Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

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Dora
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Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

Messaggio da Dora » mercoledì 30 novembre 2016, 18:52

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ALCUNI ATTIVISTI AMERICANI SI COALIZZANO PER ACCELERARE LO SVILUPPO DI TERAPIE PER GLI IMMUNOLOGIC NON RESPONDERS


In occasione del World AIDS Day 2016, si è costituita una coalizione di attivisti americani, che fa capo a Richard Jefferys del Treatment Action Group (TAG) e a Nelson Vergel del Program for Wellness Restoration, con l'obiettivo di attirare l'attenzione di scienziati, compagnie farmaceutiche e biotech, istituzioni sanitarie, sulle persone con HIV chiamate "immunologic non responders" (INR) - persone in cui la ricostituzione del sistema immunitario è sub-ottimale, nonostante molti anni di soppressione virologica grazie alle terapie antiretrovirali.

La ricerca ha dimostrato che i pazienti INR hanno un rischio aumentato di malattia e di morte rispetto alle persone con HIV che sperimentano una migliore ricostituzione della funzione immune una volta iniziata la ART. È noto che fattori di rischio per lo stato di INR includono l'età più avanzata e un più basso livello dei CD4 al momento di inizio della terapia.

Ad oggi, i tentativi di sviluppare interventi che migliorino la funzione immune per questa popolazione di persone con HIV si sono rivelati molto impegnativi, nonostante si siano visti segni promettenti nello studio di qualche candidato farmaco fatti da piccole compagnie.

L'idea della coalizione di attivisti è che sia urgente e necessario accelerare lo sviluppo di terapie che riducano i rischi per la salute corsi dagli INR. Ad esempio, se le terapie che paiono promettenti potessero ricevere la designazione di farmaco orfano, questo faciliterebbe e renderebbe più rapido il processo di approvazione.

Perché le sperimentazioni arrivino fino all'approvazione dei farmaci servono ovviamente fondi, ma è necessario che questi farmaci si dimostrino efficaci. Mentre è ormai dimostrato che gli INR corrono maggiori rischi di morbilità e mortalità rispetto alle persone con buona ricostituzione immunitaria, dimostrare una riduzione dell'incidenza di morbilità e mortalità è presumibile che richieda sperimentazioni cliniche lunghe e costose, che coinvolgano migliaia di partecipanti.
Pertanto, gli attivisti chiedono alla FDA americana, all'industria e ai ricercatori di individuare possibili marker surrogati di efficacia, quali ad esempio un miglioramento relativo dei problemi clinici che più di frequente affliggono gli INR, dalle infezioni delle vie respiratorie ai problemi gastro-intestinali, ad altri problemi di salute.

La coalizione chiede inoltre agli scienziati e alle compagnie farmaceutiche e biotech di studiare delle terapie che possano migliorare la situazione degli INR. Ad esempio, durante la sperimentazione clinica di terapie genetiche (*) o di strategie contro l'infiammazione nel più generale contesto della ricerca di una cura dell'infezione da HIV, si è visto che alcune di queste hanno potenzialmente la capacità di promuovere la ricostituzione immune e di ridurre i marker associati al rischio di morbilità e mortalità nelle persone INR. Inoltre, la ricerca sulle terapie dovrebbe essere affiancata da uno studio approfondito dell'eziologia e dei meccanismi che portano a risposte immuni sub-ottimali.



(*) Speriamo che dalle parti di Sangamo ci sia qualcuno in ascolto!

La coalizione ha già avuto lo scorso giugno una conference call con l'FDA e questi sono gli appunti:



Il prossimo obiettivo è quello di stabilire un dialogo più ampio, con diverse compagnie farmaceutiche, per arrivare allo sviluppo di terapie per gli immunologic non responders.






Il comunicato stampa: HIV ACTIVISTS SEEK TO ACCELERATE DEVELOPMENT OF IMMUNE ENHANCING THERAPIES FOR IMMUNOLOGIC NON-RESPONDERS



uffa2
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Re: Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

Messaggio da uffa2 » mercoledì 30 novembre 2016, 23:13

E' facile a spiegarsi: anche tra noi, c'è chi ha avuto più sfiga di altri, e gli Immunologic Non Responders sono tra quelli ad avere estratto la pagliuzza più corta.
Purtroppo come spiega il post di Dora, le stesse caratteristiche di questo gruppo di nostri compagni di infezione minacciano la possibilità di ottenere risultati negli studi clinici.
C'è solo da sperare che dove non arrivano i classici disegni degli studi arrivi la fantasia, la capacità di trovare strade per illuminare un po' di più questo campo di ricerca.
E' uno di quei casi in cui solo l'impegno congiuto della ricerca e degli enti regolatori può favorire un cambio di prospettiva, ed è uno di quei casi in cui sono le associazioni, l'attivismo dal basso, a smuovere le acque, a promuovere il cambiamento.
Speriamo per tutti che gli sforzi di questa coalizione di attivisti siano premiati.


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Dora
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Re: Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

Messaggio da Dora » sabato 3 dicembre 2016, 7:32

uffa2 ha scritto:C'è solo da sperare che dove non arrivano i classici disegni degli studi arrivi la fantasia, la capacità di trovare strade per illuminare un po' di più questo campo di ricerca.
E' uno di quei casi in cui solo l'impegno congiuto della ricerca e degli enti regolatori può favorire un cambio di prospettiva, ed è uno di quei casi in cui sono le associazioni, l'attivismo dal basso, a smuovere le acque, a promuovere il cambiamento.
Speriamo per tutti che gli sforzi di questa coalizione di attivisti siano premiati.
Il I dicembre nel blog del CIRM (California Institute of Regenerative Medicine) che - lo ricordo - è una agenzia dello stato della California che sta finanziando sia i trial di Sangamo, sia quello di Calimmune - è stato pubblicato questo post, che mi fa sperare che da quelle parti ci sia qualcuno molto sensibile alle esigenze degli INR:
Basterebbe che il CIRM dicesse a Sangamo che se non prosegue le ricerche sugli effetti immunologici dell'SB-728-T gli taglia i grant e credo che a Richmond non potrebbero tirarsi indietro ...



Rob_Rob
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Re: Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

Messaggio da Rob_Rob » sabato 3 dicembre 2016, 8:14

Dora ha scritto:
uffa2 ha scritto:C'è solo da sperare che dove non arrivano i classici disegni degli studi arrivi la fantasia, la capacità di trovare strade per illuminare un po' di più questo campo di ricerca.
E' uno di quei casi in cui solo l'impegno congiuto della ricerca e degli enti regolatori può favorire un cambio di prospettiva, ed è uno di quei casi in cui sono le associazioni, l'attivismo dal basso, a smuovere le acque, a promuovere il cambiamento.
Speriamo per tutti che gli sforzi di questa coalizione di attivisti siano premiati.
Il I dicembre nel blog del CIRM (California Institute of Regenerative Medicine) che - lo ricordo - è una agenzia dello stato della California che sta finanziando sia i trial di Sangamo, sia quello di Calimmune - è stato pubblicato questo post, che mi fa sperare che da quelle parti ci sia qualcuno molto sensibile alle esigenze degli INR:

Basterebbe che il CIRM dicesse a Sangamo che se non prosegue le ricerche sugli effetti immunologici dell'SB-728-T gli taglia i grant e credo che a Richmond non potrebbero tirarsi indietro ...

Orphan drug designation mi sembra proprio una buona idea e non ci dovrebbero essere problemi per FDA a concederla, anzi. In piu' queste platforms non sarebbero utilizzabili solo per hiv, o mi sbaglio?



Dora
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Re: Servono terapie per gli immunologic non responders (INR)

Messaggio da Dora » sabato 3 dicembre 2016, 8:26

Rob_Rob ha scritto:Orphan drug designation mi sembra proprio una buona idea e non ci dovrebbero essere problemi per FDA a concederla, anzi. In piu' queste platforms non sarebbero utilizzabili solo per hiv, o mi sbaglio?
Credo di sì, ma so poco di queste procedure. Però tutto sta a trovarli, questi farmaci, perché per adesso non si è visto granché.
Fra le possibilità elencate nel comunicato stampa degli attivisti, con l'IL-2 ci sono stati enormi problemi in passato perché causava eccessi di attivazione, con effetti collaterali assai pesanti, e con la -7 c'è un rischio altissimo che si espanda il reservoir latente. Certo, uno che ha CD4 molto bassi può anche dire che del reservoir latente se ne infischia, ma capisco che ci siano forti perplessità nell'usare l'IL-7.
Invece, l'SB-728-T di Sangamo (la modificazione genetica dei CD4 che li rende CCR5 negativi) nel trial clinico ha avuto una ricaduta che era desiderata, ma non era del tutto attesa: i CD4 modificati si sono espansi e hanno persistito molto più tempo di quanto si pensasse. Subito è stato chiesto a Sangamo di approfondire questo aspetto della ricerca, che può ovviamente favorire gli INR, ma non parevano molto interessati. Ora hanno iniziato un trial sulle staminali e lì è detto fin dal protocollo che l'obiettivo è anche quello di trovare una soluzione al problema degli INR, però un trapianto di staminali è cosa meno semplice di una infusione di CD4.
Insomma, mi ha fatto molto piacere sia vedere che Matt Sharp fa parte della coalizione di attivisti (lui ha partecipato al trial Sangamo sui CD4 e ne ha avuto un grande beneficio personale), sia che il CIRM abbia preso a cuore la cosa.



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