LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
Dora
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LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » giovedì 22 settembre 2011, 7:55

La Commissione Aids è sempre stata, per me, un ente abbastanza misterioso. Non tanto perché non sappia che cos’è sulla carta e quali siano le sue finalità, quanto perché le sue attività si confondono nella nebbia dell’assenza di notizie diffuse con regolarità: non esiste (o io non l’ho trovata) una newsletter che tenga al corrente chi lo vuole degli incontri fra i membri e dei loro atti concreti; il sito del Ministero della Salute fornisce solo stringatissime informazioni sulle finalità “secondo statuto” e i nomi dei componenti; a complicare ulteriormente le cose, esiste anche una più vasta e generale Consulta del volontariato, della quale fanno parte anche gli esponenti di alcune associazioni che si occupano di HIV/AIDS.

I membri della Commissione, che non so ogni quanto tempo vengano rinnovati, ma forse ogni due anni, sono sostanzialmente importanti e famosi infettivologi, medici o funzionari dell’ISS e presidenti o a vario titolo rappresentanti delle associazioni, sotto la presidenza del Ministro della salute.

Le finalità della Commissione, stando al sito del Ministero e non allo Statuto, che non sono riuscita a trovare, sono:

Informazione e formazione: La Commissione dovrà fornire indicazioni sui messaggi prioritari oggetto delle Campagne di informazione istituzionali e delineare progetti di formazione medica continua dedicati al Medico generico con particolare attenzione al test e alla gestione della cronicità dell'infezione, nonché promuovere l'insegnamento delle malattie infettive.
Alla Commissione spetta, inoltre, la sorveglianza sui trend epidemiologici nei Paesi industrializzati e nel territorio nazionale con particolare attenzione alla diffusione dell'infezione tra le categorie a rischio.

La ricerca: La Commissione fornirà indicazioni sui settori prioritari, sulle modalità di selezione dei progetti; quindi sulla destinazione dei fondi, promuovendo il coordinamento internazionale, i progetti di ricerca multicentrici internazionali finanziabili dall'Unione Europea e gli approcci terapeutici innovativi, in particolare: immunoterapia dell'infezione da Hiv, procreazione assistita e controllata, trapianti d'organo.

L'assistenza: La Commissione dovrà garantire la sorveglianza sui livelli quanti-qualitativi dell'assistenza erogata dal Sistema Sanitario Nazionale alle persone Hiv+, con particolare riferimento, tra l'altro, all'assistenza ospedaliera e ambulatoriale, alla disponibilità dei farmaci e dei kit diagnostici, di posti letto in case alloggio e hospice, evitando ogni forma di discriminazione a danno delle persone sieropositive per quanto riguarda bisogni assistenziali e diritti civili.
Fa parte dei compiti della Commissione anche la l'aggiornamento delle linee guida per la terapia antiretrovirale e la verifica della congruità economica dei regimi di DRGs e CODICI relativi alle patologie infettive.

Paesi terzi: La Commissione dovrà fornire linee guida riguardo le priorità più idonee e le modalità di intervento nell'utilizzo di fondi istituzionali a favore dei Paesi Terzi, a sostegno della lotta contro l'Aids.

Riferimento per le persone HIV positive singole o organizzate: La Commissione intende inoltre rappresentare un punto di riferimento, valutazione e sostegno delle istanze e dei bisogni delle persone sieropositive per HIV, singole o organizzate in Associazione, con particolare riguardo alla salvaguardia dei diritti civili, in specie nell'ambito dell'educazione, assistenza, lavoro e riservatezza.

Collegamenti e collaborazioni: La Commissione lavora in collegamento e si avvale della collaborazione della Consulta del Volontariato, composta dai rappresentati di 25 associazioni no profit, con le Società scientifiche nazionali, con le Istituzioni regionali (Assessorati) e nazionali (Ministeri, ISS), con le Istituzioni e Agenzie Internazionali (WHO, UNICEF etc.).



Per farla breve, a questo si fermava la mia conoscenza della Commissione. A questo e al commento di Sandro Mattioli, responsabile salute del Cassero (Arcigay, in Commissione), che un giorno venne a trovarci nel forum e così rispose ad una mia domanda su che cosa mai facciano le associazioni che siedono in Commissione:

La Commissione nazionale AIDS è formata per il 90% da medici o personale sanitario e 4 gatti delle associazioni. Ma veramente credi che i primari stiano ad ascoltare le proposte radicali della Cerioli? Temo che tu la faccia più facile di quello che sembra. Inoltre è un organo politico e come tale si comporta. Tanto per fare un esempio, come dice anche la dott.ssa Mussini nel film di Adriatico, in Commissione non è possibile parlare di preservativi. Altro che categorie a rischio, le ideologie in Italia sono ben altre temo. (HIV VOICES : laboratorio su s+ e identità sessuale).

Una specie di ente dominanto dall’oscurantismo ideologico e dai maneggi politici, insomma.
Ora, a gettare uno sprazzo di luce, arriva l’intervista a Rebecca Zini, responsabile salute di Arcigay, pubblicata sul numero di settembre di Anlaids Notizie, pp. 1-3. La Zini parla di tante cose interessanti sul dramma del contagio omo- e bi-sessuale in Italia e su come fare prevenzione, combattendo al tempo stesso l’omofobia ancora imperante nel nostro Paese (sembra che, finalmente, le associazioni si siano rese conto che la prevalenza del contagio omosessuale è mostruosa). Ma, oltre a questo, risponde a due domande sulla Commissione AIDS. Ve le riporto qui:

Questo è il primo anno che Arcigay è chiamata a far parte della Commissione Nazionale Aids. Come è percepita in quella sede la realtà delle persone omosessuali in rapporto all'Hiv?
Questo è sicuramente un tema nuovo per la Commissione. La prevenzione intesa come concetto biopsicosociale e di conseguenza l’attenzione per le popolazioni vulnerabili
[leggi "categorie a rischio"] e per temi quali lo stigma, il 'minority stress',etc appare infatti come una novità laddove la prevenzione è stata lungamente intesa come ambito medico. È un tema che suscita tuttavia attenzione anche in seguito alla diffusione degli ultimi dati.

Ci sono progetti all'esame della Commissione Nazionale Aids che riguardano i maschi che fanno sesso con altri maschi?
Da qualche mese, anche su sollecitazione della Consulta, è in corso un progetto relativo alla rilevazione dei cosiddetti indicatori UNGASS rivolto alle persone MSM.Questo progetto dovrebbe fornire ulteriori dati a quelli già in nostro possesso. Sempre all’interno di tale progetto sono state sperimentate alcune proposte di interventi di prevenzione “innovativi”, elaborati dalle associazioni della community, i cui risultati saranno discussi in ottobre. In generale la Commissione ha avviato una forte riflessione sul tema dell’applicazione della legge 135 sul luogo di lavoro, questo anche a seguito delle numerose segnalazioni riportate dalle associazioni di permanenza di atteggiamenti discriminatori e richiesta del test Hiv in campo lavorativo. Prosegue inoltre il dibattito sul tema dell’accesso al test dove si ritrovano temi per noi importanti come l’offerta del test in servizi community based, la possibilità di utilizzo dei test rapidi, l’accesso al test per i grandi minori.



Insomma, io leggo e penso che forse quel “covo di retrogradi” sta iniziando ad aprirsi alle urgenze delle persone HIV+. Quindi mi chiedo se non sia possibile far pesare quel punto delle “Finalità” in cui la Commissione si impegna a “rappresentare un punto di riferimento, valutazione e sostegno delle istanze e dei bisogni delle persone sieropositive per HIV, singole o organizzate in Associazione“ e provare a parlare con qualcuno dei membri. Così, tanto per capire direttamente da uno di loro che aria tira.



Eilan
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Eilan » giovedì 22 settembre 2011, 17:39

L'aggancio con Arcigay ce lo abbiamo, ma come intendi fare?



Dora
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » giovedì 22 settembre 2011, 18:15

melisanda ha scritto:L'aggancio con Arcigay ce lo abbiamo, ma come intendi fare?
A dir la verità, non è che abbia tanta voglia di parlare adesso con l'Arcigay, perché non mi interessa molto il discorso sulla prevenzione, che invece per loro è prioritatio.
Pensavo piuttosto alla dottoressa Rancilio, in modo da unire anche un aggiornamento sulla situazione delle case alloggio. E poi mi piacerebbe parlare con uno degli infettivologi nella Commissione.
Che ne pensi?



Eilan
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Eilan » giovedì 22 settembre 2011, 18:22

Ne penso tutto il bene possibile, come sai è un tema che mi interessa da sempre, e non solo per motivi personali. Naturalmente mi metto a disposizione per spostare le scartoffie nel caso tu abbia bisogno.



Dora
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » venerdì 23 settembre 2011, 7:28

melisanda ha scritto:Ne penso tutto il bene possibile, come sai è un tema che mi interessa da sempre, e non solo per motivi personali. Naturalmente mi metto a disposizione per spostare le scartoffie nel caso tu abbia bisogno.
Grazie, Meli! Direi di sentire gli altri se hanno altre idee e intanto di preparare un incontro con la dottoressa Rancilio (sempre se sarà disponibile!).
Devo però trovare il tempo e la testa per riprendere in mano tutta la questione delle case alloggio e forse questo mi prenderà un po'. :oops:



Dora
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » venerdì 3 agosto 2012, 6:00

Posto in questo thread, anche se non ha direttamente a che fare con la Commissione AIDS, perché non saprei dove altro segnalare una piccola notizia che mi ha colpito e, comunque sia, si tratta del tipo di aggancio che lega le diverse istituzioni che a vario titolo si occupano di HIV/AIDS con il mondo politico.

Si è tenuta ieri una audizione presso la Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale (presieduta dal senatore Ignazio Marino) dei rappresentanti di associazioni e istituzioni italiane dedicate alla lotta contro l'HIV/AIDS.
Non è una cosa che accada tutti i giorni, quindi ha attirato la mia attenzione. Purtroppo, però, i temi portati davanti agli occhi dei politici sono stati tutti molto rilevanti perché costituiscono un vero problema di salute pubblica, ma legati soltanto alla prevenzione.
Dei grandi temi che riguardano la vita e la salute delle persone con HIV, mi pare di capire che non ci sia stato modo di parlare in modo specifico. Speriamo che organizzino presto un altro incontro!

  • Aids: Marino, su prevenzione ancora molto da fare.

    02 Agosto 2012 - 16:59

    (ASCA) - Roma, 2 ago - ''Oggi la Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale ha audito i rappresentanti di associazioni e istituzioni impegnate nella lotta contro l'Aids. Nonostante l'Italia abbia una buona legge sull'Hiv, da tutti e' stata sottolineata la necessita' di un impegno maggiore per la tutela e la cura delle persone sieropositive''. (*) Cosi' Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, a conclusione dell'audizione con i rappresentanti di associazioni e istituzioni che si occupano di Hiv: dal ministero della Salute alla Lega italiana per la lotta contro l'Aids (Lila); dagli Irccs San Raffaele di Milano e Spallanzani di Roma all'azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia; dall'Istituto Superiore di Sanita' alla Nps Italia Onlus e alla Nadir Onlus.

    ''Un dato e' stato sottolineato con preoccupazione - spiega Marino - negli ultimi dodici anni i Servizi per le tossicodipendenze hanno potuto effettuare il test sulla sieropositivita' a un numero sempre minore di persone: tra il 2000 e il 2011, infatti, la percentuale di persone non testate e' passata dal 60,8% al 69,5%. La stessa situazione di criticita' e' presente nelle carceri dove, di fatto, gli screening restano poco diffusi. I rappresentanti auditi hanno, inoltre, sottolineato l'esistenza di numeri molto diversi sulla diffusione dei test sull'hiv nel nostro paese: quindi, molte persone sieropositive sfuggono agli screening per lungo tempo e vengono curate tardivamente. Da anni inoltre non si investe su campagne di prevenzione e informazione sull'importanza dell'uso del profilattico. Come hanno sottolineato le associazioni, l'efficacia di controlli e test si annulla senza una corretta prevenzione''.



(*) Sulle non poche perplessità espresse a ICAR 2012 da Mauro Moroni riguardo all'attualità della Legge 135/90, vedere le diapositive del suo intervento.


Vedere anche il thread È ora di rivedere la legge 135/90.



Dora
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » venerdì 1 marzo 2013, 12:49

Scusate, non ho assolutamente il tempo di analizzare il documento che vi linko, né credo riuscirò a farlo nei giorni del CROI. Ma si tratta di un documento importante, perché la Commissione AIDS è in scadenza e ad aprile (salvo decisione di prolungarla ulteriormente a causa dell'instabilità politica che stiamo vivendo) dovrebbe essere nominata la nuova Commissione.

Appena possibile cercherò di leggere con calma la



Puzzle
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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Puzzle » venerdì 1 marzo 2013, 13:29

L'ho letta qualche giorno fa.
Mi hanno colpito le prime 9 pagine che da sole riempiono il lungo elenco di persone che compongono o collaborano con la commissione.

Poi il paragrafo 2.3: "L'effettuazione del test e la consegna del suo risultato, sia con esito negativo che positivo deve accompagnarsi all'offerta di informazioni sull'infezione da HIV (informative counselling) svolto da personale adeguatamente formato."
e il 3.3: "La consegna dovrà essere effettuata nell'ambito di un colloquio con l'interessato. In caso di esito negativo, nel corso del colloquio dovranno essere fornite indicazioni sul significato del risultato e valutata la necessità di una eventuale ripetizione dell'esame. All'interessato dovrà essere inoltre offerta l'opportunità di ricevere ulteriori informazioni, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di prevenzione, eventualmente indirizzandolo a strutture specializzate in questo campo" a giudicare dal numero di persone che chiedono informazioni online, rimangono solo pura demagogia se non sono seguiti da applicazioni reali e pratiche sul territorio.



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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » venerdì 1 marzo 2013, 14:43

Puzzle ha scritto:Mi hanno colpito le prime 9 pagine che da sole riempiono il lungo elenco di persone che compongono o collaborano con la commissione.
Io sono molto curiosa di capire da chi sarà composta la prossima.
È da tempo che mi ripropongo di contattare qualche medico e qualche esponente delle associazioni che ne fanno parte per cercare di capire un po' meglio che cosa in concreto faccia la Commissione. Anzi, da quando la Cerioli ha letto questo thread e l'ha girato pari pari ai suoi colleghi della CNA per segnalare che non era lei sola a ritenere poco trasparenti e mal comunicate le loro attività, sono d'accordo con lei che ci dobbiamo incontrare per parlarne. Stessa cosa, poi, mi piacerebbe fare anche con altri, in modo da sentire diverse opinioni.
Vedremo ad aprile.
Poi il paragrafo 2.3: "L'effettuazione del test e la consegna del suo risultato, sia con esito negativo che positivo deve accompagnarsi all'offerta di informazioni sull'infezione da HIV (informative counselling) svolto da personale adeguatamente formato."
e il 3.3: "La consegna dovrà essere effettuata nell'ambito di un colloquio con l'interessato. In caso di esito negativo, nel corso del colloquio dovranno essere fornite indicazioni sul significato del risultato e valutata la necessità di una eventuale ripetizione dell'esame. All'interessato dovrà essere inoltre offerta l'opportunità di ricevere ulteriori informazioni, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di prevenzione, eventualmente indirizzandolo a strutture specializzate in questo campo" a giudicare dal numero di persone che chiedono informazioni online, rimangono solo pura demagogia se non sono seguiti da applicazioni reali e pratiche sul territorio.
Eh sì, è ben questo uno degli aspetti che mi hanno sempre causato maggiori perplessità, questa sorta di scollamento fra buone intenzioni e atti concreti.



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Re: LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Messaggio da Dora » venerdì 1 marzo 2013, 15:21

Un po' di lavoro già fatto da altri ... ;)


La Relazione della Commissione Aids

01 MAR - Uso del preservativo, comportamento responsabile e diffusione del test Hiv. Questi i caposaldi su cui si è basata l’attività di contrasto alla malattia della Commissione nazionale Aids nel presentare la relazione sull'ultimo quinquennio di attività, relativo al periodo 2009-2013.

“Nel nostro Paese - si legge nel breve abstract sintetico che indica gli obiettivi di Piano Hiv/Aids, formulato da Fabrizio Oleari, Coordinatore CNA Capo Dipartimento Sanità Pubblica e Innovazione Ministero della Salute (*) - rispetto a venti anni fa, è diminuito il numero di persone infettate dal virus dell’HIV, ma, grazie ai progressi delle nuove terapie antiretrovirali, è aumentato quello delle persone sieropositive viventi. Un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, quando è già in atto una rilevante compromissione del sistema immunitario. La conoscenza, sia dello stato di sieropositività da parte delle persone che hanno contratto l’infezione, sia dell’ampiezza di tale realtà nosologica, possono contribuire ad intervenire più efficacemente per la difesa dello stato di salute del singolo e della collettività”.

Per quanto riguarda il tema del test Hiv, la Relazione segnala come nel 2009, il Ministero della salute ha finanziato un progetto di ricerca su “L’accesso al test HIV” che è stato svolto dall’Istituto Superiore di Sanità e dalle Associazioni della Consulta di Lotta all’AIDS e, nel 2011, è stato prodotto un rapporto sui risultati del progetto, nel quale si illustra come, avvalendosi della partecipazione fattiva e integrata dei numerosi attori coinvolti – Associazioni della Consulta per la Lotta contro l’AIDS, Ministero della Salute, Centri diagnostico clinici territoriali, Istituto Superiore di Sanità – si è riusciti a delineare una panoramica della situazione relativamente alle modalità di accesso al test HIV esistenti nelle diverse regioni e province d’Italia, evidenziandone differenze e criticità.

Test Hiv
L’Italia, pertanto, è stata tra i primi Paesi ad aver risposto concretamente alle richieste giunte dall’Unione Europea sulle politiche per la diagnosi precoce dell’HIV, con il “Documento di consenso sulle politiche di offerta e le modalità di esecuzione del test per HIV”, che è stato redatto dalla Commissione Nazionale AIDS e approvato in Conferenza Stato Regioni il 27 luglio 2011. Il documento italiano, elaborato con il contributo fattivo dei livelli politico-istituzionali, del mondo scientifico, ma soprattutto dei pazienti, rappresentati dalle Associazioni, oltre a ribadire la necessità di effettuare il test, propone modalità univoche di erogazione del test e delle modalità di consegna dei risultati sul territorio nazionale, individuando inoltre i gruppi di fragilità sociale ai quali offrire attivamente il test.
Inoltre, il 22 novembre 2012 è stato siglato l’Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome, che individua le linee progettuali per l'utilizzo, da parte delle Regioni, delle risorse vincolate per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l'anno 2012. Tra queste linee rientra la diagnosi di infezione da HIV, che individua delle aree prioritarie di intervento che possono essere sintetizzate come di seguito:

  • • Caratterizzazione delle nuove infezioni e dei determinanti dell’accesso al test ed alla cura come strumento di pianificazione di azioni volte a favorire un accesso precoce delle persone con infezione da HIV ai servizi assistenziali.
    • Sviluppo e Verifica di fattibilità di programmi dell’implementazione di test per infezione recente.
    • Promozione dell’ottimizzazione della offerta dei servizi di accesso al test e counseling per HIV richiesti dal paziente.
    • Sviluppo di strategie di offerta attiva del test per la diagnosi dell’infezione da HIV, anche con l’offerta attiva del test alle persone che si rivolgono ai servizi sanitari per altre problematiche.
    • Definizione ed attivazione di percorsi per raggiungere gruppi di popolazione a prevalenza più elevata di infezione con interventi attuati direttamente nella comunità.
    • Sperimentazione di interventi per l’accesso al test HIV al di fuori di strutture sanitarie.
    • Definizione e condivisione delle best-practices per specifici i percorsi assistenziali al fine di ottimizzare l’appropriatezza nella prese in carico dei soggetti con infezione/malattia da HIV.
    • Promozione e monitoraggio dell’attivazione della Sorveglianza epidemiologica dell’Infezione da HIV in tutte le Regioni Italiane.
    • Acquisizione di dati aggiornati relativi a incidenza e di prevalenza dell’infezione da HIV in Italia necessari in particolare a fini programmatori. Inoltre appare importante stimare la quota di infezioni note e non note, anche utilizzando modelli matematici, già sperimentati in altri Paesi europei.





Hiv e tutela della salute nei luoghi di lavoro
Altro tema toccato dalla Relazione riguarda l’Hiv e il lavoro. In particolare, il lavoro si basa sulla la raccomandazione n. 200/2010, che ribadisce come, tra i principi di carattere generale, non vi devono essere discriminazioni o stigmatizzazioni di persone che sono in cerca di lavoro o che presentino domanda d’impiego, in base alla reale o presunta sieropositività, e che a nessun lavoratore deve essere richiesto di effettuare il test HIV o di rivelare il proprio stato sierologico, ha sottolineato che occorre considerare la prevenzione della trasmissione dell’HIV in tutte le sue forme come una priorità fondamentale.

“Occorre, quindi, - si legge nel documento - tutelare i lavoratori che svolgono attività in cui è elevato il rischio di trasmissione dell’HIV e, a tale scopo, è necessario - laddove sussista un rischio di contagio per esposizione professionale a HIV e malattie ad esso correlate, come la TBC - predisporre per i lavoratori specifici programmi di prevenzione (fermo restando che, in ogni caso, la sieropositività non può costituire motivo di discriminazione per l’assunzione o la conservazione dell’impiego, né rappresentare una giusta causa per la cessazione del rapporto di lavoro)”.

In ogni caso “appare evidente che norme specifiche di settore che richiedono l’accertamento preliminare della condizione di sieronegatività, come condizione necessaria perché il lavoratore risulti idoneo ad uno specifico servizio (prestato, ad esempio, presso forze di polizia o forze militari ecc.), hanno una loro legittimazione esclusivamente nella sussistenza di una effettiva condizione di rischio che dall’esercizio dell’attività lavorativa vi sia per i terzi un concreto e reale rischio di contagio in occasione e in ragione dell’esercizio dell’attività stessa”.


Altra tematica è rappresentata dalla discriminazione in ambito scolastico. La presenza e l’entità della discriminazione nei bambini con infezione da HIV non sono note, al contrario è noto come lo stigma nei confronti dei soggetti adulti e dei loro familiari sia ancora presente, in forma più o meno esplicita, in ogni paese del mondo. È quindi fondamentale sostenere l’applicazione rigorosa delle norme di Legge a protezione dei soggetti HIV-positivi nei confronti di tutte le forme di discriminazione in tutti i contesti sociali e di aggregazione e incentivare la conoscenza e l’applicazione delle misure di igiene e prevenzione universale a promozione di una corretta cultura della protezione individuale nei confronti di qualsiasi patologia trasmissibile.

Campagna informazione/comunicazione
Il primo target da raggiungere è la popolazione generale con un messaggio unico, univoco, chiarissimo a tutti i destinatari e perciò semplice e immediato. I contenuti necessari del messaggio sono la percezione del rischio, le nozioni di base delle modalità di trasmissione e le misure di prevenzione (preservativo + comportamento responsabile). Nelle fasi successive della campagna, si raccomanda di raggiungere anche i seguenti target: giovani, donne, migranti e MSM (uomini che fanno sesso con uomini).

Oltre queste tematiche la Relazione approfondisce anche altri temi come il “Documento di consenso sulle politiche di offerta e le modalità di esecuzione del test per l'Hiv in Italia”, su cui si evidenzia “situazione di estrema disomogeneità” sul territorio nazionale. Trattata ampiamente anche la tematica che riguarda la diagnostica e l’epidemiologia, con focus sul “problema critico di sanità pubblica” rappresentato dalla diffusione dell'infezione nelle carceri. Approfondimento, infine, sui trapianti in soggetti sieropositivi e in tema di diritti negati sulle problematiche assicurative delle persone con Hiv e sulla necessità di garantire servizi e accessi alle cure ai migranti.



(*) E anche nuovo presidente dell'Istituto Superiore di Sanità.





Il parere di Rosaria Iardino (più articolato rispetto a quanto può sembrare dal titolo): Commissione Aids. Iardino: 'Tutti devono poter donare il sangue. No discriminazioni sui gay'.
In particolare:
  • Questi gli elementi di novità positivi. Quali sono invece le ombre ancora presenti?
    Un aspetto negativo è quello legato alle linee guida sugli antiretrovirali. Su questo tema a mio avviso vi è un conflitto di interessi ancora alto. Perché è opportuna certamente la collaborazione di più soggetti ma le linee guida dovrebbero essere elaborate dalle società scientifiche e poi dovrebbe essere il Ministero o le commissioni preposte a valutarle e a pubblicizzarle. Oggi, però non è ancora così. Nonostante i componenti dell’'HIV/AIDS Italian Expert Pane (EP) abbiano sottoscritto una dichiarazione di conflitto di interessi che mettesse in evidenza ogni potenziale associazione con aziende coinvolte nella produzione di farmaci antiretrovirali o di materiali e strumenti diagnostici per il monitoraggio della terapia e della malattia, attuale o negli ultimi cinque anni. Ma a mio avviso ciò non è sufficiente, ci vorrebbe più indipendenza e più trasparenza e una distinzione più marcata dei ruoli tra i soggetti in campo.

    Ci sono altre criticità?
    Certamente occorre puntare di più sulla prevenzione perché non è sufficiente lo sviluppo di piani che incentivano il ricorso al test. Altra tematica riguarda poi i fondi per la ricerca alla lotta all’Aids, abbiamo speso decine di milioni di euro per lo sviluppo del vaccino ma non c’è sostegno a progetti clinici e poi credo, infine, che per il futuro la Commissione debba essere più snella e un po’ più giovane.



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