ma se solo i forti sopravvivranno, quando le Radici del popolo Russo sono sempre state calpestate dai Sovrani Imperialisti, mi domando, quale sia quel Forte che voglia vivere in uno Stato senza Diritti. è un po', mooolto lontanamente, un'Italia post sessantottina, dove il Potere faceva stragi di Stato, e i giovani, non vedendo alternative valide, si rovinarono con Droga sesso e rock&roll

Ma se continuano così la Nazione Russa si estingue: calo delle nascita , 1S+ ogni 100 persone. Una Matrioska dove l'ultima bambolina sparirà :cry:



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